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31/08/12

Grossetto: il fiume Ombrone diventa salato. E' allarme per la fauna


fiume ombrone
Grosseto, Parco Naturale dell’Uccellina. La foce del fiume Ombrone, zona della Toscana finora incontaminata è a rischio. Nelle acque del fiume infatti, gli esperti che negli ultimi tempi si sono dedicati al monitoraggio ambientale, hanno fatto una scoperta particolare: le meduse nel fiume principale della Maremma.
Tali animali sono stati ritrovati diversi chilometri a ovest dalla foce dell’Ombrone, insieme ad altre creature marine, tra cui triglie, orate e altri pesci di mare. Ciò significa soltanto una cosa: l’acqua del grande fiume lentamente sta diventando salina. Perché? Le cause di tale stravolgimento sono in primo luogo la siccità e icambiamenti climatici.
A fare la triste scoperta sono stati gli ambientalisti e i guardiani del Parco Naturale dell’Uccellina. “La situazione è molto grave – ha detto Fabio Cianchi, coordinatore delle oasi del Wwf della provincia. - In 22 anni di lavoro da sentinella ambientale ma avevo visto una situazione così grave”.
Tale situazione si è ripercossa sugli animali che popolano l'area, dalla testuggine d’acqua, specie a rischio estinzione ormai quasi scomparsa alle folaghe, dal martin pescatore ai germani reali. A soffrire nella zona è anche il Lago di Burano, ridotto pesantemente dall'assenza di precipitazioni e le paludi circostanti, tra cui quella della Diaccia Botrona, che solitamente ospitano uccelli migratori e molte altre specie animali.
Spiega Cianchi: “Nel lago di Burano il nostro pluviometro ha segnato 165 millimetri di pioggia quando nel torrido anno 2003 si era fermano a 400 e già allora le cose andarono male”.
L'unica speranza imminente è che la pioggia torni a bagnare il Parco e i suoi abitanti. In caso contrario, qualche altro mese di siccità potrebbe costare caro ai tesori naturali della Maremma Toscana.

30/08/12

Festival Vegetariano: dal 31 agosto a Gorizia la green way of life


festival-vegetariano
Giunge alla terza edizione il Festival Vegetariano di Gorizia, in programma da venerdì 31 agosto a domenica 2 settembre negli spazi di Piazza Vittoria, Via Rastello, Via Roma e Via Oberdan: una tre giorni ricca di eventi che invaderanno con colori e sapori il centro storico della città appagando la sempre più nutrita schiera di vegetariani, vegani e simpatizzanti.
Il tema di quest'anno è "Dagli abissi alle stelle" e filo conduttore sarà la green way of life, cioè la filosofia di vita attenta ai consumi e all'impatto ambientale spaziando, appunto, dai mari al cielo.
Organizzato da Biolab, una delle aziende più significative nella produzione di cibo pronto, adatto a chi sceglie di rinunciare alla carne e alle proteine animali, il Festival sarà un'occasione imperdibile per gustare i sapori della cucina vegetariana grazie ai menù rigorosamente green, alla gastronomia e ai bistrot presenti nell'area della manifestazione, ma anche alle proposte rigorosamente veg dei ristoranti e locali goriziani che aderiranno alla filosofia della kermesse.
FVG generale
"Il Festival Vegetariano nasce da una volontà precisa. Sono convinto sostenitore di quello che credo sia un nuovo modello di imprenditoria, orientata, sì, al business economico, ma allo stesso tempo radicata in un solido contesto etico e ambientale, e indirizzata anche a ciò che ritengo sopra ogni cosa fondamentale: creare valore". Con queste parole, Massimo Santinelli, presidente Biolab e Direttore del Festival racconta come è nata con quale spirito è nata la kermesse di Gorizia.
"Quando nel 1991 decisi di aprire Biolab, avevo poco più di 27 anni ed ero mosso da un grande ideale: fare qualcosa che potesse portare beneficio alla collettività. E così intrapresi un percorso, con entusiasmo e passione, pur senza sapere esattamente dove avrebbe portato me e le persone che, negli anni, hanno condiviso quest'esperienza. Ora, a distanza di tempo, credo di avere realizzato con i miei collaboratori alcuni progetti ambiziosi che non rappresentano alcun punto d'arrivo, ma sempre l'inizio di una nuova tappa nel lungo itinerario che stiamo percorrendo con spirito immutato rispetto a vent'anni fa".

