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30/11/11

La nuova pagina ECO-Guide:

Da oggi sarà visualizzabile la nuova pagina delle ECO-Guide, prese dal sito corriere.it in collaborazione con lifegate. Per vederla CLICCA QUI

ECO Yacht, per la nautica green:


Gli esempi di successo ai Nautical Design Awards

MILANO - Propulsione ibrida, interni riciclabili e carene dal cuore di sughero per rendere più ecologica la navigazione a motore. È questa la virata verde della nautica italiana, impegnata con i suoi cantieri d’eccellenza a fare delle imbarcazioni made in Italy un punto di riferimento, a livello mondiale, per design, motori e accessori. E, negli ultimi due anni, anche per l’attenzione riservata dai suoi protagonisti alla salvaguardia ecologica del mare e degli oceani. Battaglia non facile, soprattutto quando si tratta di barche a motore. Da sempre contraltare della barca a vela quando il centro della discussione si sposta sull’inquinamento. Tuttavia, non impossibile da combattere, quando i colpi sono assestati nella giusta direzione, lavorando dove è possibile per ridurre e mitigare l’impatto ambientale. E soprattutto convergendo gli sforzi sia durante la lavorazione dei manufatti sia in previsione del loro smaltimento finale. Con un occhio di riguardo per la riciclabilità dei materiali interni, la scelta dei tessuti naturali e l’applicazione delle bioresine e delle vernici ecologiche per le rifiniture. Ma anche sui sistemi a propulsione ibrida per sfruttare l’impiego dei motori elettrici nei momenti di lenta navigazione, come le manovre e le fasi di accesso e l’uscita dalle marine.
CANTIERISTICA SOSTENIBILE - «Integrare la sostenibilità ecologica agli yacht a motore non è una cosa facile», spiega Luisa Bocchietto, presidente dell’associazione per il disegno industriale e della giuria che quest’anno ha premiato, suddividendole in dieci categorie, le migliori barche italiane con i Nautical Design Awards. Imbarcazioni che in futuro saranno giudicate anche dall’Osservatorio permenente del design Adi per le selezioni del Compasso d’oro, il più importante riconoscimento del design italiano dal 1954. «Infatti la difficoltà principale è quella di integrare i sistemi per la salvaguardia ambientale ai consumi già dispendiosi di questa tipologia d’imbarcazioni», aggiunge la presidentessa. «Ad esempio, aggiungere la propulsione ibrida fa lievitare in maniera esponenziale non solo i costi di vendita, ma anche quelli di produzione. Per questo motivo la ricerca della sostenibilità in questo campo, non solo in Italia, è ancora un settore di nicchia. Anche se», conclude Bocchietto, «nel nostro Paese sono parecchi gli sforzi che si stanno muovendo verso questa direzione».
I PREMI - Esempio del grande l’impegno verso la prospettiva verde della cantieristica italiana, i candidati per il 2011, dei Nautical Design Awards, manifestazione promossa da Yacht & Saile Adi, dove è prevista anche una categoria di imbarcazioni scelte per il loro basso impatto ambientale. «Attraverso questo riconoscimento», afferma Roberto Salamini, publisher di Yacht & Sail, «raccontiamo in àmbiti prestigiosi, come esposizioni e saloni nautici, il grande valore del comparto nautico italiano. Ad esempio, molte di queste imbarcazioni hanno già trovato un riscontro positivo sul mercato americano in occasione del Miami Boat Show, salone di nautica internazionale». In gara, per la categoria verde dei Nautical Design Awards, quattro imbarcazioni italiane, dai 15 ai 55 metri, che si sono distinte, in maniera differente, per la loro attenzione alle tematiche ecologiche. Tra questi la Navetta 26, come il numero dei suoi metri, il primo modello green di Filippetti Yacht, per la sua autonomia di acqua e carburante. La vela da diporto Vismara 50 Hybrid di 16 metri e 30, dotata di batterie al litio invece che al piombo e di un sistema power regeneration per l’autonomia energetica che sfrutta il trascinamento del motore elettrico durante la navigazione a motore e quello dell’elica per quello a vela. E il Vitruvius Galileo progettato da Picchiotti, secondo le normative Ice Class per poter raggiungere l’Artico attraverso il passaggio a nord-est tra Atlantico e Pacifico, che con i suoi 55 metri apre la rotta verso l’ecologia anche per le imbarcazioni fatte per le lunghe navigazioni.
IBRIDO E SUGHERO - Infine, il Magellano 50 dalla Azimut Yachts, disegnato da Cor D Rover, vincitore assoluto della categoria yacht a basso impatto ambientale. Infatti, per rendere meno inquinante questa grossa imbarcazione, che misura 15,64 metri, Azimut ha lavorato, a partire da dieci anni fa, sulla propulsione ibrida, creando due motori elettrici da 20 kW, per affiancare i motori diesel common rail di ultima generazione. E che, grazie al controllo elettronico può passare in automatico dal regime tradizionale a quello elettrico spostando solo le leve dei motori. Un sistema chiamato Easy Hybrid Plus, in grado di ridurre i consumi di carburante e attenuare persino rumore e vibrazioni. Permettendo di navigare con il sistema elettrico fino alla velocità di 8 nodi contando solo sulle batterie ricaricabili e con una autonomia oltre le mille miglia grazie agli accumulatori. «Sopra la nostra imbarcazione», afferma Giovanna Vitelli, responsabile della comunicazione del gruppo Azimut Benetti, «oltre l’opzione della propulsione elettrica, il nostro team di ricerca ha fatto anche un esperimento nella zona timoneria che, se si riuscisse ad applicare anche ad altre parti degli yacht, sarebbe una vera e propria rivoluzione a favore dell'ambiente. Infatti, la parte centrale di Magellano 50 è composta da un cuore a due strati di sughero. E, anche per le resine, abbiamo sostituito quelle artificiali con quelle naturali. Per noi, un traguardo in nome della compatibilità. In più», conclude Vitelli, «i tessuti sono tutti naturali e i legni, tutti provenienti da foreste certificate, lavorati con trattamenti poco inquinanti oltre a materiali sintetici che li sostituiscono in alcune parti».

