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31/05/12

VenTo: una pista ciclabile da Venezia a Torino


E’ stato presentato venerdì scorso al Politecnico di Milano il progetto VenTo (una crasi evocativa che sta per Venezia-Torino): una ciclovia che attraverserà tutta la pianura padana, per la maggior parte lungo gli argini del Po. Tra strade di campagna e tratti urbani, con i suoi 680 chilometri diventerebbe una delle più importanti piste ciclabili del Vecchio Continente e, ovviamente, la più lunga d’Italia.
La pista toccherebbe 4 regioni, 12 province, 121 comuni e, all’altezza di Milano prevederebbe una deviazione per la zona dell’EXPO. Enorme il potenziale turistico per le strutture ricettive della zona, con la valorizzazione di aree naturalistiche protette e luoghi ingiustamente dimenticati (come abbazie, fattorie, caselli idraulici).
E’ prevista una integrazione con la linea ferroviaria nel senso di un’integrazione tra viaggi in treno e spostamenti in bicicletta grazie alle oltre 100 stazioni ferroviarie presenti lungo il circuito. E anche il collegamento con altre piste ciclabili già esistenti lungo i fiumi Ticino, Adda, Mincio e Adige.
I costi dell’opera non sono eccessivi perché esistono circa già 100 chilometri del tracciato: le modifiche dei tratti mancanti o non ancora pedalabili potrebbero costare circa 80 milioni di euro. Quanto ai tempi, secondo le stime basterebbero due anni per il suo completamento.

30/05/12

Disidratatore di rifiuti umidi per eliminare i cattivi odori in cucina


loofen
Un disidratatore di rifiuti umidi per ridurre il volume della frazione organica ed eliminare i cattivi odori. A Terra Futura abbiamo approfondito la conoscenza di questo particolare elettrodomestico. Si chiama Loofen, lo distribuisce Rever96 Vivere Green, e a prima vista è un banalissimo compattatore di rifiuti.
Mi spiega l’espositore che consuma quanto una lampadina: 110 W. Nello specifico utilizzarlo ci costerebbe 3 euro e 25 al mese. Poi, dal momento che utilizza filtri a carboni attivi (vegetali, ci tiene a specificare) bisogna mettere in conto altri 25 euro (è il costo di due filtri di ricambio). Il compattatore ne costa 289 di euro. Insomma, un bel gruzzolo, ne varrà la pena?
Innegabilmente l’umido non sprigiona un buon odore, da me poi lo prelevano due volte alla settimana e ora che fa caldo tenerselo in casa a marcire non è una prospettiva allettante. Essiccando i rifiuti o meglio disidratandoli grazie ad un flusso di aria calda, vengono eliminati cattivi odori, umidità e batteri ed il volume dei rifiuti arriva a ridursi fino all’80%, pensiamo a 1.000 chili di spazzatura ridotti ad appena 200. Il che può snellire anche le operazioni di raccolta dell’umido, riducendo le emissioni, a patto però di ipotizzarne una diffusione su larga scala che al momento non sembra probabile, quindi escluderei temporaneamente questo vantaggio.

loofen 2
L’estetica indubbiamente è più gradevole di quella di un normale bidoncino marrone dei rifiuti umidi, si può scegliere tra diversi colori. Una volta che la frazione umida è stata disidratata (occorrono circa 30 minuti) la si può usare per fertilizzare le piante miscelandola all’acqua utilizzata per innaffiarle o smaltirla normalmente nella frazione organica.
L’espositore mi svela alcuni usi non convenzionali del disidratatore: estraendo il cestello dei rifiuti e piazzando della frutta sotto al flusso di aria calda, possiamo disidratare le mele (riducendole a tocchetti meno “acquosi” per i bambini) o far essiccare i pomodori.