FVG bimbi 1
"Il Festival Vegetariano vuole essere una porta privilegiata attraverso la quale invitare a scoprire un mondo che per molti è ancora sconosciuto e che spesso viene considerato strano e particolare. Fare proselitismo non è l'intento del Festival. Anzi. Sono fermamente convinto che le scelte alimentari siano strettamente personali e rientrino in quel percorso che una persona consapevole compie per poi decidere in modo autonomo e libero ciò che è il bene per sé. Il Festival vuole divulgare cultura nel modo più alto, promuovere divertimento sano e intelligente,diffondere una maniera diversa di fare gastronomia".
Per tutte le info: www.festivalvegetariano.it 

10 consigli per mangiare sano spendendo poco


guida cibo
Chi l'ha detto che per mangiare bene bisogna spendere tanto? La guida agli acquisti "Good Food on a Tight Budget", letteralmente "buon cibo con un budget limitato",dell'Environmental Working Group (EWG), spiega come la scelta di cibi sani a un prezzo accesibile non sia affatto una missione impossibile.
Proprio con il motto "il cibo migliore al costo più basso", l'EWG ha analizzato le recensioni e le indagini governative di oltre  1.200 alimenti, con un occhio di riguardo anche per  l'aspetto ecosostenibile. "Abbiamo esaminato i prezzi dei prodotti alimentari contenenti meno pesticidi, inquinanti ambientali e ingredienti artificiali e scelto i migliori 100. Buon divertimento!", si legge sul loro sito. Agli alimenti, infatti, sono stati assegnati dei punteggi e quelli più elevati sono stati sottoposti a un'analisi su tre fattori:pesticidi, sostanze chimiche e quantità di imballaggi.
È nata così la guida (qui il pdf) che fa mangiar bene risparmiando denaro, un utile promemoria, soprattutto per la consumistica società americana, per ricordare che una dieta sana può essere conveniente per l'ambiente e per le tasche, basta usare qualche semplice trucchetto. Vediamo in che modo, con i 10 semplici consigli che abbiamo selezionato da "Good Food on a Tight Budget". Ne avete altri da aggiungere?
1) Sostituite nelle ricette la panna con lo yogurt. Scolare lo yogurt in un filtro da caffè per farlo addensare. Per tagliare i costi e i rifiuti di imballaggio, comprate le confezioni più grandi
2) Tagliate a pezzetti la frutta fresca e congelatela quando è scontata o diventa troppo matura. Successivamente impiegatela in frullati, zuppe d'avena o yogurt (qui alcune ricette)
3) Non lasciatevi ingannare. Leggete sempre l'etichetta e assicuratevi che la parola 100% sia il primo ingrediente elencato. "Multicereali" o "grano" non sono indicazioni sufficienti
4) Insegnate ai bambini a preferire i cereali integrali, non il pane bianco ad esempio. Se non siete abituati ai cereali integrali, mescolarli in modo graduale
5) Acquistate in grandi quantità e fate la scorta quando i prodotti sono in offerta.Autoproducete la farina d'avena. Quella confezionata costa di più ed è piena di costano di sale e zucchero
6) Acquistate il pane integrale scontato e conservatelo nel congelatore
7) Aggiungete le nocciole alla farina d'avenaai cereali e alle insalate per un sano e abbondante pasto. Le noci fresche spesso sono più economiche. Falle essiccare tu per un delizioso spuntino.
8) Scegliete i legumi secchi, che metterete a bagno, per risparmiare denaro
9) Le verdure si stanno per rovinare? Congelatele e poi usatele per fare zuppe e ministroni
10) Fate scorta di verdure e conservatele in un luogo fresco e asciutto. Patate, carote, zucche, zucchine matureranno e si conserveranno per diverse settimane dopo averli acquistati

24/08/12

L'«ospedale verde», dove la sanità si unisce all'ambiente


Energia rinnovabile, controllo degli sprechi energetici, gestione controllata dei rifiuti, illuminazione intelligente

