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30/10/11

Vernici a base di latte:


Avete mai pensato di dipingere le pareti di casa con colori fatti da voi utilizzando il latte?
Probabilmente no, poiché per praticità e abitudine acquistiamo vernici e pitture presso supermercati e colorifici che dispongono di un’ampia scelta di tipologie e tonalità. Invece l’impiego di una sostanza semplice e comune come illatte può essere molto meno eccentrico di quanto non sembri: di fatto è una modalità di pittura molto antica, addirittura gli Egizi lo utilizzavano.
Comunque, chi ama il fai-da-te e ama evitare vernici che esalano sostanze chimiche o la cui produzione danneggia l’ambiente, può cimentarsi nell’uso del latte per dipingere e colorare oggetti in legno, terracotta, pareti di casa esterne e interne. Quello che si ottiene è un risultato particolare che alla vista sa un po’ di “invecchiato”.
Occorre conoscere gli ingredienti e come miscelarli, anche se è possibile trovare colori e vernici a base di latte in alcuni negozi specializzati.
Il primo ingrediente indispensabile è il latte da cui si ricava il caglio, detto anche quark. Questo si ottiene mettendo un po’ di latte, almeno 75 ml, a riposare in un luogo caldo e riparato, unitamente al succo di un limonespremuto. Dopo dodici ore il latte produce, per processo naturale, il caglio, cioè quella sostanza più solida che si separa dalla parte liquida.  Ad esso vanno aggiunti la stessa quantità di acqua calda (75 ml) poi, a scelta, vernice acrilica oppure gesso e pigmenti in polvere.
Vediamo un po’ le quantità necessarie  per dipingere circa 30 mq di superficie: 255 gr di caglio, 75 ml di acqua calda, 150 ml di gesso polverizzato, 75 ml di pigmenti colorati. Al  posto di gesso e pigmenti possiamo aggiungere della vernice acrilica. Occorre procedere senza fretta, il gesso e i pigmenti vanno aggiunti poco a poco, mescolati molto bene per evitare i grumi e dopo un riposo di circa due ore si può iniziare il  lavoro di stesura del colore ottenuto.
Meglio indossare una mascherina per non respirare gli odori, che a tanti potrebbero risultare sgradevoli e che comunque scompaiono dopo l’asciugatura. La pittura a base di latte o quark è resistente, non forma muffe, è multiuso (su legno, muri, ecc), e – dulcis in fondo – completamente ecologica.
Però, per rendere il tutto ancora più green bisognerebbe scegliere il latte eco-sostenibile o comunque biologico! :)

Le Sigarette sono radioattive, fra le tante sostanze anche il Polonio 210.

Sigarette radioattive: contengono polonio 210
da corriere.it :
 Pochi sanno che tra le circa 4.000 sostanze aspirate con le sigarette, almeno una cinquantina delle quali certamente tossiche o cancerogene, ce ne sono anche di radioattive. Ma il fatto sconvolgente, denunciato dai ricercatori dell’Università di Los Angeles su Nicotine and Tobacco Research è la reticenza a rendere noto questo particolare di cui le aziende sarebbero a conoscenza da molti anni.
UNA RICERCA – INCHIESTA - Qualcosa, cioè che nelle sigarette c’è anche polonio radioattivo, era già di dominio pubblico, ma si trattava solo della punta dell’iceberg. «Fin dagli anni ’50 l’industria del tabacco aveva raccolto e secretato nei suoi archivi le prove di ciò che la presenza di questa sostanza significasse per la salute. Era giunta a quantificare il rischio a lungo termine: ogni 1.000 fumatori abituali sono almeno 120 i morti in più ogni anno per tumore del polmone che si possono attribuire direttamente all’emissione radioattiva» sostiene Hrayr Karagueuzian, primo firmatario dello studio. «Ma solo nel 1998 è risultato chiaro che le informazioni fornite dall’industria del tabacco sono state per decenni fuorvianti e incomplete e solo le nostre successive verifiche hanno confermato la dimensione del rischio» precisa l’esperto. 
IL POLONIO - Si chiama polonio 210 l’elemento radioattivo naturalmente presente sulle foglie del tabacco. È una vecchia conoscenza per i fisici: basti pensare che deve il suo nome a Marie Skłodowska Curie, due volte premio Nobel per la fisica e per la chimica grazie alle sue ricerche sulla radioattività, nata a Varsavia e naturalizzata francese in seguito al matrimonio con il collega Pierre Curie. I due scienziati isolarono il polonio nel 1902 e ne descrissero le caratteristiche: fa parte della catena del decadimento dell’uranio, è volatile (proprio come il fumo), ha una notevole attività ed emette particelle alfa. «Studiando medicina si impara che le particelle alfa hanno una bassa capacità di penetrazione nei tessuti e raggio di azione corto, cioè i loro effetti si esauriscono a brevissima distanza dal punto in cui si depositano. Tali caratteristiche rendono queste particelle adatte per alcuni tipi di radioterapia locale (danneggiano per esempio cellule tumorali circostanti), ma è tutt’altro che tranquillizzante immaginare un parallelo tra questa applicazione terapeutica e il loro arrivo, se veicolate dal fumo di sigaretta, sul tessuto polmonare sano» è il commento di Alessandro Oliva, specialista in Malattie dell’Apparato Respiratorio dell’Ospedale Mauriziano di Torino «Oltre tutto la loro emissione si attenua piuttosto lentamente: ci vogliono circa quattro mesi perché l’attività si dimezzi, un tempo considerato breve dai fisici che ragionano in termini di anni e a volta di secoli o millenni, ma decisamente lungo in un’ottica medica».   
LA SOLUZIONE CI SAREBBE, MA … - Gli autori dello studio rincarano il loro atto di accusa riferendo che fin dal 1980 è stata messa a punto una tecnica di trattamento del tabacco in grado di rimuovere il polonio e di rendere le sigarette inoffensive, almeno sul fronte dell’emissione radioattiva. Tuttavia, denuncia Karagueuzian: «Questo “lavaggio del polonio” non è mai stato applicato su scala industriale perché parallelamente modificherebbe chimicamente la nicotina e ne ridurrebbe l’assorbimento a livello cerebrale, e con esso quel momento di gratificazione per il fumatore definito nicotine kick, in qualche modo legato anche allo sviluppo della dipendenza». Manco a dirlo, pare che l’industria del tabacco abbia invece, proprio a cavallo tra gli anni settanta e ottanta, investito in ricerche che consentissero di individuare la forma chimica della nicotina più adatta a garantire un rapido assorbimento. E la messa a punto di una lavorazione del tabacco mirata a questo scopo ha, si dice, fatto la fortuna dei grandi marchi, ma nello stesso tempo ha forse posto le basi per rendere più facile la dipendenza e più difficili i tentativi di smettere. 