Alce Nero diventa fornitore ufficiale del Cesena calcio:


alce_neroL’alimentazione fa la differenza, anche in campo. Ne sono convinti all’A.C. Cesena, che converte al biologico la dieta dei suoi calciatori, adottando i prodotti di prima scelta di Alce Nero. L’azienda leader del biologico italiano è infatti diventata il fornitore ufficiale della società sportiva di serie A, grazie alla partnership che porta la firma diGsport, concessionaria ufficiale Marketing e Pubblicità della squadra emiliana. Frollini, nettari e composte di frutta, pasta di kamut e di grano, riso, cereali, pomodoro, sughi, olio impiegati per la preparazione dei pasti saranno esclusivamente forniti da Alce Nero.
Nutrizionisti e medici sportivi concordano sul fatto che una sana alimentazione sia indispensabile per raggiungere una preparazione fisica ottimale, e i prodotti Alce Nero hanno tutte le caratteristiche per essere l'alimentazione perfetta per lo sportivo: sono realizzati solo con materie prime italiane selezionate e non trattate con sostanze chimiche (secondo le regole dell'agricoltura biologica), escludendo Ogm e rispettando i cicli naturali della terra.
Diverse ricerche scientifiche dimostrano come mangiare cibi biologici migliori il benessere fisico dell'atleta, in particolare per quel che riguarda la prevenzione ed il recupero in caso di infortuni di tipo muscolare, e di come questo tipo di alimentazione diminuisca l'incidenza di patologie gastrointestinali.
Siamo contenti di aver raggiunto questo accordo – dice Saverio Provenzano, Responsabile Commerciale e Marketing Gsport per Cesena – con un’eccellenza nel mondo dell’alimentazione biologica sana, accordo che ci permette di dare il via al binomio alimentazione sana - sport anche nel calcio professionistico, da sempre espressione di questi valori.”
“Il binomio sport – alimentazione bio rappresenta un punto importante per la nostra azienda – afferma Nicoletta Maffini, responsabile marketing di Alce Nero - che ha già al suo attivo altre collaborazioni eccellenti come quella con il Bologna Calcio. Siamo lieti di questo nuova sinergia con il Cesena Calcio, che ci aiuterà a diffondere sempre più i valori di una sana alimentazione come stile di vita vincente, improntato al benessere generale della persona”.