29/05/12

Bio Clean: l'aspirapolvere automatico alimentato con i rifiuti organici


bio clean polvere
Un robot aspirapolvere automatico che possa effettuare al nostro posto la pulizia dei pavimenti della casa? Esiste già, lo sappiamo bene dalle martellanti pubblicità in merito. Il fattore che è in grado di frenare dal suo acquisto coloro che desiderano dedicare una maggiore attenzione aiconsumi energetici è dovuto al fatto che simili dispositivi finora non potevano che richiedere corrente elettrica per il proprio funzionamento.
Le batterie di un robot aspirapolvere automatico e rotante, capace di riconoscere la presenza di ostacoli sul proprio percorso, richiedono infatti lunghi tempi di ricarica, che possono variare dalle due alle tre ore e che in ogni caso si rivelano in grado di garantire al dispositivo una autonomia piuttosto limitata. A proporre una soluzione ad un simile problema ha pensato il designer Kyuho Song che ha ideato e progettato Bio Clean, un robot aspirapolvere che è in grado di funzionare tramite biocarburante ottenuto dagli scarti alimentari prodotti all'interno di qualsiasi cucina.
Ciò permetterà agli utenti di poter effettuare le proprie pulizie in maniera efficiente, soprattutto nel caso si abbia poco tempo a disposizione da dedicare ad esse, senza aggravare ulteriormente i propri consumi di energia elettrica e conseguentemente senza aumentare il costo della bolletta energetica. Si tratta in questo caso di un esempio positivo di come un comune gadget o elettrodonmestico possa essere in grado di sfruttare una fonte di energia alternativa ed ancora presa scarsamente in considerazione.
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Bio Clean è stato progettato in modo da essere dotato di uno speciale scompartimento all'interno del quale inserire parte dei propri scarti alimentari. Si tratta di una sorta di mini unità per la produzione di biogas, che verrà immediatamente utilizzato dall'elettrodomestico per il proprio funzionamento, permettendo in questo modo un impiego intelligente degli scarti di cucina e di non dover ricorrere alla corrente elettrica per compiere delle pulizie che altrimenti potrebbero essere svolte personalmente sfruttando il potere del proprio olio di gomito. Un robot aspirapolvere non rappresenta di certo un bene di prima necessità, ma Bio Clean ci aiuta a riflettere sulla possibilità di ricavare biocarburante dagli scarti di cibo per il funzionamento dei dispositivi elettronici che impieghiamo quotidianamente.

28/05/12

I palloni Equosolidali di Altromercato, divertenti e rispettosi dei diritti del lavoratore

I palloni Equosolidali

da maggio nelle Botteghe Altromercato

Con la bella stagione arriva la voglia di passare un po’ più tempo all’aria aperta e con un pallone il divertimento è assicurato! Da oggi il tuo pallone può essere Altromercato: un prodotto realizzato in luoghi di lavoro dignitosi, assicurando migliori condizioni lavorative e salariali ai cucitori, mai minori, e sostenendo progetti sociali a favore delle comunità locali finanziati con un fair trade extra premium.

L’azienda che fisicamente realizza i palloni per conto di Altromercato è Vision, sita in Sialkot nel nordest del Pakistan regione dove vengono prodotti più del 70% dei palloni da calcio prodotti nel mondo.
L’import avviene attraverso Fair Deal Trading, azienda 100% fair trade che si occupa di importare e distribuire in Europa prodotti realizzati con gomma naturale equosolidale.

La grafica è molto divertente ed originale: la sfera di cuoio sintetico, realizzata con cotone e con gomma, rappresenta infatti la terra, come se fosse un mappamondo per giocare.

Il tuo pallone lo trovi in esclusiva nelle Botteghe Altromercato.

27/05/12

Se McDonald's vuole fare Slow Food...