Il Svizzera, il condominio green:

In Svizzera esiste un condominio eco-sostenibile, precisamente  a Liebefeld, nel cantone di Berna. Il progetto è stato realizzato secondo le procedure previste dal sistema Minergie P-ECO, con il quale si certificano gli edifici che rispettano i criteri di efficienza energetica. La certificazione Minergie è presente oramai da circa 10 anni nel territorio svizzero e garantisce degli standard di qualità elevata per tutte quelle strutture che rinnovano le loro componenti in funzione del risparmio energetico.
Il risparmio si ottiene grazie ad un ottimo isolamento termico dell’edificio, che evita la dispersione del calore durante i rigidi inverni svizzeri. Il principio adottato è quello della casa passiva ma questo non impedisce al contempo l’utilizzo di sistemi di riscaldamento ad energia rinnovabile.

GUARDA: ecco le foto dell’eco-condominio di Gebhartstrasse
Tra i vari criteri necessari ai fini della certificazione sono richiesti quattro elementi: l’installazione di appositi sistemi di ventilazione, l’eliminazione dei ponti termici, per assicurare un’adeguato ricambio d’aria e quindi una migliore qualità dell’aria stessa, il massimo sfruttamento possibile della luce solare ed una riduzione dell’inquinamento acustico.
L’edificio, destinato ad un uso residenziale, si trova in Gebhartstrasse e con tale nome verrà identificato, è stato ristrutturato dallo studio di progettazione Halle 58 Architects. La struttura in precedenza era adibita a garage per le auto e oggi si presenta con una caratteristica forma a barca, dovuta alle dimensioni dell’appezzamento. Si è però cercato di portare la struttura portante il più possibile vicino al perimetro esterno per rendere libero tutto lo spazio interno degli appartamenti, che assumono così l’aspetto di grandi loft vetrati.
Il condominio è stato costruito con il legno locale ed è costituito da 3 appartamenti – uno per piano – ai quali si accede da una scala in cemento, che controventa anche la struttura. Le pareti perimetrali sono parzialmente schermate da frangisole in legno mentre i tamponamenti sono in pannelli di cemento Duripanel , una particolare miscela di particelle di legno (65%), cemento e leganti minerali (35%), il tutto fortemente compresso, utilizzato a secco e quindi ideale per un sistema costruttivo pre-fabbricato o veloce. Il lato sud-ovest ha grandi vetrate per sfruttare al massimo la luce diurna.
Il tetto è ricoperto di pannelli fotovoltaici tuttavia per garantire un sufficiente comfort termico si è installato unriscaldamento centralizzato garantito da una stufa a pellet posta nel seminterrato. Anche se l’edificio è stato progettato per avere la metà del suo riscaldamento prodotto dall’energia solare passiva.
Nel 2010 gli edifici certificati Minergie in Svizzera contavano oltre 19.000 unità abitative, un numero davvero imponente e in continua crescita.
I dati sembrano quindi essere ottimisti, ma come abbiamo ribadito più volte, non basta l’impegno di un solo Paese per risollevare le sorti del nostro pianeta.

