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22/12/11

Batterie bio dalla carta riciclata: il prototipo di Sony


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Può la carta riciclata diventare una fonte di energia? A quanto pare sì e lo  ha dimostrato Sonydurante la fiera Eco-Products di Tokyo in cui ha presentato in anteprima il suo nuovo prototipo di bio-batteria che genera energia proprio dalla cellulosa.
Un dipendente del colosso giapponese di elettronica ha invitato i bambini a mettere dei pezzi di carta e cartone ondulato in una miscela di acqua ed enzimi, mescolarla e attendere qualche minuto. A quel punto sotto lo stupore di tutti, il liquido è diventato una vera e propria fonte di energia capace di alimentare una piccola ventola.
Stando al responsabile delle pubbliche relazioni di Sony, Chisato Kitsukawa, il meccanismo che sta alla base del funzionamento di questa nuova bio-batteria sarebbe lo stesso con cui le termiti mangiano il legno per ottenere energia. Ed effettivamente la cellulosa altro non è che una lunga catena di glucosio, la stessa utilizzata nelle piante verdi.
Gli enzimi contenuti nella soluzione romperebbero la catena e lo zucchero così rilasciato verrebbe successivamente elaborato da un altro gruppo di enzimi ricavando così ioni di idrogeno i quali si combinano con l’ossigeno per creare acqua ed elettroni che veicolati in un circuito esterno producono l’ energia per alimentare la ventola.
Un esperimento davvero suggestivo se si pensa che queste bio batterie così ricavate non utilizzando metalli,  sostanze chimiche sono completamente ecologiche e biodegradabili.
Purtroppo però, come ha precisato Kitsukawa,  per la commercializzazione e gli usi applicati della bio-batteria a carta e enzimi la strada è ancora lunga vista la sua bassa potenza in uscita in grado, per il momento, di alimentare a malapena i lettori musicali digitali, ma ancora non abbastanza potente per sostituire completamente le batterie di uso comune.
Peccato, ma è evidente che la strada da seguire è quella della ricerca e lo sviluppo per tecnologie sempre più amiche dell'ambiente.

