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23/04/12

Mobili ECO per un comfort naturale:


Habitat e abitare: due facce della stessa medaglia. Quella che insegna ad arredare casa senza “pesare” sul pianeta

Stando agli ultimi dati del 2011, l’arredamento è un settore che in Italia muove un giro d’affari di quasi 2,5 miliardi di euro. Un mercato vitale per l'economia e per l'export, con un peso ambientale consistente, che però è possibile limitare senza troppi sforzi: dai legni da foreste sostenibili alle vernici naturali, dai materiali di riciclo alle certificazioni eco, i consigli da seguire per realizzare una casa più «leggera» sull’ambiente sono semplici e, ormai, alla portata di tutte le tasche.
I COLOSSO SPOSANO L'ECOLOGIA - Dalle catene di vendita più a basso costo fino a quelle di lusso, è sempre più facile per chi sta «mettendo su casa» acquistare mobili costruiti con materiali certificati, su design orientati alla sostenibilità. Molte note marche di arredamento hanno almeno una linea di produzione dedicata a chi cerca di coniugare lo stile al rispetto per l’ambiente. I prodotti eco sono spesso evidenziati nei cataloghi con appositi simboli o in spazi riservati.
IL LEGNO - Prima di tutto, accertarsi che non provenga da taglio illegale. Come si fa? Si cerca in etichetta uno dei due marchi che indicano la provenienza del legname da foreste a gestione sostenibile: Fsc (Forest Stewardship Council) o Pefc (Pan-european Forest Certification Council). Anche se affascinanti, i legni esotici sono evidentemente quelli a maggior impatto, perché possono essere trattati con pesticidi vietati nel nostro Paese e inoltre perché arrivano da lontano e il loro trasporto è causa di notevoli emissioni di anidride carbonica in atmosfera. Meglio allora scegliere uno dei tanti e bei legni nazionali o europei, primi fra questi pino, abete, faggio, rovere, larice.
GLI ALTRI MATERIALI - Le parole chiave sono «riciclabile» ed «ecologico». Alcune aziende utilizzano pannelli 100% da scarti di legno rigenerato, che rendono di più e sono più resistenti, indeformabili, compatti e solidi degli altri. Anche cartone, vetro, acciaio inox e alluminio anodizzato sono materie considerate eco perché possono provenire dal riciclo e a loro volta essere nuovamente riciclate. La ricerca sul riutilizzo dei «rifiuti» continua a dare ottimi risultati: un’azienda londinese ha recentemente trovato il modo di dare nuova vita ai fondi del caffè mischiandoli alla plastica riciclata, per costruire tavoli e sedie.
ECODESIGN E RICICLO CREATIVO - Antichi ferri da stiro che diventano fermalibri, cassette della frutta trasformate in librerie, lampadari fatti con le linguette di alluminio delle lattine: il riciclo creativo si è veramente sbizzarrito negli ultimi anni, conquistando anche le vetrine e le case più prestigiose. A tutto vantaggio dell’ambiente, nel quale confluiscono meno rifiuti da smaltire e da cui si prelevano così meno risorse. Una buona cosa è chiedersi sempre se un oggetto che non ci serve più debba essere veramente buttato oppure, possa essere trasformato in altro con fantasia e creatività.
COLORI E TRATTAMENTI - Nei pannelli di legno trattato o truciolare e nelle classiche vernici e colle per mobili in commercio sono spesso presenti Voc, composti volatili responsabili di una parte dell’inquinamento domestico. Per essere certi di non inalare queste sostanze potenzialmente tossiche, meglio rivolgersi a prodotti alternativi per la casa, come vernici e solventi atossici e impregnanti a base di oli e resine naturali. Per il restauro dei mobili, inoltre, sarà bene utilizzare il meno possibile i mastici: sono gomme o resine sciolte in solventi che per attivarsi devono evaporare,rilasciando particelle chimiche nell'aria.
ALTRI CONSIGLI - Per completare il nostro eco arredamento, niente di meglio che scegliere mobili e accessori che una volta usurati potranno facilmente essere smontati separandone i vari materiali, così da favorirne il riciclo. Un occhio di riguardo va dato ai piccoli artigiani, che più facilmente lavorano legni a chilometro zero. Infine, un’idea in più ce la possono dare i mercatini dell’usato, dove è possibile trovare bellissimi mobili di seconda mano, per risparmiare non solo CO2 ma anche denaro.
DA CERCARE SUI CATALOGHI - Per il legname, come detto, le certificazioni sono Fsc e Pefc. Ecolabel è invece il marchio europeo che attesta la qualità ecologica dei mobili in legno. Il marchio UNI EN ISO 14001:2004 è presente quando l’azienda produttrice ha rispettato determinati criteri di gestione ambientale; l’insieme degli aspetti di ecosostenibilità di un prodotto è garantito dal marchio Icea. Infine, lo standard internazionale che garantisce il rispetto dei diritti dei lavoratori da parte delle imprese è identificato con la sigla SA 8000.

