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03/11/11

Ammazzare i procioni con torture; per fare cosa?! i FINTI Ugg:


ugg_boot
Torniamo ancora una volta a parlare del binomio pellicce-torture sugli animali, questa volta per catalizzare l’attenzione su un tipo di stivali che sta andando moltissimo di moda negli ultimi anni. Stiamo parlando dei comodi e caldi stivali australiani UGG, che, dopo il successo degli anni passati, si riconfermano come una delle tendenze della moda inverno 2011.
Esistono per uomo, per donna e persino per bambino, in mille diversi colori. Un paio di queste calzature originali arrivano a costare anche più 200 Euro. Così, gli acquirenti meno abbienti, per essere vestiti all’ultimo grido e non restare indietro, ricorrono alle più economiche imitazioni, contraffatte a regola d’arte quasi sempre in Cina, Paese che, come vi abbiamo raccontato più volte, certo non brilla quanto a rispetto e tutela per gli animali.
Se dietro la realizzazione delle trendy calzature originali si nasconde l’utilizzo della pelle di migliaia di pecore australiane,  ciò che c’è dietro al mercato della contraffazione cinese è, se possibile, ancor peggio. Nelle morbide, confortevoli ed economiche “simil-UGG” scorre un lungo fiume di sangue e sofferenze indicibili per centinaia e centinaia di teneri, buffi e dolcissimiprocioni, colpevoli solo di possedere uno splendido manto morbido e caldo. Perché la pellicciadello stivale contraffatto è tutt’altro che sintetica…
Questa volta, però, è stato tutto ripreso, fotogramma dopo fotogramma, fornendo prove inconfutabili anche della ignobile complicità di chi, con il proprio acquisto poco responsabile,  favorisce le violenze indicibili e disumane a cui questi animali vengono sottoposti. Gli investigatori della Swiss Animal Protection sono riusciti a intrufolarsi sotto copertura in alcuni allevamenti cinesi della provincia di Hebei e, muniti di telecamere nascoste, hanno documentato un massacro ai confini della realtà, dando vita a un durissimo, shoccante e straziante filmato, che alcuni giornali internazionali hanno scelto di non pubblicare per l’eccessiva violenza.
Il video inizia con le immagini di  “uomini” senza cuore che, dopo essersi appropriati dei poveri animali, iniziano a colpirli con aste di metallo e a sbatterli violentemente sul terreno. Questo “trattamento” è solo l’inizio delle torture. Non serve ad ucciderli, ma a fare in modo che i procioni non si muovano quando gli allevatori strapperanno loro via la pelle con estrema lentezza, anche se sono vivi e ben coscienti. Gli animali, insomma, vengono letteralmente scuoiati vivi, “ovviamente” per ottenere una migliore resa nella pelliccia. Il processo incomincia dai piedi fino ad arrivare alla testa. Le creature, oramai agonizzanti ma ancora vive, vengono poi gettate con i loro corpi ormai nudi e sanguinosi nel mucchio di coloro che le hanno precedute. Respiro, battito cardiaco, movimento direzionale del corpo e movimento dei bulbi oculari sono ancora evidenti, anche dopo la scuoiatura “a vivo”. I procioni vengono poi asciati morire da soli tra indicibili sofferenze, nella più totale assenza anche dei più elementari standard di benessere degli animali, a cui vengono negati persino i più semplici atti di gentilezza.
Ma, al di là del caso delle UGG, si tratta di una mattanza ben più generalizzata e vasta che, purtroppo, riguarda non solo i poveri procioni immortalati in questo filmato shock, ma anchevolpi, visoni, castori, chinchilla, conigli e persino cani e gatti. Animali che vengono tenuti ammassati in gabbie all'aperto, esposti alla pioggia battente, al freddo o al caldo, in attesa di essere tramortiti a colpi in testa, seviziati e, infine, scuoiati vivi.
Non è un film dell'orrore, è  la realtà. Di fronte a un tale scempio diventa davvero impossibile permettere che tutto ciò possa continuare ad accadere. Perché la colpa è anche di chi compra e contribuisce a questo mercato.
L'unico modo per evitare che tali crudeltà siano ancora perpetrate è quello di non indossare mai le pellicce. Perché, come recita la famosa campagna Peta, meglio essere nudi che complici di questo massacro. 
E se proprio non vogliamo evitare di indossare boot all'ultima moda, perché non proviamo afarceli da noi riciclando vecchi maglioni? L'effetto eco-chic è assicurato!