MILANO - Fonti rinnovabili,impianti di trigenerazione, illuminazione a basso consumo energetico e gestione controllata dei rifiuti e degli sprechi d’acqua. Sono questi i punti di forza di «Ospedale Verde», progetto da 10 milioni di euro in fase di realizzazione nelle strutture ospedaliere aretine grazie all’Asl di Arezzo, e l’aiuto del ministero dell’Ambiente. Un’operazione di ripensamento degli edifici sanitari, dove la parola chiave si chiama risparmio.
ASL AREZZO - A fare da cavia cinque ospedali e 60 edifici sanitari della provincia di Arezzo, strutture complesse e dispendiose quando si parla di costi energetici che, già dall’inizio dell’anno, sono in fase di modifica per consumare di meno. Una trasformazione della durata di tre anni che, entro la fine del 2015, prevede l’autoproduzione di circa 50% dell’energia necessaria per le attività degli ospedali, la riduzione del 25% delle emissioni di CO2 e il risparmio annuo globale di circa 1,5 milioni di euro. Tra i lavori già iniziati, il primo impianto fotovoltaico da 47 kWp, già terminato all’ospedale San Donato di Arezzo.
L'impianto fotovoltaico dell'ospedale San Donato di ArezzoL'impianto fotovoltaico dell'ospedale San Donato di Arezzo
GLI INTERVENTI – A guidare la prima serie di interventi, in corso d’opera anche negli ospedali del Valdarno, di Fratta di Cortona, Bibbiena e San Sepolcro, l’ingegnere Daniele Giorni, redattore del progetto aretino e Energy manager dell’Asl di Arezzo. «Il primo passo», spiega Giorni, «è l’impiego delle fonti rinnovabili da combinare con le tecnologie per l’efficienza energetica. Tra le prime operazioni, l’installazione di impianti fotovoltaici sui tetti degli ospedali e la sostituzione delle caldaie vecchie con modelli di ultima generazione. Nei prossimi mesi, i 14 impianti fotovoltaici che verranno installati garantiranno una potenza complessiva di circa 500 kWp (il 2% dei consumi attuali, mentre i nuovi generatori di calore saranno dotati di sistemi di telecontrollo a distanza per evitare gli sprechi e gli esuberi. In più, la seconda serie di interventi prevede l’installazione nei cinque ospedali della provincia di impianti di trigenerazione ad alta efficienza, alimentati a metano, che generano in maniera combinata energia elettrica, termica e frigorifera».
PROGETTO ILLUMINATION – Progetto nel progetto, quello sull’illuminazione che vedrà l’inserimento nell’ospedale San Donato della tecnologia Led in sostituzione dei corpi illuminati attuali. «Questa operazione», spiega Giorni, «ha anche un valore di ricerca. È la prima volta, infatti, che questo tipo di tecnologia viene utilizzata nei nostri ospedali. Nel corso degli anni, la sperimentazione potrà rivelare se i Led sono efficaci per i bisogni delle strutture sanitarie».
CONTROLLO SU ACQUA E RIFIUTI – Tra gli sforzi per ridurre i costi, anche quelli per il controllo sulle perdite d’acqua e la raccolta differenziata dei rifiuti. Due settori importanti che spesso, quando si tratta di strutture complesse, non trovano il giusto monitoraggio. «Per quello che riguarda l’acqua», spiega Enrico Desideri, direttore generale dell’Asl di Arezzo, «abbiamo introdotto un sistema di allarme computerizzato che segnala le perdite, permettendoci d’intervenire tempestivamente per evitare che le risorse idriche vengano perdute. Per i rifiuti, invece, abbiamo inserito in tutte le nostre strutture un contatore che ci permette di monitorarli e di controllare i rifiuti pericolosi».
ECONOMIA SANITARIA – Dei passi che segnano il cammino della nuova economia sanitaria, dove il pubblico interviene direttamente per gestire al meglio le proprie risorse. «Investire 7 milioni di euro (solo 3 sono coperti dal ministero) in questo progetto», spiega Desideri, «è stato uno sforzo notevole. Ma, considerando i risparmi futuri, circa 1,5 milioni di euro tagliati ogni anno per l’acquisto d’energia, questa è senza dubbio la strada giusta da percorrere. Un cambiamento di marcia che non solo trova riscontro nel risparmio economico, ma che ci permette anche d’inquinare di meno. Con i prossimi interventi, infatti, ridurremo del 25% le emissioni di CO2. Portandole, dalle attuali 27 mila tonnellate annue a 20 mila. In Toscana c’è grande attenzione per i temi ambientali e le aziende private, coinvolte negli appalti, rispondono positivamente alle nostre esigenze. Anche se, quando si parla di gestire al meglio le risorse, è l’azienda pubblica che deve avere il pallino in mano».
RISPARMIO SOCIALE – Un risparmio che dall’ambiente attraversa anche il lato sociale. «Con la spending review», conclude Desideri, «le Asl quest’anno hanno avuto il 5% in meno dei trasferimenti. I tagli hanno reso necessaria una politica sanitaria che punti sulla riduzione dei costi. Nel nostro territorio stiamo lavorando molto anche sulla malattia cronica. La maggior parte dei ricoveri, infatti, avviene a causa di patologie già diagnosticate che vengono trascurate o non curate. Per ridurre i tempi di ricovero, abbiamo adottato un approccio proattivo, rafforzando l’intervento dei medici di base che si terranno in contatto telefonicamente con i pazienti per controllare l’andamento delle cure nei malati cronici».