Se Mcdonald's vuole fare slow food...
Il marchio Mcdonald's si è rifatto il lifting. Con le ultime campagne di marketing punta a guadagnarsi la credibilità nelle forniture di cibo locale e rispettoso per l'ambiente. La pubblicità di Zio Mac ha voluto convertire molti partigiani del cibo made in Italy alla filosofia dell'hamburger, spacciando i propri prodotti come alimenti di alta qualità tipici della nostra tradizione alimentare. L'inchiesta di Roberto La Pira comparsa su Fatto Alimentare dimostra che la realtà è ben diversa e demolisce l'intera operazione del colosso del fast-food. L'operazione sarebbe iniziata in grande stile con l'arrivo di McItaly, il panino in versione italiana firmato dal Ministero delle politiche agricole e forestali con l'ex ministro Zaia come testimonial. Si tratterebbe in realtà di una precisa strategia studiata a tavolino: proporre per due mesi un nuovo panino con una fettina di Parmigiano Reggiano o di bresaola dop, richiamando l'attenzione dei media e poi...continuare tutto come prima.
"La realtà quotidiana è diversa" scrive La Pira. "La carne degli hamburger è italiana, ma si tratta di quarti anteriori di vacche a fine carriera di età compresa tra 4 e 6 anni. Gli animali sono macellati dall' Inalca di Cremonini a Piacenza, e si tratta di lotti non presenti in macelleria e nei supermercati. La carne di vacca non si vende perché risulta troppo dura e legnosa, e si può solo usare macinata negli hamburger industriali e nei ripieni. Il prezzo nei mercati all’ingrosso è ridicolo, per questo McDonald’s può proporre listini molto convenienti".
"Il menu diventa italiano quando si mangiano gli hamburger di pollo firmati da Amadori". Sul resto della fornitura c'è poco da aspettarsi. "Il pollo fritto impanato dei Chicken McNuggets, che arriva direttamente dalla società francese Cargill e da altre due società straniere. Anche le famose patatine fritte sono dell' austriaca Frisch & Frost. Poi c’è il merluzzo dei Filet-O-Fisch, importato dalla danese Espersen, i gamberetti dalla Thailandia".
Ciò che c'è di diverso in Mcdonald's è la comunicazione. Ricostruirsi un'identità italiana indubbiamente giova a tutte le industrie alimentari, soprattutto a chi è sempre stato il bersaglio principale di ambientalisti e cultori del cibo locale. Bisogna avere il coraggio di guardare oltre le apparenze. Dopo il green washing è subentrato il local washing, ci si traveste a paladini della filiera corta nazionale per pure operazioni di facciata.
Fatta la denuncia invece di criticare e basta a Mcdonald's dovremmo chiedere di più. Se ha cominciato ad usare prodotti italiani di per sè è un bene. Ma dovrebbe farlo fino in fondo, con maggiore trasparenza ed efficacia.

26/05/12

Una carta da parati ci protegge dalle frequenze wi-fi


L’idea può funzionare sia per chi non vuole regalare le sue frequenze wi-fi ai vicini, sia per coloro che preferiscono proteggersi dai danni di queste onde che, nonostante l’indifferenza della maggior parte delle persone, restano assai sospette. Oppure per coloro che soffrono di elettrosensibilità, ovvero di ipersensibilità ai campi elettromagnetici. O anche per schermare ospedali o camere da letto di privati.
Un gruppo di ricercatori francesi del Politecnico di Grenoble avrebbe infatti messo a punto una carta da parati isolante, capace di fare da schermo per le frequenze wi-fi (qui un articolo in lingua originale), senza però bloccare le onde radio o le frequenze di emergenza.
Un prototipo è già stato presentato alla stampa: il prodotto finito non differisce da una normale carta per tappezzare i muri: è coperto di motivi geometrici tracciato con un inchiostro contenente dei nanocristalli d’argento con proprietà schermanti e può essere ulteriormente coperto con altra carta da parati senza perdere le sue proprietà.
Il prezzo di questo tipo di carta potrebbe essere paragonabile a quello di una carta da parati di media gamma. Della commercializzazione si occuperà il gruppo finlandese Ahlstrom, che ha comprato il brevetto esclusivo.

25/05/12

10 idee creative per riutilizzare i tappi delle bottiglie di plastica


tappi plastica
I nostri lettori ormai sanno bene come sia possibile salvare dal ciclo dei rifiuti i più svariati oggetti, grazie ad un pizzico di fantasia ed alle numerosissime possibilità offerte dal riciclo creativo. Come utilizzare, ad esempio, i tappi delle bottiglie di plastica, nel caso si abbia, o si abbia avuto, il desiderio di conservarli per provare a regalare loro una nuova vita? Provate a mettere in pratica alcuni dei nostri consigli per realizzare piccoli progetti creativi.
Ricordiamo che per quanto riguarda la differenziazione dei rifiuti, i tappi di plastica devono essere gettati nell'apposito sacco di raccolta, assieme alle bottiglie di plastica, le cui etichette, se di carta, dovranno essere separate. Le bottiglie di plastica ed i loro tappi possono essere inoltre raccolte all'interno di macchinette automatiche simili a quelle che vi avevamo presentato relativamente alla possibilità di guadagnare attraverso lo svolgimento di una corretta raccolta differenziata.
E' necessario ricordare che il ricorso a bibite contenute in bottiglie di plastica, con particolare riferimento alla semplice acqua, dovrebbe essere limitato a casi di necessità ed il meno possibile abituale. Esistono però situazioni in cui acquistare acqua in bottiglia può diventare indispensabile, ad esempio nel caso si necessiti di acque dal particolare contenuto di minerali o in situazione di non potabilità dell'acqua proveniente dagli acquedotti pubblici. In ogni caso, ci teniamo ad incoraggiare nuovamente il riciclo ed il riuso della plastica, tappi delle bottiglie compresi, in modo che imballaggi dapprima visti come indispensabili non si trasformino nel giro di pochissimo tempo in inutili rifiuti.

