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16/12/11

Succhi di frutta: dall'Europa regole più ferree sulle etichette,


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succhi di frutta non sono tutti uguali! E per aiutare i consumatori a distinguerli sono in arrivo dall'Europa nuove regole, che mirano a rendere più chiara l’etichettatura di succhi di frutta e nettari. Approvate questa mattina dal Parlamento europeo, le nuove norme puntano ad evitare la diffusione di nomi e diciture potenzialmente fuorvianti, come la ben nota "senza zucchero aggiunto".
La normativa è stata approvata in seguito alla proposta lanciata lo scorso 24 maggio dai rappresentanti europei della Commissione Ambiente, guidati dallo spagnolo Andrés Perelló Rodriguez, che avevano chiesto maggiore chiarezza sulle etichette dei succhi e l’adeguamento di questi agli standard fissati dal Codex Alimentarius.
La nostra priorità – ha commentato il relatore Andrés Perelló Rodriguez (S&D, ES) – era di offrire ai consumatori informazioni accurate, in modo che sappiano cosa stanno comprando. Il Parlamento ha svolto un ruolo fondamentale nella messa al bando dell'aggiunta di zucchero in prodotti venduti come succhi di frutta e per chiarire la presenza di zuccheri o dolcificanti in bevande simili”.
Ma cosa cambierà esattamente? 
Sull’etichetta dei succhi di frutta misti dovrà essere messa in risalto la presenza di frutti diversi. Ad esempio, una bottiglietta che contiene il 90% di mela e il 10% di succo di fragola dovrà essere chiamata "mela e succo di fragola", mentre oggi può essere definito semplicemente "succo di fragola.
Per quanto riguarda la presenza di zuccheri e dolcificanti, per tutelare soprattutto i diabetici e le persone che sono a dieta, i succhi di frutta non dovranno contenere zuccheri o edulcoranti, mentre i nettari (che sono a base di purea di frutta con aggiunta d'acqua), potranno averne.
Inoltre, le etichette "senza aggiunta di zucchero" non potranno essere applicate ai nettari che contengono dolcificanti artificiali, come la saccarina.
E il famoso “puro succo d’arancia” che contiene anche il mandarino?
Anche in questo caso, per avere sull’etichetta la definizione “succo d’arancia puro”, i succhi dovranno essere effettivamente puri; in caso contrario dovranno modificare il nome del prodotto aggiungendo eventuale succo di mandarino.
Per avere etichette più chiare e sicure, a questo punto, dobbiamo solo attendere che le nuove regole diventino formalmente legge!

La panchina che una volta era un pannolino:


Raccolta differenziata e trasformazione in granuli di plastica e cellulosa

Dai pannolini alle panchine di plasticaDai pannolini alle panchine di plastica
MILANO - È una delle spese che più gravano sul bilancio familiare quando nasce un bebè o quando si accudisce un anziano in casa. E fino a ora, pannolini e assorbenti usati erano anche considerati come i rifiuti non riciclabili per antonomasia e destinati alla discarica oppure all'inceneritore. Invece nel Centro riciclo di Vedelago, nel Trevigiano, a maggio del 2012 entrerà in funzione un nuovo impianto che, invece di distruggere questi oggetti, li farà rinascere, trasformandoli in plastica in granuli e cellulosa. Materie “prime seconde” con cui si possono produrre, ad esempio, panchine e altri oggetti per l'arredo urbano, giochi per i parchi pubblici, oppure lo strato base per i campi da golf, il cartone e perfino fertilizzante. Si tratta della prima esperienza simile in Italia, ma il modello potrebbe diffondersi anche in altre regioni: a oggi sono già oltre cento i Comuni che prevedono la raccolta differenziata per i pannolini, tra cui anche grandi città come Salerno.
DA PANNOLINI A PANCHINE – L'impianto è stato realizzato da un'azienda che produce e commercializza nel nostro Paese un importante marchio di pannolini. Era da due anni che Roberto Marinucci, il direttore generale, accarezzava l'idea di riuscire a riciclare i pannolini. Perché il progetto andasse in porto, però, occorrevano dei partner, primo fra tutti, un Comune o un gruppo di Comuni che facesse la raccolta differenziata di questi rifiuti. Da qui l'accordo con Ponte nelle Alpi, nel Bellunese, da due anni al primo posto tra i Comuni ricicloni e con il Centro riciclo di Vedelago, in cui l'impianto troverà posto.
VAPORE PER LA METAMORFOSI – L'impianto, che è in grado di trattare tutti i tipi di pannolini e assorbenti, è stato progettato da Marcello Somma, ingegnere chimico e e responsabile dello sviluppo sostenibile della Fater. All'interno di un'autoclave, tramite un meccanismo di cottura a vapore, gli assorbenti vengono sterilizzati e privati di tutti gli agenti patogeni e dei cattivi odori, con una tecnica simile a quella che si usa per i rifiuti sanitari. Nella seconda parte del processo, le componenti dei pannolini vengono separate meccanicamente, fino all'ottenimento di plastica e cellulosa. L'impianto pilota tratterà a regime 5 mila tonnellate all'anno, pari a quanto viene prodotto da un'area di circa 400 mila abitanti. Secondo un'indagine Ispra, ogni anno in Italia si producono poco più di 32 milioni di tonnellate di rifiuti urbani e il 3 per cento è rappresentato da pannolini e assorbenti. «Trasformarli in plastica e cellulosa riciclata e creare oggetti che avessero un loro mercato. Riciclare e rendere il sistema più economico dello smaltimento. Questo era il nostro obiettivo», spiega Roberto Marinucci, direttore generale Faber. «Spero che questa prima esperienza di sistema in Veneto possa decollare e in futuro motivare anche altri distretti a espandersi a livello nazionale». Da una tonnellata di pannolini usati si possono ottenere 150 chili di plastica e 350 kg di materia organico-cellulosica.
IL RUOLO DEI CITTADINI - «Questo è un ulteriore tassello verso il nostro obiettivo che è arrivare al riciclo totale», spiega Roger Demenech, sindaco di Ponte nelle Alpi. Qui la percentuale di raccolta differenziata supera il 90 per cento, ed era solo il 23 per cento nel 2007. La tassa rifiuti invece è diminuita del 15 per cento, grazie alla diminuzione dei costi di trasporto e smaltimento in discarica. Il processo di trasformazione dei pannolini è virtuoso «anche perché si va a produrre cartone, che altrimenti avremmo dovuto produrre consumando materiali vergini. Inoltre, il processo è anche carbon neutral: il riciclo evita emissioni di CO2 in misura superiore a quelle generate in fase di raccolta», spiega invece Duccio Bianchi dell'agenzia Ambiente Italia.

La prima scuola d'Italia a idrogeno:

Un'intera scuola sara' alimentata da un impianto a idrogeno derivato, quando tutti gli impianti inaugurati funzioneranno a regime. A Castelnuovo del Garda (Verona) quattro impianti per la produzione di energia rinnovabile sono stati presentati ieri dal sindaco Maurizio Bernardi, che ha dichiarato: "sono frutto di una tecnologia innovativa e rientrano in una serie di progetti finalizzati al contenimento della spesa energetica, alla salvaguardia dell'ambiente e alla tutela dei cittadini". Oltre a due impianti a pannelli fotovoltaici c'e' una centrale a biomassa e un generatore che produce energia elettrica e termica utilizzando idrogeno derivato da metano. Secondo i promotori e' il primo del suo genere a essere installato in un polo scolastico in Italia.

Vietati fosfati: dal 2013 detersivi piu' puliti

Divieto nell'Ue, a partire dal giugno 2013, dell'uso di fosfati e limitazione dei composti a base di fosforo nei detersivi destinati ai consumatori, quelli che si comprano in negozi e supermercati. Gli eurodeputati hanno approvato oggi a larga maggioranza (631 voti a favore, 18 contrari e 4 astensioni) la proposta della Commissione europea e del Consiglio Ue. Quindi a partire dal 30 giugno 2013 "una dose standard di detersivo per il bucato non dovra' contenere piu' di 0,5 grammi di fosforo" e dal primo gennaio 2017 sara' fissato anche un limite "di 0,3 grammi per i detersivi per lavastoviglie". L'obiettivo e' proteggere i mari, i fiumi e i laghi europei dalle migliaia di tonnellate di fosfati scaricate nell'acqua in questi decenni, che causano eutrofizzazione, crescita abnorme di alghe a spese dell'intero ecosistema acquatico. Dai nuovi limiti sarebbero esclusi, per ora, i detergenti professionali.