22/08/12

Green oncology: quando la cura dei tumori diventa sostenibile. Ecco come:


stetoscopio green
In campo medico si sta facendo strada un approccio diverso per la cura dei tumori: un nuovo modo di affrontare la malattia che mette al centro la sostenibilità economica e ambientale.

Secondo il documento Survey Green Oncology, presentato dal Collegio Italiano Primari Oncologi Medici Ospedalieri(CIPOMO), sono molti i primari di Oncologia italiani a mettere al centro questo doppio parametro. 
Il documento è frutto della riflessione dei Primari oncologi riuniti in Convegno nazionale lo scorso maggio. All'incontro ha partecipato anche Salvatore Palazzo, autore del libro "Per un'oncologia sostenibile".
Fra gli elementi di riferimento, una corretta raccolta differenziata all'interno del reparto, la scelta di prodotti a km zero per le mense, un uso più oculato (sempre mantenendo al centro le necessità del paziente) delle tecnologie radiologiche, la creazione di cartelle informatizzate e l'abolizione dei dossier cartacei.
La presa di posizione dei primari di oncologia muove da una semplice constatazione: se esiste senza dubbio una componente ereditaria all'origine delle neoplasie, è indubbio che la maggior parte dei tumori è legata all'inquinamento ambientale. Oggi coloro che trattano queste patologie cercano, attraverso protocolli più scrupolosi dal punto di vista ambientale e più sostenibili sul piano economico, di aggiungere alla funzione di cura anche quella di prevenzione.
Molte le azioni che possono essere intraprese in questo senso. Un incentivo a tenere al centro la sostenibillità potrebbe essere, per esempio, l'obbligatorietà di questo parametro per poter accedere al Progetto di Accreditamento all'Eccellenza. O ancora, iniziative di risparmio energetico e riduzioni di alcuni sprechi. Per esempio, diminuendo il numero di TAC: in Italia se ne fanno 40 milioni all'anno, un numero enorme. E' come se due italiani su tra facessero una TAC all'anno, ma questo genere di analisi, oltre a essere economicamente insostenibile, provoca danni anche al paziente - che viene sottoposto a radiazioni inutili - e all'ambiente, perché anche questo genere di tecnologia inquina.
Ora la strada verso la Green Oncology è aperta. Si tratta, in poche parole, di un cambiamento di paradigma che associa alla cura del paziente una mentalità più sostenibile. Maggiore attenzione, dunque, all'impatto ambientale delle cure oncologiche, per decidere - insieme al paziente - quale sia l'alternativa migliore. Per esempio, scegliendo fra la diverse terapie a disposizione. Oggi esistono per esempio forme di chemio prevenzione con farmaci non tossici, che possono essere presi in considerazione in casi specifici.
Il Manifesto per la Green Oncology traccia la rotta. I passi successivi verranno compiuti da un vero e proprio network di esperti di salute e ambiente: oltre a CIPOMO, parteciperanno ISDE (International Society of Doctors for Environment), il circuito "Città Sane", Agenda 21, il Working Group Prevenzione dell'Associazione Italiana di Oncologia Medica. Sperando che questo nuovo interesse per la sostenibilità in campo medico possa portare a una maggiore consapevolezza sulla necessità di fare tutti uno sforzo per ridurre, in ogni ambito, il nostro impatto ambientale.