1) Portasapone

portasapone
I tappi di plastica possono essere utilizzati per la realizzazione di un portasapone ideale per appoggiare il sapone da bucato nel momento in cui lo si utilizza per il lavaggio a mano dei panni e si necessita di un supporto antiscivolo, che, una volta riposto il sapone, permetta che esso si asciughi facilmente all'aria, in modo che l'acqua rimasta sul fondo del portasapone non lo consumi. Come base per la realizzazione dello stesso è possibile recuperare un contenitore di plastica per alimenti, come quelli in cui viene venduta la frutta al supermercato. Qui trovate istruzioni ed immagini chiarissime per la sua realizzazione.

2) Calamite

coccinelle tappi
Trasformate i tappi di bottiglia in calamite da applicare sul frigorifero inserendo al loro interno dei magneti e dipingendoli con dei colori acrilici adatti alla plastica. Li potrete trasformare in deliziose coccinelle magnetiche, così come ha pensato di fare l'autrice del blog Crafts by Amanda.

3) Decorazioni a tema

decorazioni tappi
Con l'aiuto di ago e filo, ritagli di carta, uncinetto e perline, i tappi di plastica possono esserericoperti di tessuto e trasformati in decorazioni o segnaposto a tema da utilizzare in occasione di compleanni o di altri festeggiamenti in famiglia. C'è chi ne ha tratto, ad esempio, delledecorazioni natalizie, attuabili anche nel caso di tappi metallici.

4) Gioielli e pendenti

gioielli tappi
Con un procedimento simile, i tappi possono essere trasformati in pendenti per gioielli come bracciali e collane o da applicare ai portachiavi. Eccone un esempio, personalizzabile a piacere per colori e materiali utilizzati.

5) Installazioni artistiche

tappi di plastica sono diventati protagonisti di vere e proprie installazioni artistiche realizzate a scopi benefici e volte alla sensibilizzazione al tema della scarsa disponibilità di acqua potabile nei paesi più poveri. Nel 2010 una simile opera è stata realizzata utilizzando 13699 tappi di plastica recuperati. Essi rappresentano gli individui che ogni giorno incontrano la morte a causa della mancata possibilità di accesso all'acqua potabile.

6) Timbrini fai-da-te

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I tappi di plastica possono essere trasformati in timbrini colorati con cui i più piccoli sicuramente si divertiranno. Essi faranno da base ad inserti di polistirolo, od altro materiale ritenuto adatto, da incidere liberamente per creare forme geometriche, lettere o quanto vi suggerisce la fantasia.Qui potete trovare esempi, idee ed istruzioni.

7) Supereroi

robot tappi
I tappi di plastica possono essere assemblati in maniera creativa per realizzare praticamente a costo zero giocattoli per bambini dall'aspetto molto simile a quello dei vari robot e supereroi in vendita. Date un'occhiata qui e mettetevi all'opera!

8) Sonaglini

tappi sonagli
Per creare dei piccoli sonagli per i più piccoli basta unire tra di loro due tappi di plastica da decorare a piacere, ad esempio con adesivi colorati, e da riempire con alcuni chicchi di riso o di mais.

9) Puntaspilli

puntaspilli
Ricoprendo i tappi di plastica con del feltro e realizzando decorazioni ricamate è possibile dare vita ad adorabili puntaspilli, simili a piccole opere d'arte. Qui potete visualizzare alcune immagini che vi guideranno nella loro realizzazione.

10) Segnaposto

Bottle Cap Cakes
I tappi possono essere infine utilizzati come base per la realizzazione di dolcetti da utilizzare come segnaposto o come bomboniere da creare mediante la lavorazione di pasta modellabile, come la pasta di sale o la pasta di mais. C'è chi in questo modo ha ottenuto delle deliziose mini-tortine e dei cupcake davvero originali, che viene quasi voglia di assaggiare!
E delle bottiglie che rimangono che farne? Ecco 10 modi pratici per riciclarle

24/05/12

Cartalatte™ , Cartafrutta™ e L'ECOALLENE®


Dai centri di raccolta i cartoni vengono portati in cartiera: qui la parte cellulosica viene separata da alluminio e polietilene grazie alla semplice azione centrifuga di un "enorme frullatore" che miscela il materiale senza l'aggiunta di alcun tipo di additivo chimico. Successivamente le componenti vengono lavate e filtrate: la carta viene veicolata al normale processo di produzione di carta riciclata; la frazione polietilene/alluminio viene inviata all'impianto di rigenerazione plastica.