Pellicce, dal 2011 un etichetta a favore degli animali:

pellicce_etichettatura
D’ora in poi, i consumatori italiani ed europei che acquisteranno un capo di abbigliamento potranno riconoscere se è stato confezionato con pelliccia animale. È stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il regolamento che impone l’obbligo d’indicare la presenza di parti animali (pellicce, pelle, piume) nei capi d’abbigliamento, previsto dall’8 maggio 2012 per i nuovi prodotti.
Grazie al nuovo provvedimento, tutti i capi di abbigliamento dovranno riportare in etichetta o sul contrassegno l'eventuale presenza di parti animali, come pellicce, pelle/cuoio e piume, con la dicitura "contiene parti non tessili di origine animale", a prescindere dal quantitativo presente nel capo. In questo modo, i consumatori sapranno realmente di cosa è fatto il bene che intendono acquistare. Inoltre, il Regolamento (UE) n.1007/2011 prevede che“l'etichettatura o il contrassegno non siano fuorvianti e siano presentati in modo che il consumatore possa facilmente comprenderli”.
L’etichettatura obbligatoria si applicherà  ai nuovi prodotti immessi sul mercato a partire dall’8 maggio 2012, quindi a tutti i prodotti delle nuove collezioni di abbigliamento (accessori compresi) che contengano pelliccia, piume o pelle, mentre i prodotti immessi sul mercato prima dell’8 maggio 2012 potranno essere commercializzati senza etichettatura sino al 9 novembre 2014.
Per la Lav, si tratta di un traguardo importante e di una garanzia reale per i consumatori responsabili. “Ad oggi, i consumatori italiani ed europei leggendo l’etichetta non sono in grado di riconoscere se un prodotto tessile è confezionato con pelliccia animale, – dichiara Simone Pavesi, responsabile LAV campagne antipellicce – ma grazie al nuovo provvedimento comunitario, potranno essere consapevoli di cosa stanno acquistando e orientarsi senza errore verso prodotti fur-free, evitando così di contribuire alla sofferenza e all’uccisione di tanti animali”.
L’etichettatura obbligatoria delle pellicce è uno strumento importante per assicurare la trasparenza nel mercato e per non ingannare i consumatori –aggiunge la Pavesi- ed è un traguardo cui ha contribuito la LAV, con le altre associazioni animaliste componenti della coalizione internazionale Fur Free Alliance, proponendo e dando sostegno a specifici emendamenti quando il nuovo Regolamento era ancora in discussione presso la Commissione UE per il Mercato Interno e la Tutela del Consumatore”.
Per l’indicazione obbligatoria in etichetta del Paese di origine, invece, si dovrà aspettare ancora un pezzo: l’articolo 24 del Regolamento 1007/11 indica il 30 settembre 2013 come termine entro cui la Commissione UE dovrà presentare al Parlamento e al Consiglio una relazione sulla fattibilità di tale sistema di etichettatura e altre informazioni supplementari per assicurare la totale tracciabilità del prodotto.
Insomma, c’è ancora molto da fare. Per adesso, però, godiamoci questo piccolo momento di gloria che ci consentirà di affrontare un inverno al caldo, senza renderci inconsapevolmente complici dei maltrattamenti indicibili a cui l’industria conciaria sottopone gli animali.