21/08/12

8 alimenti supernutrienti che probabilmente non state mangiando


supercibi 
I numerosi impegni quotidiani rischiano di condurci verso abitudini alimentari piuttosto monotone e poco equilibrate, che potrebbero indurci nel rischio di incorrere in carenze. Le vitamine ed i sali minerali necessari al buon funzionamento dell'organismo dovrebbero essere inclusi nella nostra dieta arricchendola di cibi specifici, a seconda delle nostre esigenze. Alcuni alimenti ricchi di nutrienti preziosi sono spesso poco conosciuti, diffusi ed utilizzati sulle nostre tavole. Alcuni di essi appartengono alle tradizioni orientali, altri, come i topinambur, sono parte della cucina contadina di alcune zone d'Italia. Proviamo a scoprirli o ri-scoprirli insieme.

Spirulina

spirulina
La spirulina è una microalga azzurra che cresce spontaneamente in laghi dalle acque salate. E' considerata un integratore alimentare naturale, in particolare per quanto concerne il ferro. La spirulina, diversamente da quanto si riteneva in passato, non contiene vitamina B12, ma solamente degli analoghi inattivi della stessa. Non può quindi essere considerata una fonte sicura per l'assunzione di tale indispensabile vitamina. E' venduta in erboristeria in compresse o in polvere da usare nelle miniestre, nei frullati ecc.. Aiuta anche la memoria.

Semi di canapa

semi di canapa (Canapa sativa), oltre ad essere fonte di aminoacidi, presentano un contenuto estremamente equilibrato di acidi grassi essenziali, come l'acido linoleico e l'acido gamma linoleico. Forniscono inoltre all'organismo vitamine del gruppo B (esclusa la vitamina B12), vitamina A, vitamina C e vitamina E. L'assunzione di semi di canapa favorisce la produzione di proteine da parte dell'organismo e la corretta attività del sistema immunitario.

Fagioli azuki

fagioli azuki
Si tratta di fagioli di origine Giapponese dal caratteristico colore rossastro. Sono considerati benefici per via del loro scarso contenuto di grassi e del loro elevato apporto proteico, stimato come superiore rispetto a qualsiasi altra varietà di fagioli. Contengono inoltre ferro, zinco, manganese, potassio e vitamine del gruppo B. sono ritenuti in grado di stimolare favorevolmente l'attività intestinale.

Tè Kukicha

the kukicha
Si tratta di una bevanda di origine orientale, completamente priva di caffeina e ottenuta dairametti della pianta del tè. Per secoli il tè Kukicha è stato considerato di second'ordine, ma l'Occidente ne sta riscoprendo le proprietà. Favorisce la digestione e l'attività renale. Contiene vitamina A, calcio e ferro e può essere bevuto quotidianamente anche dai bambini. I rametti possono essere riutilizzati alcune volte dopo la prima infusione.

Ghee

Il ghee è il burro chiarificato ancora largamente impiegato nell'alimentazione indiana. Il suo utilizzo risale alla medicina tradizionale ayurvedica, che ne esaltava la capacità di favorire la digestione e di stimolare intelligenza e memoria. La scienza moderna lo ritiene un valido aiuto per il sistema immunitario. Viene preparato portando ad ebollizione il burro e schiumandolo via via fino ad ottenere un liquido chiaro e limpido che verrà filtrato e conservato in barattoli di vetro.

Fieno greco

fieno greco supercibi
E' una pianta di origine mediorientale i cui semi sono di solito utilizzati per la preparazione delcurry e per arricchire di sapore diverse pietanze. I semi di fieno greco possono inoltre essere fatti germogliare all'interno di un germogliatore casalingo e consumati crudi. Si ritiene abbiano un'azione positiva nel calmare i crampi mestruali e nell'abbassare i livelli di colesterolo nel sangue.

Topinambur

topinambur
Il topinambur è un tubero particolarmente prezioso per chi soffre di diabete. E' infatti ritenuto in grado di abbassare i livelli della glicemia. La sua assunzione è inoltre consigliata a coloro che soffrono di carenza di ferro, per via dell'elevato contenuto di tale prezioso minerale (3,4 mg ogni 100 grammi di prodotto). Contiene inoltre vitamina A, vitamine del gruppo B e potassio. Può essere consumato sia cotto che crudo, ad esempio come aggiunta a fresche insalate.