La pasta di cellulosa liquida viene stesa su un tappeto in movimento e essiccata, controllando spessore e omogeneità. 
Viene successivamente avvolta in rotoli: questa carta potrà essere nuovamente riciclata, dando vita ad un ciclo continuo.  (Cartalatte™)

Una volta separati, carta, polietilene e alluminio danno vita a nuovi materiali. CARTAFRUTTA ™ derivante dal riciclo dei contenitori provenienti dalla raccolta differenziata, è una carta avana particolarmente adatta per la produzione di shopper e di cancelleria. L'ECOALLENE® , composto da polietilene e da una piccola percentuale di alluminio, è un materiale plastico e stampabile, impiegato nell'edilizia, nel promotional ed in bigiotteria.




Ecco un produttore di articoli in ECOALLENE® personalizzabili: www.leccepen.it



23/05/12

Newlife™: la versatile fibra tessile della Miroglio derivata da bottiglie di plastica


Riciclare delle bottiglie di plastica PET e farle diventare dei tessuti per l’abbigliamento. Questa la grande scommessa e l’interessante risultato di anni di ricerca da parte dell’azienda Filature Miroglio di Saluzzo (in Piemonte) in una joint venture con il gruppo Sinterama di Biella. A un anno dal lancio ufficiale del marchio sono già una cinquantina i partner in Europa per la tessitura di questo poliestere riciclato. Con trenta bottiglie di plastica da 1,5 litri si produce un chilo di filato Newlife™.
Questo in sintesi il processo di lavorazione: scaglie di polimero derivate da bottiglie di plastica “Clear” (di tipo chiaro) selezionata e lavata, vengono fuse e trasformate in filati, poi raccolti in bobine e successivamente inviati al reparto di testurizzazione, dove un processo termico e di frizionamento conferisce loro il volume e le caratteristiche funzionali di una fibra naturale. I filati ottenuti possono infatti avere caratteristiche molto simili a quelle della seta, del cotone (e in futuro forse anche della lana).
Dal punto di vista ambientale è interessante il fatto che tutti i processi impiegati nella lavorazione sono di tipo meccanico e non chimico: questo significa basse emissioni di CO2 ed enorme risparmio di acqua. Oltre a evitare di depositare migliaia di tonnellate di plastica in discariche.
I tessuti prodotti con questi filati sono già stati scelti da importanti stilisti come Giorgio Armani e Valentino per capi e collezioni molto chic e, anche indossati da celebrities come Livia Giuggioli, moglie di Colin Firth. Una riprova che non occorre rinunciare all’aspetto stilistico per essere ecosostenibili. In ogni caso, grazie alle sue caratteristiche funzionali, questo tipo di filato è anche adatto alla manifattura di sportswear e abiti da lavoro.

