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28/10/11

Le Barche a impatto zero:


barche solari
Ogni anno milioni di imbarcazioni alimentate da combustibili fossili solcano i mari, incidendo fortemente con le loro emissioni sulla salute dell’ecosistema marino. Che fare per navigare più green? Ce lo chiedevamo quest’estate su Goletta Verde, e la prima risposta che viene in mente è: semplice, basta andare a vela. Ma in realtà non è sufficiente affidarsi al vento per navigare senza impatto, perché il vento spesso non c’è o non è abbastanza, e la stessa Goletta, che dovrebbe essere l’eco-barca per eccellenza, andava quasi sempre a motore (un vecchio motore rumoroso e inquinante): altro che barca a impatto zero.
E allora, che cosa si fa se nei giorni di calma piatta non vogliamo accendere il nostro bel motore a gasolio? Un’alternativa concreta è il sole, che nella bella stagione c’è quasi sempre e per molte ore al giorno, e dunque può essere fonte costante (e gratuita) di energia. Un’energia che può essere immagazzinata e utilizzata anche di notte o quando è brutto tempo. Sembra un’utopia, ma in realtà di imbarcazioni solari ne esistono già: alcune già navigano, molte altre sono in fase di studio o di realizzazione.
  • Ma Planet Solar non è la sola grande nave solare già realizzata: una menzione particolare merita il Solar Shuttle Hamburg di SolarLab, che con i suoi 42 metri di lunghezza è la più grande imbarcazione solare al mondo (può ospitare fino a 120 passeggeri). Costruito nel 2000, il battello è oggi una delle più popolari attrazioni della città di Amburgo, permette dirisparmiare ogni anno 5 tonnellate di CO2 (rispetto a un’imbarcazione diesel delle stesse dimensioni) e il suo generatore è talmente efficiente che riesce a produrre energia in surplusper la rete elettrica cittadina.
  • 3 e 4) Constance e Serpentine

  • constance_solar_shattle
  • Dopo lo Hamburg, sono arrivati anche il Constance (che da 6 anni naviga sul lago di Costanza) e il Serpentine, che dal 2006 naviga nel cuore di Londra sul lago Serpentine, risparmiando 2,5 tonnellate di CO2all’anno e generando energia in surplus per la rete nazionale.
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5) Thames

SolarShuttle_large

  • Tra i nuovi progetti di SolarLab c’è il Thames, pensato per trasportare 255 passeggeri e risparmiare 9 tonnellate di CO2 all’anno: il suo lancio è previsto per le Olimpiadi di Londra del 2012.
  • 6) Solar Yacht


  • Ma SolarLab si distingue anche per i suoi Solar Yacht, imbarcazioni più piccole pensate per il diporto o per la ricerca: possono ospitare dalle 2 alle 15 persone, ed essendo completamente silenziose, sono ideali sia per una giornata di relax che per accompagnare biologi ed ecologi nelle loro spedizioni scientifiche in riserve, zone paludose e aree protette.

7) Sun21

sun21
Tra le imbarcazioni da diporto, gli yacht hanno certamente un impatto maggiore sull’ecosistema marino: oltre alla risposta ecologica della SolarLab, molti sono i modelli di yacht eco-friendly già realizzati o in fase di sviluppo. Nel 2007 il catamarano solare Sun21 è entrato nel Guinness dei primati per la più veloce traversata transatlantica a energia solare. Con i suoi 14 metri di lunghezza e 5 membri di equipaggio, la barca ha navigato da Las Palmas, Gran Canaria, a Le Marin, Martinica, in 29 giorni: i suoi pannelli solari le consentono di mantenere una velocità costante di 5-6 nodi (9-11 km/h), equivalente alla velocità media di una barca a vela.

8) Arkki

arkki_
Tra i più interessanti progetti di yacht solare c’è il catamarano Arkki, la casa galleggianteconcepita da Janne Leppänen come un grande open space tutto ricoperto di celle fotovoltaiche. L’energia prodotta andrà ad alimentare le batterie o l’impianto elettrico della barca. 

9) N-Dour

  • n-dour
  • E se l’energia solare non dovesse bastare per spingere una barca molto grande e pesante, c’è sempre la possibilità di combinare sole e vento per produrre idrogeno, come nel progetto dello yacht ibrido N-Dour, disegnato da Riccardo Pilurzu.