Torre Solare, cos'è e a cosa serve?! :


Torre Solare, di cosa stiamo parlando quando viene evocato questo termine?
Il nome evoca qualcosa di fantascientifico, in realtà il funzionamento di questa struttura si basa sui normali processi di spostamento e di riscaldamento dell’aria.
Molto semplicemente: la Torre Solare è un sistema di produzione di energia elettrica basato sul concetto della “serra”.
La Torre si colloca su un piano rialzato costituito da una serie di vetri trasparenti sotto ai quali l’aria è riscaldata dai raggi solari i quali creano il famoso effetto serra. A questo punto l’aria calda è portata a risalire verso la parte alta della Torre, dove si azioneranno una serie di turbine che produrranno energia elettrica 24 ore su 24, poiché il calore accumulato durante il giorno viene rilasciato anche di notte.
Un primo prototipo di Torre Solare è stato costruito su richiesta del Ministero tedesco per la Ricerca e la Tecnologia in Spagna, precisamente a Manzanares, nei pressi di Madrid, nel lontano 1983. Si trattava di una struttura alta 195 metri capace di produrre 50 KW di energia sfruttando il funzionamento di 6000 metri quadri di pannelli solari. Purtroppo venne distrutta pochi anni più tardi da una tempesta.
Da lì presero avvio una serie di sperimentazioni in tutto il mondo, come il progetto presentato da EnviroMIssion che punta alla costruzione di una torre alta ben 800 mt nel deserto dell’Arizona. Si presume che i lavori termineranno entro il 2015 per un costo totale di 750 milioni di dollari.
La Torre Solare non disperde anidride carbonica nell’ambiente, ma è maggiormente adatta alle zone desertiche poiché richiede di temperature molto elevate e grandi spazi. Va specificato che non si tratta di una struttura green al 100% a causa dei materiali utilizzati per la sua costruzione, ma potrà garantire nel tempo una produzione pulita di energia elettrica.

i Kangoo Z.E. elettrici, una risorsa green per la Francia:

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Più di 15mila Kangoo Z.E. verranno ordinati in quattro anni da 19 delle più grandi aziende francesi, così come dalle amministrazioni e dallo Stato. Renault si è aggiudicata il primo lotto di un bando di gara lanciato un anno e mezzo fa dalle istituzioni che hanno chiesto aJean-Paul Bailly, presidente di La Poste, di costituire un raggruppamento di ordinativi delle grandi aziende interessate ai veicoli elettrici.  
Ma vediamo come è andata la gara. La prima fase del processo di selezione è stata chiamata "dialogo competitivo". Ogni mese, le case automobilistiche che hanno partecipato alla gara hanno incontrato i responsabili degli acquisti di questo gruppo per rispondere alle loro domande, e nel caso di Renault presentare l'offerta Renault ZE e raccogliere le loro esigenze. Questa fase ha permesso di stabilire una panoramica dell'offerta e di creare un capitolato tecnico per soddisfare le esigenze dei membri del gruppo di questo bando di gara.

Tanti modi per riciclare i giornali:


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Secondo i dati riportati dalla FIEG in Italia sono stati venduti in soli 6 mesi, da Gennaio a Giugno 2011, ben oltre 24 milioni di quotidiani delle maggiori testate italiane. E dove va a finire tutta questa carta dopo aver letto le news mattutine? Purtroppo nelle discariche. Per mettere un freno all’aumentare di queste montagne di rifiuti, il riciclaggio è la soluzione. Ma prima dibuttare i vecchi giornali, accatastati in ogni angolo della casa, nel bidone della carta per il riciclo, non sarebbe fantastico poterli realmente riusare per altri scopi?
E allora ecco 15 efficaci modi per riutilizzare i vecchi quotidiani.

1. Per far splendere le finestre

Prendete un vecchio giornale, immergetelo in un po’ d’acqua in cui avrete diluito qualche goccia di aceto bianco, e provate a pulire le vostre finestre. Il risultato sarà splendente. Vetri puliti, senza striature e soprattutto senza utilizzare sostanze chimiche dannose alla salute e all’ambiente.

2. Per avvolgere doni

riciclare-giornali
Invece di acquistare della carta da regalo nuova di zecca e a volte poco originale, un’ottima alternativa è quella di utilizzare fogli di vecchi quotidiani. E dopo aver fatto il vostro simpatico pacchetto, provate a decorarlo con qualche nastro colorato o coccarda. L’effetto farà rimanere il festeggiato.. senza parole.