Pompelmo

 pompelmo
Si tratta di un frutto non sempre amato, per via del caratteristico sapore amarognolo. Può essere consumato a spicchi, ad esempio nelle macedonie o nelle insalate agrodolci, o spremuto. Il pompelmo è una fonte preziosa di vitamina C e di acido folico. Per via dei monoterpeni in esso contenuti, si ritiene possa svolgere una positiva azione anticancro, accanto ad altri vegetali come arance, zucca, carote e crocifere.

20/08/12

Plasmix, un miracolo di plastica!


Vi siete accorti che da qualche tempo il vostro comune vi ha chiesto di gettare i sacchetti di polietilene, le vaschette, i piatti di plastica e le pellicole per imballaggio nel sacco della plastica? Sì, nella plastica anziché nel sacco nero. E questo probabilmente grazie al progetto Pro-Plasmix.
Il plasmix è un materiale ricavato dalla selezione, trattamento e miscela industriale di plastiche eterogenee derivate dal riciclo di materiali che prima non venivano differenziati. Solo in Toscana, il plasmix è generato da un consumo di circa 15.000 tonnellate l’anno e rappresenta il 50% di tutte le plastiche provenienti dalla raccolta differenziata. 
Ideato e coordinato nel 2009 da Pont-Tech, il Consorzio per la Ricerca Industriale e il Trasferimento Tecnologico di Pontedera, e Revet, azienda di raccolta, selezione e trattamento di materiali per il riciclaggio, il progetto ha ottenuto proprio il mese scorso un nuovo lasciapassare per il suo proseguimento.
Questa è la prima iniziativa in Italia volta a riutilizzare prodotti altrimenti gettati nelle discariche. Tali ‘ri-prodotti’ hanno la stessa resistenza di quelli tradizionali ma pesano meno! E inoltre, favoriscono la cosiddetta ‘filiera corta’. Vengono cioè raccolti, riciclati e ri-creati all’interno dello stesso ambito territoriale: il che significa minori distanze di trasferimento, minori costi di trasporto e minore impatto ambientale.
Sono di plasmix i bauletti porta-caschi e le pedane dei motorini della Piaggio, i pannelli fonoassorbenti della Società Autostrade, le persiane per le case mobili da campeggio e i prefabbricati di Shelbox, i profilati per l’arredo urbano, gli arredamenti da giardino e gli utensili di largo consumo come vasi e sottovasi, scope, palette e secchi di Utilplastic, già in distribuzione da un anno nelle filiali Coop della Toscana e della costa tirrenica.
L’obiettivo della seconda fase di ricerche del progetto sarà quello di studiare nuove famiglie plastiche da poter riconvertire in materiale plastico, così da arrivare ad un riutilizzo ancor più completo dei materiali di scarto.

Perché i prezzi del cibo aumentano?


Negli Stati Uniti, uno dei più grandi Paesi produttori di frumento, soia e mais, il Department of Agriculture ha recentemente registrato una riduzione della produzione del 12% dovuta alle “scarse precipitazioni piovose associate a innalzamenti record delle temperature”. La crisi della produzione statunitense è rimbalzata su tutti i media, specie su quelli che si occupano di economia.
Ad esempio, sul Sole 24ore del 17 luglio scorso trovate questo: “I prezzi dei future sul mais con consegna a dicembre sono cresciuti del 4,5% raggiungendo ieri i 7,73 dollari per bushel al Chicago Board of Trade, il 50% in più di metà giugno. A 7,99 dollari i prezzi spot, livello vicino ai record dello scorso settembre. Le condizioni climatiche potrebbero ulteriormente danneggiare le colture di mais e soia che già lottano con le peggiori condizioni degli ultimi 24 anni, la più lunga siccità che abbia mai colpito gli Stati Uniti e in particolare il Midwest”.