22/05/12

Biologico: boom italiano nelle esportazioni


Per chi ha la possibilità di farsi un giro uno giro all’interno di un supermercato Bio a Parigi, la notizia non sorprende più di tanto. Che il biologico Made in Italy sia in espansione lo dicono gli scaffali pieni di etichette italiane. Eppure le proporzioni con cui questo boom sta continuando sono decisamente importanti.
Per il sesto anno consecutivo, come avevamo notato anche poco tempo fa, il settore Bio in Italia è cresciuto, con una percentuale dell’8,9%. Crescita che è stata trainata non solo da consumi sempre più diffusi nel Paese – tanto che la Confederazione Italiana Agricoltori (CIA) parla ormai di “nuova abitudine” e non di “moda” – ma anche da un’esportazione dei nostri prodotti all’estero davvero impressionante. In pochi anni l’Italia è diventata il Paese europeo numero uno in fatto di esportazioni di prodotti Bio, soprattutto se parliamo del settore agroalimentare.
Secondo Federbio:
In molti paesi esteri, in particolare quelli germanofoni e nel Nord America, il prodotto biologico e in particolare il prodotto Organic Made in Italy riscuote ampie preferenze.
L’esperienza personale ci porta a concludere che anche in Francia le cose per il Made in Italy non vadano male. Ad ogni modo, il mercato interno risulta ancora il settore decisivo ed è importante osservare che anche in questo campo la crescita sia sensibile. Le parole della CIA sono in questo senso rivelatrici:
Dal punto di vista dei consumi, (il biologico) rappresenta circa il 3% del fatturato alimentare e solo il 2,3% della popolazione ne fa uso esclusivo, anche se negli ultimi due anni le vendite nei supermercati sono aumentate dell’11,5% e nei negozi specializzati del 15-20%.
Qualcuno noterà come si tratti comunque di quantità tali da far parlare di una certa marginalità del settore. Si tenga però conto della crisi attuale e della riduzione del potere di acquisto di stipendi e salari. I beni di prima necessità Bio sono senza dubbio più cari in media, rispetto alle grandi marche da supermercato. Però il settore continua a crescere, nonostante tutto. A nostro modo di vedere un motivo è quello di un certo slittamento di senso della parola Bio all’interno dei comportamenti della clientela.
Se in origine era una questione di etica ambientale unita alla poca fiducia rispetto alle tecniche “chimiche” della concorrenza non Bio, oggi il biologico è diventato un marchio che segna una qualità superiore del prodotto. Vera o no che sia questa superiorità (c’è chi la mette in discussione), la possibilità di avere queste certificazione di qualità permette alle migliori produzioni del Paese di emergere tra la concorrenza. Spesso, infatti, una piccola azienda non ha comunque modo di concorrere con le grandi produzioni a livello di prezzi. Il marchio Bio diventa allora una chance fondamentale per vedere riconosciuto il proprio prodotto come “diverso”. E spesso si tratta di una “diversità” reale.
La scommessa per il futuro, ora, è lo sviluppo anche nel settore dell’allevamento. Fatte salve alcune eccezioni, infatti, in questo campo l’Italia sconta ancora un ritardo rispetto ad altri Paesi come la Germania. In questo senso ANABIO ha deciso di promuovere For@zoobio, un progetto orientato a formare gli allevatori orientandoli verso il metodo biologico:
In Italia gli allevamenti bio non hanno ancora assunto volumi di produzione adeguati ai livelli dei consumi. Di conseguenza il nostro Paese, pur restando il primo esportatore al mondo di alimenti bio, è importatore di carni, latte e uova biologiche. Riteniamo, perciò, che questo settore abbia grandi potenzialità economiche e, per questo, intendiamo offrire agli allevatori gli strumenti di conoscenza necessari per intraprendere queste produzioni.
Non possiamo che auspicare che questo progetto vada a buon fine. Va comunque detto che il problema degli allevamenti BIO non può essere ridotto, come a volte avviene, al nutrire gli animali con mangimi di origine “organica”. L’obiettivo dovrebbe essere quello, crediamo, di ridurre anche la quantità di stress che gli animali subiscono durante tutta la loro esistenza, dalla nascita al macello, negli allevamenti classici.


Leggi tutto: http://www.greenstyle.it/biologico-boom-italiano-nelle-esportazioni-9538.html#ixzz1vE2aJyy7

21/05/12

Il percorso di un email raccontata da Google in un video


gmail
Cosa succede alla vostra posta elettronica quando la inviate? Qual è il percorso di un'emal? Il colosso informatico di Google si sta impegnando ad impiegare e ad investire nelle energie rinnovabili per il funzionamento dei propri data center e dei dispositivi tecnologici legati agli edifici in cui vengono raccolti giornalmente migliaia e migliaia di dati che gli utenti del web si scambiano per motivi di studio, di lavoro o semplicemente come passatempo. Ora Google ha deciso di svelare attraverso un video esplicativo che cosa accade esattamente dopo il momento in cui, avendo deciso di inviare una e-mail tramite Gmail, premiamo il tasto invio.
La descrizione del processo di invio dei messaggi di posta elettronica, presentata da Google attraverso le immagini di un video appositamente realizzato, non manca di sottolineare come la compagnia si impegni a non perdere l'occasione di mettere in atto comportamenti all'insegna dellasostenibilità ambientale, aiutandoci a riflettere sulla quantità di energia necessaria per l'invio quotidiano dei nostri messaggi di posta elettronica.
Ogni nostro messaggio, una volta inviato, viene veicolato attraverso un percorso che dura in realtà pochissimi istanti, in direzione del data center di Google, che si occupa della gestione dei messaggi seguendo dei precisi protocolli di sicurezza a garanzia della privacy dei dati e delle informazioni contenute all'interno di essi. Ogni messaggio subisce inoltre una scansione antivirus, in modo da proteggere il computer su cui verrà scaricato e ricevuto. I messaggi vengono dublicati, in modo da garantire la creazione di copie di back-up. Google si impegna a potenziare l'efficienza dei propri data center, cercando di garantire consumi energetici sempre minori, ma non causando alcun danno ai propri servizi. Google garantisce come utilizzarre Gmail per le proprie attività di lavoro garantisca un impatto ambientale di 80 volte minore.
Google dichiara come i propri data center siano in grado di utilizzare il 50% in meno di energiarispetto ad un comune data center, grazie allo sfruttamento dell'energia prodotta dal vento e generata da parchi eolici posti nelle vicinanze dei data center e ponendo estrema attenzione ad arginare la dispersione energetica. Attraverso il video realizzato da Google, la compagnia si rivela in grado di certificare sia la sicurezza dell'invio di messaggi di posta elettronica attraverso i canali da essa offerti, sia il proprio impegno relativamente alla sostenibilità ambientale, mettendo in luce le risorse energetiche necessarie a finalizzare un gesto diventato ormai per molti di noi quotidiano, come l'invio di una e-mail.