3. Per imballare

Al posto degli imballaggi in plastica per proteggere oggetti delicati che volete spedire o che dovete trasportare (per esempio durante un trasloco), riutilizzate la carta di giornale, avvolgendo l’oggetto che volete imballare o inserendolo in una scatola nella quale avrete messo dei fogli stropicciati. (Leggi anche 7 alternative fai-da-te per l'imballaggio dei pacchi fragili).

4. Come carta per origami

Tagliate il vostro giornale in quadrati e piegate. I fogli dei quotidiani sono perfetti per essere piegati, basta fare attenzione visto che si possono strappare facilmente.

5.  In frigorifero

Per evitare la formazione di odori sgradevoli nel frigorifero, potreste rivestire il cassetto delle verdure con dei fogli di carta da giornale. Oltretutto questi assorbiranno eventuali perdite di liquido dagli alimenti.

6. Per una rapida maturazione della frutta acerba

Se avete comprato della frutta ancora acerba e volete accelerarne la maturazione, basta avvolgerla in qualche foglio ricavato da vecchi quotidiani. Ovviamente con un po’ di manualità potreste creare dei sacchetti fatti a posta per tale uso.

7. Per un acciaio brillante

Per lustrare l’acciaio del lavello in cucina o il piano cottura, non avete bisogno di acquistare prodotti chimici altamente tossici, basta armarsi di qualche foglio di giornale arrotolato, bagnato in un po’ di acqua e aceto e la vostra cucina brillerà.

8. Per il Compost

I giornali possono essere inseriti nel compost domestico. Tagliateli a striscioline, metteteli nella compostiera e aspettate che insieme, ai rifiuti organici, questi si trasformino in oro per il vostro giardino.

9. Cartapesta

Vi ricordate i lavoretti in cartapesta che realizzavate con l’aiuto della paziente maestra? Beh perché non lavorare di fantasia e creare, insieme ai vostri bambini o per il vostro semplice divertimento, qualche utile oggetto? Come ad esempio delle simpatiche decorazioni per la prossima festa di Halloween.

10. Per mantenere in forma scarpe e stivali

Prima di metter via (in occasione dell’arrivo dell’estate), scarpe chiuse o stivali, inserite qualche foglio di giornale stropicciato all’interno e quando le riprenderete in autunno, le ritroverete in splendida forma.

11. Per accendere il fuoco

I vecchi giornali sono un'eccellente carburante, fatto in casa, per la stufa o per il camino. Arrotolate i fogli dei quotidiani che avete conservato, in modo da farli bruciare in modo lento, e questi potranno prenderanno il posto del legno.

12. Per una cuccia più calda

Per rendere più calda ed accogliente la cuccia del vostro cane o gatto, soprattutto durante la stagione invernale, utilizzate i vecchi quotidiani. Infatti essendo la carta di giornale un ottimo materiale isolante, in questo modo terrete lontani dal freddo i vostri amici a 4 zampe.

13. Per realizzare carta “fai da te”

Con l’aiuto di un frullatore e seguendo le apposite istruzioni potreste trasformare un vecchio giornale, in carta riciclata fatta in casa. Potreste ad esempio riutilizzare la carta che avrete ottenuto per creare degli originalissimi biglietti di invito o di auguri.
14. Filo per l’uncinetto
E che ne pensate di farne del filo da lavorare a maglia o all’uncinetto? Potreste realizzarvi da soli delle simpatiche presine, dei sottobicchieri o delle tovagliette per la colazione. Il procedimento non è semplice ma basta seguire con attenzione le istruzioni riportate sul sito digreenupgrader.com.
15.   Per una borsa veramente eco-chic
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E per finire dall’Atelier del Riciclo, delle bellissime e pratiche borse pocket, shopper ecc.. create intrecciando strisce ritagliate da fogli di giornale. Cosa vi occorre? Manualità, forbici qualche vecchio quotidiano, e ovviamente tanta fantasia!
Naturalmente, il modo migliore per ridurre la quantità di rifiuti da carta di giornale nella vostra vita è quello di evitare di comprarli in eccesso. È possibile, e molto più eco-sostenibile, leggere tutte le news su ambiente, sport, politica, economia ecc.. sulle edizioni on-line del vostro quotidiano preferito e magari concedervi il lusso della carta solo la domenica o nel vostro giorno di riposo.