EKØ: il kit fotovoltaico per autoprodurre energia a km zero


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Risparmio in bolletta garantito con il kit a km zero. E’ questa la promessa di Officinae Verdi, società nata da una partnership tra WWF Banca Unicredit, al fine di fornire alle famiglie ed alle aziende italiane la possibilità di autoprodurre la propria energia, riducendo le proprieemissioni di Co2 ed il proprio impatto sull’ambiente.
WWF e Unicredit si avvalgono del partner teconologico Solon per la realizzazione di impiantifotovoltaici, con soluzioni destinate sia ai privati che alle piccole e medie imprese. Officinae Verdi propone gli EKØ Energy Kit, pacchetti che integrano finanziamenti personalizzati, efficienza energetica e fotovoltaico.
Le proposte di Officinae Verdi nascono per rispondere alla domanda, da parte dei cittadini italiani, inerente ad un netto taglio dei costi dell’elettricità ed alla possibilità di ricorrere a fonti rinnovabili per la produzione di energia pulita e a km. 0. Circa un terzo dei cittadini italiani, secondo un sondaggio dell’Istituto Makno, approfitterebbe della possibilità di installare in un prossimo futuro pannelli solari per il riscaldamento dell’acqua o impianti fotovoltaici per la produzione di elettricità.
Ecco dunque la proposta mirata di Officinae Verdi, che mette a disposizione degli utenti 3 EKØ Kit differenti (kit di efficienza energetica, kit fotovoltaico, kit fotovoltaico + efficienza energetica), tra cui scegliere a seconda delle proprie necessità, con la possibilità di ottenere una riduzione dei costi in bolletta fino all’80%.
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Attivare il servizio prescelto è molto semplice. E’ sufficiente una telefonata al numero verdededicato (800.330055). Ad essa farà seguito un sopralluogo tecnico per l’individuazione dell’intervento più adatto al caso specifico. Il cliente verrà seguito nelle fasi successive, relative alla richiesta di incentivi e detrazioni, all’installazione e collaudo dell’impianto ed alla ricerca di soluzioni di pagamento personalizzate, per le quali la rete Unicredit offre consulenze e prodotti dedicati che prevedono con una copertura dei finanziamenti fino al 100%. La fondazioneWWF avrà il compito di vigilare sull’impatto ambientale di interventi ed impianti.
Il progetto interessa attualmente le regioni LazioAbruzzo Sardegna, ma è prevista una sua estensione a tutto il territorio nazionale a partire da marzo 2012. Si tratta di una proposta che appare concreta, grazie a cui Officinae Verdi si offre di semplificare, sia dal punto di vista economico che pratico, l’accesso alle rinnovabili da parte dei cittadini e delle imprese.
A destare perplessità – pensiamo a tutti coloro che si impegnano nel compiere scelte eticheglobali, che incorporano sia la preoccupazione per l’ambiente che temi scottanti quali la corsa agli armamenti – è però il fatto che Unicredit mantenga una posizione tuttora ambigua rispetto agli interventi creditizi nei confronti di tutti quei soggetti coinvolti nel commercio di armi.
Mentre infatti nel 2001, come riportato da UniMondo, l’istituto bancario aveva espresso il proprio impegno a sospendere gli interventi creditizi in favore delle aziende attive nella produzione e commercializzazione di armi e prodotti connessi, il nome di Unicredit appare tuttora nella tabella delle operazioni bancarie relative all’export di armamenti nell’anno 2010, presentata alla Camera all’interno di una relazione ufficiale della Presidenza del Consiglio nel marzo 2011.
Che dietro ad un impegno apparentemente etico nei confronti dell’ambiente e dei cittadini, si nasconda nuovamente un mero desiderio di profitto da parte di uno dei maggiori istituti di credito del nostro Paese? Da ultimo, tutti coloro che per motivi etici fossero coinvolti nelmovimento antispecista, difficilmente si troverebbero ad appoggiare i progetti che qui vi presentiamo, nel caso siano tra coloro che ritengono parziali e speciste le iniziative intraprese dal WWF nei confronti degli esseri viventi che popolano il nostro pianeta.

Mars, la cioccolata che uccide gli animali:


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M&M’s, Snickers, Twix, Mars, Bounty , doublemint e juice fruit. Dietro la loro irresistibile dolcezza, un mondo fatto di torture, violenze e sevizie. Dalle amputazioni all’alimentazione forzata, dall’annegamento alle emorragie interne. Crudeli esperimenti condotti su cavie, porcellini d’india, conigli. Li finanzia la Mars Inc., che, pur non appartenendo al settore farmaceutico, si rende complice di indicibile torture. Ma la Peta già nel 2007 aveva lanciato una campagna, un video e una petizione per convincere l'azienda a cambiare rotta.
Cosa che ancora non è avvenuta e, visto che il Natale è vicino e aumentano i consumi di cioccolato, meglio ricordare di quali crimini si è macchiata e continua a macchiarsi la multinazionale.
La Mars, spiega la Peta nella sua campagna “la sperimentazione animale senza cuore della Mars”, ha recentemente finanziato alla University of California, San Francisco, un esperimento sui ratti per determinare gli effetti degli ingredienti della cioccolata sui vasi sanguigni degli animali. Le cavie, animali “economici”, facili da gestire e da “smaltire”, sono state nutrite forzatamente con un tubo di plastica infilato nella gola, le loro zampe sono state poi tagliate e aperte per esporre un’arteria, chiusa successivamente con graffette per bloccare il flusso di sangue. Dopo l'esperimento gli animali sono stati uccisi.
In un altro esperimento del 2007, pubblicato sul Journal of Neuroscience, i topi venivano prima nutriti con flavonoidi e poi costretti a nuotare in una piscina di acqua mista a pittura bianca, per nascondere una piattaforma sommersa che le cavie dovevano trovare per  evitare di affogare. In altri test i ratti sono stati nutriti con cacao e anestetizzati con diossido di carbonio, affinché il sangue potesse essere raccolto da un ago e iniettato direttamente nel cuore. Una procedura criticata dal ricercatore William T. Golde del Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti, che ha scritto:  "Questo non è un metodo semplice. Se si manca il cuore o se l'ago passa attraverso il cuore da parte a parte, potrebbe verificarsi un sanguinamento interno non individuabile o a altre complicazioni". 
La Mars ha finanziato, poi, un test in cui i conigli venivano nutriti seguendo una dieta ad alto tasso di colesterolo, con quantità variabili di cacao. In seguito venivano “aperti” per esaminarne i vasi sanguigni e i tessuti muscolari. Anche i porcellini d’india sono stati utilizzati per esaminare e determinare gli effetti del cacao sulla pressione sanguigna. A testimonianza di ciò, arriva il filmato crudissimo della Peta, dove i maltrattamenti e i test emergono in tutta la loro crudezza nei fotogrammi.
E dire che un qualche anno fa la Mars aveva annunciato che tutta la propria produzione di cacao avrebbe seguito criteri dell'agricoltura sostenibile. Un progetto ecologista che cozza fortemente con la politica “animal unfriendly”, crudele e anacronistica portata avanti nonostante l’evidente assenza di motivazioni. Perché, tra l’altro, nessuno di questi test è richiesto per legge. Si tratta semplicemente di violenze gratuite, a cui, purtroppo, si contribuisce proprio comprando i prodotti dolciari dell’azienda.
Ma per ostacolare questi esperimenti la Peta chiede il boicottaggio del marchio e la firma per una petizione: “acquistando anche un solo prodotto di Mars, inc. legittimerai la violenza gratuita sugli animali e la loro uccisione”. Per questo è importante firmare e diffondere l’informazione.

Amsterdam, la patria dell'auto elettrica:


Se nessun rincaro dellabenzina riesce a diminuire in maniera significativa l’uso delle auto, quanto meno si possono limitare le emissioni nocive. La sfida passa ovviamente per le auto elettriche, a cui le case automobilistiche si stannomolto lentamentepreparando. Sembra ancora lontano il giorno in cui una rete capillare di colonnine assicureranno le ricariche rapide in tutte le nostre città, ma non disperiamo.
Uno sguardo verso le città del nord-Europa dovrebbe spronarci: Amsterdam sarà presto la prima metropoli da vivere con spirito totalmente ecologista, con zero emissioni di gas nocivi e un notevole abbattimento dei costi di alimentazione grazie a una rete di servizi e di supporto all’auto elettrica. Già capitale delle biciclette, la splendida città olandese si è posta l’obiettivo ambizioso di liberarsi totalmente dei gas di scarico entro il 2040, data a partire dalla quale si potrà circolare tra i canali solo su veicoli a emissioni zero.
Ad Amsterdam esistono già oltre 350 colonnine per le auto elettriche, che possono parcheggiare gratuitamente ovunque. Entro il 2013 le colonnine saranno più di 1000. Per chi acquista un veicolo elettrico è previsto uno sconto del 50% sulla differenza di prezzo rispetto al modello a benzina. Le istituzioni hanno poi stanziato sovvenzioni particolari per incentivarne la diffusione e l’uso: 9 milioni di euro nel 2012 per i veicoli aziendali, che si aggiungeranno ai 3 milioni spesi per finanziare l’acquisto delle prime 260 auto elettriche.
Entro il 2015 si arriverà ad avere almeno 10.000 e-car in una città che ha saputo cogliere la sfida del futuro: coniugare divertimento, arte e movida con il rispetto dell’ambiente e la salute dei suoi abitanti.