20/05/12

20 usi alternativi per il caffe'


caffe usi alternativi
Il caffè è certamente una delle bevande più amate e più consumate nel nostro Paese. Ma come comportarsi nel caso capiti che esso avanzi e come riutilizzare in maniera furba i fondi di caffè? Vi presentiamo alcuni suggerimenti in proposito, che potranno esservi utili nella pulizia della casa,in cucina, nella cura della vostra bellezza e dei vostri animali domestici, nonché del vostro giardino fiorito.
Insomma per il caffè, i suoi chicchi e per quanto riguarda ciò che resta dopo la preparazione di questa bevanda, esistono numerosi riutilizzi alternativi, che a volte potrebbero aiutarvi ad evitare che piccole quantità di rifiuti finiscano direttamente nel bidone dell'umido.

1) Deodorante per il frigo

La polvere di caffè, come il bicarbonato di sodio, possiede la capacità di assorbire i cattivi odori all'interno del vostro frigorifero. Vi basterà riporne alcuni cucchiai in un piccolo contenitore per tenere a bada la formazione di eventuali odori sgradevoli, che scompariranno quasi per magia.

2) Ridurre la cellulite

Le creme comunemente in vendita contro la cellulite annoverano spesso tra i loro ingredienti lacaffeina, in grado di agire positivamente nei confronti della circolazione capillare e dei ristagni di liquidi. Potrete ottenere la vostra crema fai-da-te mescolando del caffè in polvere con dell'olio di mandorle dolci. Massaggiate il composto ottenuto sui punti critici prima della doccia.

3) Cancellare i cattivi odori dalle mani

Tritando dell'aglio, sbucciando una cipolle o affettando dei porri, vi potrebbe capitare che il loro odore si trasferisca in maniera persistente sulle vostre mani. Sfregatele dunque con un pochino di polvere di caffè (anche recuperata da un fondo) prima di passarle sotto l'acqua per risolvere il problema.

4) Compost casalingo

Caffè avanzato o fondi di caffè possono essere utilizzati per arricchire il vostro compost o il terriccio da utilizzare per le vostre piante al momento del travaso, soprattutto nel caso esse necessitino di terreni piuttosto acidi, caratteristica che il caffè sarà in grado di donare loro grazie alla capacità di rilasciare nitrogeno nel suolo.

5) Per capelli splendenti

Se avanzate del caffè, lasciatelo raffreddare e diluitelo con acqua e applicatelo sui capelli con l'aiuto di un contenitore spray prima del lavaggio. Lasciate agire per una ventina di minuti e poi passate allo shampoo. Ripetete il trattamento una volta alla settimana per ottenere risultati sempre migliori. Il trattamento, se effettuato regolarmente, potrà regalare ai capelli delicati riflessi color caffè.

6) Tintura naturale

Del caffè molto forte potrà essere utilizzato per la tintura di stoffe e tessuti in lino o in cotone, che dovranno essere lasciati immersi nel liquido, con aggiunta di acqua e portato ad ebollizione, per una notte. Il trattamento potrà essere ripetuto a seconda della tinta che si desidera ottenere.

7) Portaspilli

Una piccola quantità di caffè in polvere o dei chicchi di caffè potranno essere utilizzati percomporre l'imbottitura di un portaspilli realizzato a mano con degli scampoli di stoffa recuperati. Il caffè proteggerà inoltre i vostri spilli ed aghi dalla ruggine.