Le vernici “mangia-smog”. Cosa sono e quali benefici possono apportate all’ambiente

 Quello edile rappresenta uno dei settori in cui la ricerca di soluzioni costruttive sostenibili e rispettose dell’ambiente è diventata, negli ultimi anni, più intensa che mai. L’ultima novità è la vernice fotocatalitica (sia per interni che per esterni), un particolare tipo di rivestimento pittorico “mangia smog” in grado, cioè, di trasformare lo smog in aria pulita grazie alla luce

Un sogno per gli ambientalisti e non, che finalmente potrebbe diventare realtà grazie ad un innovativo processo di ossidazione che si attiva con l’esposizione alla luce solare e che permette di decomporre gli agenti inquinantipresenti nell’atmosfera.

Principio attivo fondamentale di queste particolari eco-pitture è il biossido di titanio – che opportunamente fissato con tecniche brevettate – agisce da fotocatalizzatore sotto l’azione dei raggi ultravioletti e abbatte i principali fattori di inquinamento (biossido di azoto, biossido di zolfo, monossido di carbonio, benzene, ammoniaca, formaldeide, particolato atmosferico PM10) derivanti dagli scarichi delle auto, dalle emissioni delle fabbriche, dal riscaldamento domestico e li trasforma in sostanze inerti e del tutto innocue. Ciò vuol dire evitare anche il depositarsi di sporco, muffe e batteri che oltre ad essere dannosi per la salute degradano l’aspetto di case ed edifici.
Ad avvalorare l’efficacia delle pitture fotocatalitiche è intervenuto anche il CNR che in una relazione sul tema ha stabilito che un metro quadro di superficie trattata con tali vernici è in grado di decomporre in appena un’ora  il 90% dell’inquinamento presente in 80 m³ di aria.

I campi di applicazione delle vernici fotovoltaiche sono molteplici e aprono interessanti orizzonti di sviluppo. Viste le caratteristiche di idrorepellenza, traspirabilità e incorruttibilità sotto l’azione disgregante e corrosiva degli acidi, questi tipi di vernice sono ideali per il ripristino delle facciate degli edifici ma anche per le nuove costruzioni, senza considerare le innumerevoli applicazioni progettuali e costruttive per l’ingegneria civile ed ambientale.

Ma non è tutto. Il principio della fotocatalisi può essere applicato anche a materiali di rivestimento generici come piastrelle e asfalto (di cui abbiamo parlato negli articoli: Rivestimenti fotocatalitici efficaci anti-smog e Ecco l’asfalto fotovoltaico).
Una rivoluzione nel mondo dei materiali per l’architettura che trasforma le ceramiche per rivestimenti in strumenti in grado di migliorare la qualità dell’ambiente.

A proposito di vernici e pitture green, i prodotti fotocatalitici per i rivestimenti sono proposti da aziende come Alfa Omega, Keim, Steikos, Caparol, Marraccini, Harpo.
Un passo (concreto) in più verso un futuro a impatto zero…

Piastrelle fotovoltaiche: a che punto siamo


L’idea di accoppiare ceramica e produzione di energia è una sfida che dura da anni. Il Centro Ceramico di Bolognasta lavorando a un promettente progetto per la messa a punto di piastrelle fotovoltaiche. Un brevetto innovativo tutto italiano finanziato con il Bando industria 2015 del Ministero dello Sviluppo Economico. Le piastrelle sono formate da un substrato ceramico di grès porcellanato su cui viene applicato (al posto dello smalto) un film di silicio amorfo di pochi micron in grado di funzionare come una cella fotovoltaica.
L’Emilia Romagna è una regione dove la produzione di ceramica ha un grande peso (specie nella provincia di Modena); la crisi sta mordendo molto anche nel settore, ma riuscire a produrre ceramiche fotovoltaiche per rendere gli edifici produttori di energie potrebbe rendere queste industrie un settore di punta della Green Economy. Il progetto è molto ambizioso e dovrebbe essere portato a termine nel giro di due anni.
Con un efficientamento energetico di questo tipo si riuscirebbe a trarre dalla luce solare almeno il 30% dell’energia necessaria per una casa.