Un ECO-Halloween:


Per decorazioni, costumi e caramelle di Halloween 2011, gli americani devolveranno secondo le stime degli esperti –  72,31 dollari pro-capite contro i 66,28 dollari dell’anno scorso. Si prevede che verranno spesi ben 6,86 milioni di dollari in totale. Per contrastare la tendenza sempre più diffusa di festa consumistica ecco alcune idee eco-friendly per rendere la festa delle streghe più sostenibile e risparmiosa.
Travestimenti
Una volta si facevano i costumi di Carnevale in casa. Le nostre mamme e nonne cucivano con amore i travestimenti che poi noi avremmo sfoggiato alla festa, ricavandoli da scampoli e vecchi vestiti. Oggi invece si ricorre a vestiti e maschere usa-e-getta in plastica e gomma. Per un eco-Halloween riproviamo a fare in casa un costume da fantasma, da Frankenstein o da strega, e se proprio non si sà da che parte incominciare o non si è mai tenuto un ago in mano, si può sempre noleggiare il travestimento, così sarà riciclato per diversi anni invece che durare una sola notte.
Zucche
Il simbolo di Halloween è la zucca, sceglietela bio! Con l’aiuto di un coltellino si scava la polpa e s’intagliano occhi, naso e bocca. I semi, una volta lavati e asciugati, possono essere sistemati sulla carta da forno, salati e tostati a 200° per 30 minuti. Saranno un ottimo “treat” per l’aperitivo. Con la polpa invece ci si può preparare unagustosa zuppa di zucca, basta aggiungere 2 cipolle a spicchi e irrorare con2 bicchieri di vino bianco. Infornare a 180° per 30 minuti circa e quando tutte le verdure sono morbide, aggiungere acqua quanto basta e frullare, e gustarsela con olio extra-vergine a crudo e due gocce di panna o di salsa worchester. Oppure scambiarlo con gli amici e i figli degli amici. I resti della zucca nostri e anche dei vicini, mi raccomando di non gettartli, perché se ne può ricavare un ottimo compost!
Dolcetti
Leccalecca, caramelle, marshmallow, orsetti di gomma, zuccherini e cioccolatini vari. Meglio cercare di utilizzaredolci fatti in casa, le tradizionali mele candite o la pumpkin cake, la torta di zucca tipica del nordamerica, da distribuire in pezzi. In altenativa rifornirsi di caramelle bio che non contengano coloranti, aromi e conservanti artificiali e neppure sciroppo di glucosio. Anche i cioccolatini bio sono una buona alternativa, assieme a barrette di cereali e biscotti biologici o fatti in casa.  Saranno sicuramente più amici dell’ambiente e decisamente più salutari.
Festa di Halloween
Se quest’anno la festa di Halloween si terrà a casa nostra, cerchiamo di avere a portata di mano degli ospiti diversi contenitori: uno per le lattine, uno per le bottiglie di vino e birra e uno per piatti e posate di plastica così non verranno gettati via tutti insieme. Se ci sono pochi amici, è meglio comunque utilizzare i nostri soliti piatti in ceramica e i bicchieri di tutti i giorni. Se però si vogliono fare le cose in grande stile e si pianifica un halloween party da 50 e passa invitati, beh, allora è meglio optare per piatti e bicchieri in plastica riciclata o materiale biodegradabile o compostabile come il mater-bi o la bio-plastica.
Illuminazione
Nel giardino e in terrazza si può scegliere di mettere piccole lampade a led o carica solare, dureranno per altre occasioni e consumeranno meno.
Ed il risparmio è garantito anche dal fatto che il ritorno sull’investimento è stato stimato in 47% in 10 anni! Anche le candele, specilamente se fatte in casa e in pura cera d’api, senza ingredienti di origine chimica, sono una suggestiva illuminazione. La fiamma, dentro la zucca o in un altro contenitore, ondeggia e proietta ombre terribili sui muri…
Decorazioni
Scegliere di farsi le decorazioni da soli è divertente e sarà l’occasione per giocare anche con i bambini. Utilizziamo ciò che si trova in casa e cerchiamo di ispiararci con la fantasia per creare festoni e pupazzetti terrificanti in materiali riciclabili come cartone, lana, pezzi di stoffa, lamapdine usate, contenitori usati e lattine. Riutillare le decorazioni degli anni passati o scambiarsele con amici e parenti. Se in casa non c’è niente e non si ha tempo per il fai-da-te, cercare almeno di acquistare oggetti riciclabili o presi nei negozi di usato.
Uscire
E’ decisamente meglio camminare o andare in bici a casa dei vicini o degli amici che danno la festa. Se proprio si deve usare l’auto, almeno considerare il carsharing con altri diretti alla stessa festa.
Con questi semplici trucchi festeggiare la festa delle streghe e dei fantasmi sarà divertente ma anche rispettosa dell’ambiente e poco sprecona.