Aiutaci anche tu a diffondere questo blog, clicca sul quadratino in alto a sinistra CONDIVIDI



22/02/12

A Sulbiate l’illuminazione pubblica è a led e telecontrollata:


Risparmio, sostenibilità, tutela dei consumatori. Buoni propositi che molto spesso finiscono con divenire mere utopie tranne che per alcuni comuni virtuosi che, complice la tecnologia, riescono a trasformarli in azioni concrete.
È il caso di Sulbiate – piccolo centro del comprensorio brianzolo  – che recentemente si è dotato di un sistema di illuminazione pubblica di ultima generazione in grado di ottimizzare i consumi energetici e abbattere i costi di manutenzione.
L’impianto, realizzato da Edison, Philips, Smail e il Distretto Green&highTech Monza e Brianza, è basato sulla tecnologia LED associata a un sofisticato sistema di telecontrollo per la gestione del livello di illuminazione e il monitoraggio costante dei consumi.
Il risparmio ottenuto è pari al 50% del consumo tradizionalecon una proporzionale diminuzione dell’inquinamento luminoso. Inoltre, il software del sistema che regola il motore LED è programmato per effettuare un aggiornamentoautomatico ogni 8-10 anni, in modo da limare ulteriormente eventuali sprechi utilizzando la tecnologia disponibile.
A giorni saranno innanzitutto i cittadini che ne constateranno i benefici già dalle prossime bollette, ma anche le casse comunalie l’ambiente. Il caso di Sulbiate, inoltre, potrebbe diventare un esempio per tanti altri comuni che puntano ad ottenere analoghi risultati.
Un uso intelligente della luce, riduzione dell’ inquinamento e bollette meno salate: la prospettiva è più che allettante.

Il caffè sostenibile di Lavazza:


La nuova miscela prodotta dallo storico marchio torinese si potrà acquistare in tutti i negozi della grande distribuzione. La nostra quotidiana tazzina di caffè sarà così certificata sia per quanto riguarda ilrispetto dei lavoratori e delle comunità a cui appartengono, sia per laterra dove il chicco viene coltivato.

Sicuramente un passo avanti. Se anche le grandi marche iniziano a scegliere vie più etiche e responsabili per la produzione dei propri articoli, la notizia è certamente positiva. Non una novità assoluta, certo; ilcaffè proveniente da coltivazioni sostenibili lo si può già acquistare dai prodotti Fairtrade e da altre associazioni per il commercio equo.

Cosa significa che il caffè è sostenibile? In questo caso i coltivatori del caffè Tierra! sono stati sottoposti a procedimenti di certificazione per conformarsi a rigorosi standard sociali ed ambientali.

Risultato raggiunto attraverso l'impegno da parte dell'azienda a sostegno dei produttori e delle comunità coinvolte. Il progetto ha visto la realizzazione di interventi per il miglioramento generale delle condizioni di vita di alcune comunità di piccoli produttori di caffè, al fine di rendere la produzione di caffè più redditizia ed ecologica e il territorio più vivibile.

Il percorso per la raggiungere la certificazione (una piccola rana verdeche va cercata sulle confezioni) è iniziato nel 2002, in collaborazione conVolcafé, tra i coltivatori di caffè in Honduras, Perù e Colombia, per allargarsi nel 2010 in Paesi come Brasile, Tanzania e India. 
L'obiettivo è quello di migliorare le loro condizioni di vita, la qualità del prodotto e di acquisire nuovi strumenti, per commerciare a condizioni più favorevoli e per essere realmente competitivi e autonomi. Le tre comunità del progetto hanno dimostrato, in tre anni di lavoro, di aver raggiunto i 9 standard di sostenibilità richiesti da Rainforest Alliance.

Non ci sono più scuse. La prossima sarà una tazzina eco.


Energia Alternativa Pulita: esiste da oggi!