8) Pulizia del caminetto

La rimozione della cenere dal caminetto può essere facilitata cospargendo su di essa dei fondi di caffè che vi faciliteranno nella sua rimozione facendo in modo che essa non si sollevi al momento di agire con secchio e paletta o con l'aspirapolvere.

9) Scrub naturale

Potete realizzare uno scrub naturale per il corpo, che vi aiuterà nella rimozione delle cellule morte, mescolando un cucchiaio di caffè in polvere e mezzo cucchiaio di olio d'oliva. Amalgamate e massaggiate sulla pelle prima della doccia.

10) Allontanare le formiche

Per allontanare le formiche dai punti di entrata della vostra casa, cospargete al suolo dei fondi di caffè precedentemente lasciati asciugare. Potete fare lo stesso nelle vicinanze del formicaio, anche versando direttamente del caffè. Il suo odore dovrebbe scoraggiarle.

11) Fertilizzare le piante

Le piante che amano suoli acidi vi ringrazieranno se cospargerete nelle vicinanze delle loro radici dei fondi di caffè usati. Potete utilizzate inoltre i rimasugli di caffè rimasti nelle tazze, dopo averli diluiti. I nutrienti presenti nel caffè favoriscono la crescita e la fioritura di azalee, rododendri e cespugli di mirtilli.

12) Detergente abrasivo

Potrete trasformare del comune detergente per i piatti in una crema abrasiva da utilizzare per la pulizia di superfici dure o per rimuovere lo sporco ostinato da pentole e fornelli. Vi basteràaggiungere del caffè in polvere, anche già utilizzato e lasciato asciugare, ad una piccola quantità di detersivo ed amalgamare prima dell'uso.

13) Deodorante per auto

Se amate l'odore del caffè, potete realizzare un prodotto fai-da-te deodorante e profumato per l'auto utilizzandolo per riempire un piccolo sacchetto realizzato recuperando del tulle o il tessuto di vecchi collant. Per la sua realizzazione potete seguire le immagini e le istruzioni riportate a questo link.

14) Coltivare funghi

Molti non ne sono a conoscenza, ma i fondi di caffè possono essere utilizzati per la coltivazione dei funghi, pratica che la start-up californiana Bttr Ventures ha trasformato in un vero e proprio business sostenibile. Dei semplici kit per l'autoproduzione di funghi che si avvalgono dell'utilizzo di fondi di caffè sono acquistabili online.

15) Antipulci

I fondi di caffè sono considerati un ottimo repellente per le pulci. Potranno essere strofinati sulpelo del cane dopo il bagno. Il pelo dovrà essere spazzolato una volta asciutto. L'odore dei fondi di caffè sarà molto meno fastidioso di quello di molti comuni antipulci.

16) Pulizia degli scarichi

I fondi di caffè possono essere diluiti in acqua e versati lungo gli scarichi di lavandini, vasche da bagno e wc in modo da assicurare la loro pulizia e da tenere a bada la formazione di cattivi odori persistenti.

17) Conservare lo zucchero o il sale

Una manciata di chicchi di caffè potrà essere disposta sul fondo della zuccheriera o del barattolo in cui conservate lo zucchero in modo da prevemire la formazione di una eccessiva umidità. Un analogo suggerimento vale anche nel caso del sale.

18) Nutrire i lombrichi della vostra compostiera

Se avete deciso di realizzare una compostiera da balcone che per la formazione del compost sfrutti l'azione dei lombrichi inseriti all'interno di essa, non abbiate timore di gettarvi i vostri fondi di caffè. Pare infatti che i lombrichi li apprezzino parecchio e che grazie ad essi possano aumentare la propria efficienza.

19) Cancellare i graffi dai mobili

Se possedete dei mobili o dei serramenti in legno scuro che appaiono irrimediabilmente graffiati, provate ad immergere un panno od un pennellino in una tazza di caffè solubile e ad utilizzare la bevanda come una tintura naturale finché la parte graffiata riprenderà una tonalità il più possibile simile a quella della superfice circostante.

20) Ingrediente segreto

Utilizzate il caffè come ingrediente segreto in cucina per la preparazione di granite, sorbetti, torte casalinghe, creme, biscotti e dolci di vario tipo. Regalerete ad essi un inaspettato tocco in più. C'è chi ha provato addirittura ad utilizzarlo come ingrediente inaspettato nella preparazione del risotto. Sperimentare nuove ricette non guasta mai!
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