Ecorent, arrivi in treno e circoli con l'auto elettrica:


EcoRent
Affittare un'auto elettrica a Roma e Milano per muoversi anche nei giorni di blocco del traffico direttamente scesi dal treno. Dal 1° dicembre questa comoda ed ecologica combinazione diventa realtà grazie a Ecorent, il servizio di noleggio messo a disposizione da Trenitalia eMaggiore ai clienti dell'Alta Velocità in arrivo in una delle due città. L'auto elettrica messa a disposizione sarà la  nuova Peugeot iON, ideale per la mobilità urbana.
La nuova formula di noleggio a impatto ambientale zero garantirà dunque un viaggio "treno+auto" a totale trazione elettrica pensato per tutte le esigenze: dall'uomo d'affari al turista, dai giovani alle famiglie, Ecorent diventa un servizio rapido e comodo a disposizione di tutte le tasche.
Ma come funzionerà? All'arrivo nella stazione di destinazione, il personale Maggiore consegnerà le chiavi del veicolo elettrico Peugeot ion al cliente Trenitalia direttamente ai binari di arrivo delle Frecce. L'auto elettrica a disposizione e con un'autonomia di 150 chilometri potrà poi essere ritirata nei parcheggi appositi situati a ridosso, rispettivamente della stazione Termini (via Marsala) e della stazione di Milano Centrale (nelle adiacenze della Galleria delle Carrozze). 
E il costo? Per i viaggiatori sarà possibile noleggiare la Peugeot ion con diverse formule: da quella oraria al costo di 8 euro l'ora, a quella giornaliera (48 euro) fino a quella settimanale (192 euro) pagando direttamente presso l'agenzia Maggiore, ma ulteriori sconti sono previsti in caso di prepagamento in fase di prenotazione. Tutte le tariffe però sono "comprensive di chilometraggio illimitato, prima ricarica, limitazione quote addebito danni e furto, oneri ferroviari, amministrativi ed automobilistici".
Il servizio di noleggio EcoRent, reso possibile grazie alla partnership tra Trenitalia, Maggiore e il sostegno tecnico di Peugeot gode del patrocinio di roma Capitale - Assessorato alle Politiche Ambientali e del Verde Urbano ed è già prenotabile dal 24 novembre via web (sul sito trenitalia.it o Maggiore.it) o mediante Call Center al numero 848 000 919 a partire però dal 1° dicembre 2011.
Calcolando che chi affitta l'auto elettrica potrà anche godere delle agevolazioni per questo tipo di veicoli in città come quella di circolare nelle zone a traffico limitato o parcheggiare gratis sulle strisce blu è una gran bella opportunità non trovate?

Food from the Sky: il cibo dal cielo,


foodfromthesky
Avete mai sentito parlare di supermercati che vendono il cibo prodotto sui loro tetti? No? Neanche noi, prima di vederli coi nostri occhi a Londra, dove nella zona settentrionale della città, a Crouch End, lontani dalla City abbiamo fatto questa bellissima scoperta. Il cibo che viene dal cielo, letteralmente.
Come non soddisfare la curiosità di sapere chi c'era dietro a tale geniale ma semplice idea? Una donna, Azul-Valerie Thome, un po' visionaria forse, ma con una grande speranza, quella di trasformare il panorama delle nostre città e al tempo stesso produrre qualcosa di buono per la nostra salute, oltre che per la vista. Ed è così che sopra i tetti dei supermercati Thorntons Budgens lo scorso maggio sono apparse le prime coltivazioni.
Nel bel mezzo di Crouch End, tra vari concorrenti scatenati, sorge infatti il negozio indipendente di Thorntons Budgens. Visto dal di fuori sembra un piccolo supermercato, normale all'apparenza, ma che nasconde questo segreto. Basta salire sul tetto per scoprirlo. Ben 450 metri quadrati di colore in mezzo ai palazzi alti, un rifugio dove si trovano fiori colorati e insetti, ma anche scatoli di verdure, erbe, frutta e cespugli, che vengono venduti qualche piano più giù.


L'idea del progetto “Food from the Sky” nasce quando la donna incontra Andrew Thornton, il proprietario del negozio Budgens: “Ero alla ricerca di un progetto alimentare sostenibile per un nuovo supermercato e mi chiedevo se utilizzare il tetto fosse idoneo”.

supermercato_food
E a quanto pare, lo era. Vi erano infatti le condizioni ideali per le piante, tra cui il calore legato al riscaldamento del supermercato e ai sistemi di illuminazione, convogliati sul tetto. Limitando così anche il rischio che le gelate invernali potessero danneggiare il raccolto. Ancor meno che akm 0. Che già sarebbe una grande conquista.
Da poco inoltre è stato avviato anche un corso di permacultura, per spiegare il funzionamento del progetto Food from the sky, ed è stato dato il via alle visite per le scuole primarie locali.
Cibo dal cielo, non solo perchè è prodotto in alto, ma anche perché ha una valenza sociale e solidale. Gli alimenti raccolti e rimasti invenduti a fine giornata vengono distribuiti dai volontari a chi ne ha più bisogno.