Se non avete ancora sentito parlare di www.ermy.it provvediamo noi a darvi delle delucidazioni in merito. Si tratta di un blog curato da Ermanno Franceschini che si occupa di varie tecnologie, tra cui l’automazione, la videosicurezza e la green energy.
Di recente Franceschini e la sua équipe hanno messo a punto un progetto di energia alternativa pulita che è già una realtà e, impiegata su larga scala, potrebbe veramente rivoluzionare l’approccio ai problemi energetici.
Il tutto ruota intorno alle celle energetiche a stato solido, che possiedono la proprietà di autoalimentarsi, oltre che di alimentare i gadget elettrici ed elettronici che utilizziamo ogni giorno.
La cella energetica è in grado di catturare le particelle elettricamente che circolano nell’atmosfera intorno a noi, di caricarsi come avviene con un condensatore e poi di rilasciare la corrente elettrica come avviene in una batteria. Ogni cella genera una quantità di energia davvero minima, ma il collegamento di varie celle riesce a fornire tensione e corrente in quantità sufficiente.
Questo tipo di cella energetica è in grado di generare corrente elettrica senza soluzione di continuità, giorno e notte, in qualsiasi luogo. La conseguenza più diretta è che un apparecchio alimentato in questa maniera non necessita più di una ricarica delle batterie. Portando il discorso su scala più vasta, anche un veicolo potrebbe essere ricaricato in questo modo.
Energia più che pulita, dunque. E totalmente rinnovabile. Una scoperta sconvolgente, che potrebbe davvero cambiare le carte in tavola nel settore energetico quando sarà applicata in maniera capillare.

Tavola da surf in noce di cocco:


tavola da surf in cocco
NSP New Surf Project propone Coco mat, tavole da surf in noce di cocco. La produzione avviene in loco e dunque non solo alle Hawaii ma ovunque siano presenti palme da cocco. Dai frutti viene ricavata la fibra e mescolata a fibra di vetro. Il prodotto nasce dall’australiana GSI, Global SurfIndustries, la principale casa di tavole da surf al mondo.
Assicurano che le tavole in noce di cocco sono resistenti quanto i materiali tecnici. Qui i rivenditori italiani.
Via | MarcelGreen
Foto | Coolhunting

Bosco dell'Arrone, inaugurata nuova oasi WWF:


bosco foce arrone
Bosco dell’Arrone, sul lungomare di Maccarese-Fregene, è la nuova oasi del WWF, scelta nell’ambito della campagna Una nuova oasi per te, avviata nel 2011, anno internazionale delle foreste. L’oasi Bosco dell’Arrone si estende su una superficie di quaranta ettari disseminati di boschi e dune sabbiose. Un piccolo paradiso di biodiversità alle porte di Roma, sfuggito alla cementificazione selvaggia.
Vi si incontrano orchidee selvatiche e piante più o meno rare come il frassino meridionale o il ranuncolo favagello. Tante le specie, di passaggio o fisse, nell’oasi: dalle raganelle ai pettirossi, dalle puzzole alle donnole. L’oasi è inoltre habitat di diversi rapaci notturni: dai barbagianni agli allocchi. Scrive il WWF:
Con il Bosco dell’Arrone viene messo per sempre al sicuro uno degli ultimi lembi delle preziose foreste umide che fino a un secolo fa coprivano la costa tirrenica e che oggi è incastonato come una gemma vitale nel cemento selvaggio del litorale romano.
Via| WWF
Foto | Flickr

L’impronta ecologica del gambero è peggio di quella di una bistecca


gamberetti_footprint
Tanto piccolo quanto devastante dal punto di vista ecologico. È il gamberetto, il cuiallevamento sta distruggendo a un ritmo incessante interi ecosistemi in tutta l’Asia, continente dove, secondo un rapporto delle Nazioni Unite, si troverebbe circa l'80% della produzione mondiale.
Ma questo sovvertimento delle leggi ambientali causato dall'industria dei gamberetti, quanto ci costa? Se lo è chiesto il biologo J. Boone Kauffman, dell’Oregon State University, che ha deciso di quantificare il vero “prezzo” della raccolta gamberetti, che ha avuto certamente un ruolo decisivo anche nell'aggravare le distruzioni causate dagli tsunami.
Ebbene, per produrre  un chilo di crostacei vengono rasi al suolo oltre 13 chilometri quadrati di foresta di mangrovie. Il che significa che “l'impronta di carbonio del gambero sull’uso del suolo è di circa 10 volte superiore rispetto a quella di una quantità equivalente di carne bovina prodotta da un pascolo realizzato dall’abbattimento della foresta pluviale tropicale”, racconta Kauffman. Insomma, una porzione di soli 100 grammi di gamberetti porta con sé un'impronta ecologica equivalente a ben 198 chili di CO2. Perché ogni dollaro prodotto dall'esportazione del crostaceo si lascia alle spalle enormi distruzioni ecologiche ed economiche. Dopo l'abbandono, infatti, “il terreno ha bisogno di 35 a 40 anni per recuperare”, spiega il biologo. Al confronto la devastazione e la deforestazione lasciata da un ranch di bestiame sembra quasi rosea.
Uno dei problemi più gravi legati a questo tipo di allevamento è la distruzione, lungo le coste tropicali, di ampie zone di foreste di mangrovie per fare spazio agli impianti di acquacoltura. “Ma le mangrovie non sono solo la culla di una ricchissima biodiversità animale e vegetale –spiega Slow Food sono anche un baluardo contro l’erosione dei suoli e una sorta di zona-tampone che protegge le regioni costiere dagli uragani e dai maremoti”. La loro scomparsa ha conseguenze catastrofiche anche sulla pesca artigianale, con l’acqua salata proveniente dai bacini d’allevamento che può causare la salinizzazione delle terre arabili.
Da non dimenticare, poi, l’inquinamento altrettanto rilevante dei rifiuti nelle acque costiere: cibo non consumato, escrementi, plancton, batteri, materie disciolte (ammoniaca, urea, diossido di carbonio e fosforo), antibiotici e altri composti chimici come i disinfettanti, i prodotti d’ammendamento del suolo e dell’acqua, i pesticidi e i fertilizzanti. Insomma, un semplice piatto di gamberetti può costare davvero caro. E non solo per le tasche.

