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21/12/11

Con il FAI, l'albero di Natale che si illumina pedalando:


Albero di Natale con luci led alimentate da pedalate
Il FAI, Fondo Ambiente italiano propone Natale responsabile, rassegna che si tiene a Villa dei Vescovi, a Luvigliano di Torreglia in provincia di Padova. La kermesse ospita artigiani e produttori agroalimentari a Km0 e dunque occasione pratica per garantire acquisti ecologici, sostenibili e responsabili. L’albero di Natale è stato decorato grazie ai piccoli doni portati dai visitatori e illuminato da 800 luci LED alimentate dalle pedalate di due biciclette: una grande e l’altra più piccola.
Spiega spiega Antonio Casotto, presidente di Energol, l’azienda che ha fornito l’impiantoper l’eco-illuminazione:
Basti pensare che con una sola dinamo da bicicletta alimentiamo tutti gli oltre 800 led che illuminano l’albero di Natale, quando normalmente una dinamo è in grado di alimentare solo le due lampadine della bici.
Via | FAIPadova Oggi
Foto | Si ringrazia Padova Oggi

Qmilch: l’innovativa fibra biologica derivante dalla caseina del latte


L’azienda tedescaQmilch, fondata dalla biochimica e designer di moda Anke Domaske ad Hannover, esiste da un anno. Produce tessuti a base di caseina, una proteina del latte. Una fibra naturale, antiallergica (perché non contiene elementi chimici), lavabile ma anche biodegradabile. A vederli, i capi di abbigliamento sembrano di normale cotone, ma la morbidezza del tessuto è molto maggiore. Dalla caseina si può ricavare una polvere che, bollita e successivamente pressata in strisce, si fila poi come un tessuto.
Il brevetto ha vinto il premio “Innovazione” dall’associazione degli industriali tessili tedeschi. Per il momento, il procedimento di fabbricazione della fibra resta più costoso della lavorazione del cotone, ma in compenso si risparmia sulle spese (e sulle emissioni di CO2) derivanti dal trasporto della materia prima. Basso impatto ambientale, dunque, soprattutto considerando che per la produzione si usa soltanto latte non adatto all’alimentazione umana.
Poiché questo tessuto non causa alcun tipo di allergia e di irritazione alla pelle, se ne sta studiando l’uso per lenzuola di ospedali e hotel.

Facebook diventa sempre più verde:


Facebook è non solo il più grande social network al mondo, ma anche uno dei più grandi consumatori di risorse energetiche da centrali a carbone (altamente inquinanti). Ora, grazie alla collaborazione con Greenpeace, punterà su energia pulita e rinnovabile: una mossa che di fatto rappresenta una vittoria per l’organizzazione ecologista che in passato aveva aspramente puntato il dito contro il famosissimo social network, proprio per l’enorme quantità di energia di centrali a carbone che i suoi datacenter consumano ogni giorno. D’ora in avanti l’obiettivo di Facebook sarà di alimentare le sue attività, inclusi i data center, con energia pulita. “Facebook – afferma Marcy Scott Lynn del Facebook’s sustainability program – guarda lontano, a un giorno in cui le fonti energetiche primarie saranno pulite e rinnovabili, e stiamo lavorando con Greenpeace e con altri per far sì che quel giorno sia sempre più vicino. Da oggi, la nostra politica sulla localizzazione dei data center favorirà l’accesso alle fonti rinnovabili e con Greenpeace metteremo la forza del nostro network al servizio del pianeta”.
“L’impegno di Facebook rilancia la sfida alle altre aziende dell’IT e del cloud computing come AppleIBM,Microsoft e Twitter – ricorda Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia – Abbiamo dimostrato che le persone, in ogni parte del mondo, vogliono che i social network, e più in generale la Rete, siano alimentati da fonti pulite e non dal carbone. Greenpeace continuerà a misurare, investigare e fare campagne sui progressi del settore verso il ‘green cloud computing’”. Pace fatta dunque tra Facebook e Greenpeace.

Guardare in Web-Cam gli orsi polari:


Orsi polari
Gli orsi polari non se la passano bene a causa del sempre maggiore fenomeno dello scioglimento dei ghiacci e più volte lo abbiamo raccontato. Oggi in atto c’è un progetto molto divertente e funzionale il Polar Bear Cam ossia web cam che osservano in loco gli orsi polari, quando naturalmente sono nei paraggi delle telecamere.
L’associazione che ha provveduto a installare le cam è la Polar Bears International che conta così non solo di monitorare da lontano ma nel loro habitat gli orsi polari, ma anche di coinvolgere e appassionare gli internettiani del Pianeta alla tutela dell’orso.
Barbara Nielsen responsabile della comuncazione per PBI dichiarato alla Envi:
Le persone che seguono le immagini registrate dalla web-cam sono colpite dalla bellezza degli orsi e del loro habitat. Molti hanno anche notato, oltretutto, che la maggior parte degli orsi sono sottopeso. Infatti, fino a pochi giorni fa, la neve sulla tundra era molto scarsa e nessuna copertura di ghiaccio era ancora apparsa nell’intera Hudson Bay impedendo di fatto agli orsi di spostarsi in luoghi dove potersi nutrire. Fino a solo trenta anni fa, il congelamento della baia avveniva tipicamente nella prima o seconda settimana di novembre. L’utilizzo della web-cam permette quindi di constatare con i propri occhi l’effetto del riscaldamento globale sull’Artico. Uno dei visitatori del nostro sito ci ha scritto di aver trovato “spezza cuore” le immagini degli orsi particolarmente dimagriti in attesa che si formi la calotta di ghiaccio necessaria alla loro migrazione verso zone più ricche di cibo. Il suo commento continua poi sottolineando come, proprio per le immagini così significative che trasmette, la web-cam sia uno strumento altamente persuasivo in tema di riscaldamento globale.
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