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01/02/12

All'Elba parte la corsa al litio Legambiente: «Fermare lo scempio» ,


Permesso di ricerca minerario al limite di una zona protetta in un'isola già alle prese con colate di cemento e alluvioni

Una miniera elbana a CapoliveriUna miniera elbana a Capoliveri
PORTOFERRAIO (Livorno) – All’isola d’Elba c’è un tesoro energetico nascosto. E il litio, metallo alcalino, oggi «prezioso» perché elemento essenziale delle batterie a lunga durata, comprese quelle delle auto elettriche. Certo non siamo nelle Ande, dove i laghi salati custodiscono l’85% delle riserve conosciute, ma secondo gli esperti anche le piccole miniere elbane potrebbero regalare grosse sorprese e soprattutto buoni guadagni. Così, come per l’oro in Maremma, c’è chi si è mosso per chiedere e ottenere il permesso di ricerca per un’eventuale concessione.
PROBLEMA - C’è un problema però: secondo gli ambientalisti, e non solo loro, l’estrazione del minerale sarebbe altamente impattante per l’isola e non risparmierebbe neppure le zone devastate dall’ultima alluvione. «Il progetto è stato presentato dall’associazione pistoiese Lithium», spiega Umberto Mazzantini responsabile di Legambiente Arcipelago Toscano. «Ha ricevuto il nullaosta della Regione sulla valutazione di impatto ambientale e riguarda la raccolta e lo studio di campioni di minerali per migliorare le tecniche di estrazione del litio che poi dovrebbero essere applicate in più ricchi giacimenti in Africa. La ricerca si svolgerà in un’area assai vasta: tra i paesi di San Piero e Sant’Ilario, nel Comune di Campo nell’Elba, al confine (ma probabilmente anche all’interno) del Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano e del Sito di interesse comunitari (Sic) e Zona di protezione speciale (Zps) di Monte Capanne- promontorio dell’Enfola, istituita in base alle direttive Ue Habitat e eccelli e al Sito di importanza regionale (Sir) istituito dalla Regione Toscana».
PEGMATITI - Secondo Legambiente il litio elbano si troverebbe all’interno delle pegmatiti tra San Piero e Sant’Ilario, rocce famose in tutto il mondo per i loro meravigliosi cristalli, ma come hanno scritto in passato alcuni illustri ricercatori la loro estrazione «non offre, sia per la natura dei minerali (silicati) che per le consistenze, reali interessi economici riferiti al litio». «L’area ha invece un grande interesse nel business del collezionismo», spiega Mazzantini, «che il permesso di ricerca mineraria richiesto, preludio all’estrazione, potrebbe distruggere». Dunque per Legambiente la «strana corsa» al litio dell’Elba deve essere immediatamente fermata. Soprattutto perché l’Elba, già devastata in passato dal cemento e oggi dalle alluvioni, non sopporterebbe nuovi scempi veri o presunti. «È incredibile – denunciano gli ambientalisti – che in un’isola dove si fatica moltissimo a ottenere il permesso per un pannello solare sul tetto, si dia l’ok alla ricerca mineraria in un’area paesaggisticamente eccezionale e circondata da protezioni ambientali regionali, nazionali ed europee».

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