Mobilità elettrica: Ups sceglie tre Renault Kangoo K.E per le sue consegne,


UPS__RenaultUPS, leader globale nella logistica, ha deciso di virare verso lamobilità sostenibile.  L'obiettivo è stato raggiunto introducendo tre veicoli Renault Kangoo Z.E nella flotta della società e continuando ad applicare il suo approccio di “laboratorio in movimento” ai veicoli a carburante alternativo.
Questa iniziativa rientra nell’ambito del progetto pilota  E-MOVING, condotto da Renault e dalla multi-utility A2A per sviluppare soluzioni di mobilità sostenibile. I veicoli saranno brandizzati con i colori e il logo UPS e verranno impiegati dai fornitori autorizzatiper il servizio di ritiro e consegna di piccoli pacchi nel centro città di Milano.
Renault Kangoo Z.E. è una versione 100% elettrica della furgonetta Renault Kangoo Express. È lunga 4,2 m ed equipaggiata con una motorizzazione elettrica da 44 kW, che eroga una coppia di 226 Nm, offrendo una soluzione ecologica per le consegne di pacchi nei centri città. Le batterie agli ioni di litio di ultima generazione di Renault Kangoo Z.E. consentono un’autonomia media di 170 km, caratteristica che unita a una capacità di carico di 650 kg lo rendono il veicolo ideale per UPS, nell’ambito del trasporto delle merci in ambito urbano e, quindi, per le consegne o gli interventi di prossimità. 
Oggi, UPS ha una delle più grandi flotte private di veicoli a carburanti alternativi nel settore del corriere espresso e con questa nuova iniziativa conferma il suo pionierismo che risale al 1930, quando sulle strade di New York UPS usava veicoli elettrici. Da allora, la società ha investito in fonti alternative e tecnologie ottimizzando il network per ridurre il numero di km percorsi. Tutto questo è avvenuto attraverso la progettazione di impianti intelligenti e pratiche operative ideate per aumentare l’efficienza dei carburanti e per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili.
Con UPS, Renault compie un ulteriore passo in avanti nel suo programma di sviluppo del progetto E-MOVING”, ha dichiarato Jacques Bousquet, Presidente di Renault Italia, “UPS è un’azienda leader nel trasporto merci e nella logistica ed è fortemente impegnata per un approccio di business sostenibile, valore che Renault condivide e promuove con il suo progetto di costruzione di una mobilità urbana sostenibile elettrica. Grazie alla sperimentazione, nelle proprie attività di consegna, del nostro Kangoo Z.E., UPS confermerà e rafforzerà il suo obiettivo di rendere possibile il commercio in tutto il mondo in un’ottica più sostenibile ed eco-compatibile.” ha aggiunto il manager.
Attualmente la ‘flotta verde’ di UPS conta oltre 2.500 veicoli a carburanti alternativi in tutto il mondo” ha spiegato Jim O’Gara, country manager di UPS Italia. “Per una società delle nostre dimensioni è importante sperimentare e adottare tecnologie che limitino le emissioni e migliorino l’efficienza energetica.” ha detto O'Gara.
A2A ha installato un sistema di rifornimento di energia elettrica per tre veicoli presso la sede di UPS a Milano. Renault Kangoo Z.E. può inoltre essere ricaricato presso le infrastrutture di ricarica A2A installate sul suolo pubblico utilizzando una speciale card in dotazione ai veicoli.
Proprio un giorno fa vi avevamo parlato dei corrieri espressi green!