Oltre a segnalare che soia e mais negli USA sono quasi del tutto OGM (non ci avevano promesso più raccolti?) riferiamo che anche i futures del grano sono balzati del 39%, complessivamente, dalla fine di settembre scorso al 13 luglio di quest'anno.
Questi dati hanno ripercussioni su scala globale, nei Paesi più ricchi ma anche e soprattutto nei Paesi in Via di Sviluppo, dove il cibo rappresenta larga parte della spesa quotidiana pro capite e gli effetti potrebbero essere devastanti. Nel 2008, e più recentemente lo scorso anno, i prezzi record delle derrate alimentari sui mercati internazionali hanno innescato drammatiche crisi di impoverimento delle popolazioni, generando rivolte e riproducendo instabilità politica.

Per quale motivo nel 2012 continuiamo a sperimentare una forte volatilità dei prezzi del cibo che di fatto a tante persone preclude un diritto fondamentale come quello dell’alimentazione? Si possono individuare cinque cause principali:
1. I cambiamenti climatici rappresentano l’ultima e più consistente minaccia alla sicurezza alimentare. Vi è un crescente consenso scientifico nel sostenere che l’intensità e la frequenza di eventi metereologici estremi, come l’eccezionale siccità che sta colpendo da settimane il mid-west degli Stati Uniti, aumenteranno per via dei mutamenti del clima. Il 10 luglio scorso la National Oceanic and Atmospheric Administration giungeva alla conclusione che la probabilità di un evento come la siccità record registrata lo scorso anno in Texas è stata amplificata 20 volte dai cambiamenti climatici, stabilendo un nesso preciso tra ondate di siccità estreme e trend climatici.
2. Le iniquità nella distribuzione dei profitti e nell’accesso alle risorse, tanto tra Paesi diversi quanto all’interno degli stessi, è il principale driver socio-economico all’origine della condizione di fame di larghe fasce della popolazione mondiale. Un accesso iniquo alle risorse significa che in Paesi dove si soffre la fame ci sono enormi aree di territorio destinate alla produzione per i consumi dei più ricchi invece che per la produzione di cibo destinato al consumo locale.
3. L’agricoltura industriale si è affermata a discapito della fertilità dei suoli, determinando inquinamento ed esaurimento delle acque dolci e perdita di biodiversità. Il meccanismo ha portato all’indebitamento milioni di contadini e ridotto le capacità delle comunità rurali di esercitare un controllo sulla terra e sulle sementi. Il quadro drammatico attuale conferma poi che le colture geneticamente modificate non sono nate per sfamare i poveri o per contenere i prezzi degli alimenti, non accrescono la produzione in maniera sostenibile e (come noto già da anni) in condizioni di temperature e umidità fortemente fluttuanti sono inaffidabili.
4. La perdita e lo spreco di cibo dalla raccolta alla tavola è questione cruciale. Nel mondo si produce cibo a sufficienza per sfamare agevolmente l’intera popolazione globale e ulteriori miglioramenti nella produzione potrebbero permettere di nutrire le generazioni future. Tuttavia, si stima che circa il 30% del cibo prodotto viene sciupato o sprecato. Una percentuale assolutamente inaccettabile.
5. La speculazione finanziaria sui futures delle derrate alimentari ha fortemente incrementato la volatilità dei prezzi. Se diffusa su tutti i mercati, un’inflazione di questa portata potrebbe avere effetti disastrosi sui molti milioni di famiglie che spendono la maggior parte dei loro averi per mangiare.
Per prevenire future crisi alimentari dobbiamo, quindi, ridurre le emissioni di gas serra per rallentare e contrastare i cambiamenti climatici, aumentare gli investimenti in pratiche agricole maggiormente resistenti ed ecologiche sfidando iniquità nei profitti e nell’accesso alle risorse, limitare i fenomeni speculativi più gravi sui prodotti agricoli e sul cibo, e ovviamente ridurre drasticamente lo spreco di alimenti.

Il clima sarà sempre al di fuori del nostro controllo. Adottare, invece, provvedimenti per arrestare il caos climatico, sviluppare sistemi di coltura più sostenibili, migliorare le condizioni economiche dei produttori e dei consumatori più poveri, nonché proteggere quanti sono più esposti alle brame predatorie della grande finanza: ecco, tutto questo si, lo possiamo fare, è alla nostra portata.

Leggi l'approfondimento "Agricoltura. Le linee guida per la rivoluzione verde"
Andrea Boraschi, responsabile campagna Energia e Clima