10) Electro Solar

electro_solar
  • Ma anche in Italia si sta muovendo qualcosa: qualche mese fa sul Lago Maggiore è stato varato Electro Solar, catamarano solare di 5,5 metri con un motore elettrico alimentato da 9 m2di pannelli fotovoltaici, che a luglio si è affermato al Solar Challenge di Avigliana, una competizione internazionale riservata alle imbarcazioni solari. Grazie alla loro relativa leggerezza, le barche piccole certamente si prestano bene all’alimentazione con energie alternative, ma in realtà molteplici sono i modelli in via di sviluppo, sia grandi che piccoli. Il concetto, comunque, è sempre lo stesso: usare le energie rinnovabili che la natura ci offre gratuitamente per alimentare il motore e/o l’impianto elettrico delle barche.
Senz’altro queste soluzioni hanno dei costi e certamente ci vorrà del tempo prima che diventino dominanti, scalzando il vecchio modo di navigare. Però le ricerche dimostrano che sono possibili, e che per cambiare è necessario pensare in due direzioni: da un lato bisogna ripensare i processi produttivi, riprogettare i mezzi con cui ci muoviamo e gli strumenti che utilizziamo in modo tale da ridurre il loro impatto sull’ambiente. Progettare barche, aerei, automobili, computer con tecnologie green (attente alle emissioni e al risparmio energetico) è un passo fondamentale, perché il cambiamento deve essere anche a monte, nel pensare beni di consumo che siano in armonia con l’ambiente. D’altra parte, mentre questo accade, mentre aspettiamo che le barche solari si diffondano e diventino accessibili a un pubblico più vasto, naturalmente resta la nostra responsabilità nel ridurre il nostro impatto e godere del mare in maniera più sostenibile.

Le foreste e la loro importanza:


Vitamina A e C, proteine e ferro. E poi calcio e minerali. Una dieta che farebbe invidia al dietologo più intransigente è quella che offrono ogni giorno le foreste a oltre un miliardo di persone. 
 
La Fao (Food and Agriculture Organization) ha pubblicato un comunicato stampa che non lascia spazio a dubbi: dal punto di vista nutrizionale, le aree verdi, soprattutto, quelle tropicali, contribuiscono ad arricchire l'alimentazione delle popolazioni più povere, come quelle rurali. 


Eduardo Rojas-Briales, direttore del dipartimento delle Foreste della Fao, ha precisato che per incrementare questi vantaggi i governi dovrebbero investire maggiormente in favore della gestione sostenibile e del ripristino delle aree boschive degradate: "Non solo forniscono prodotti alimentari di base, ma anche gli alimenti supplementari". 

Sempre secondo Rojas-Briales, solamente in India, lo stato che è destinato a diventare il più popoloso al mondo, sono ben 50 milioni le persone il cui sostentamento dipende direttamente dalle foreste. Nel Laos, invece, l'80 per cento della popolazione si nutre ogni giorno di cibi definiti "selvatici" (wild foods).

L'Anno internazionale delle foreste volge al termine per lasciare spazio a quello dell'energia sostenbile. Quale notizia migliore per dare l'ultima scossa a un settore senza il quale la vita sulla Terra sarebbe impossibile?

Degli ortaggi davvero particolari:


La scorsa settimana è stata presentata a Cernobbio, nel corso del Forum internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione di Coldiretti una interessante esposizione di ortaggi e cereali dai colori inusuali. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare non si tratta di prodotti di importazione, né di vegetali geneticamente modificati. Anzi, si tratta di cultivar del tutto naturali, ricche di eccezionali proprietà nutrizionali nascoste proprio nei loro colori insoliti, degli alimenti funzionali con proprietà curative. Ortaggi e semi che speriamo possano diffondersi in ogni angolo del paese e diventino alla portata di tutte le tasche. Vincere la diffidenza dei consumatori non sarà facile, perché si sa che i colori giocano un ruolo molto importante nella presentazione del cibo e nella cosiddetta “succulenza indotta”. Ma in fondo, si tratta solo di fare l’abitudine a qualcosa di nuovo.
Ecco comunque un elenco delle principali varietà presentate:
* basilico rosso: ha proprietà antistress e stimolanti, cresce solo in primavera;
* biete dalle coste gialle, rosse, arancioni e fucsia;
* carota bianca: molto dolce, è un vero reperto di archeologia orticola perché esiste fin dall’antichità – fu poi sostituita dalla carota arancione, selezionate dagli olandesi qualche secolo fa in onore della dinastia regnante d’Orange e poi diventate preponderanti sul mercato;
* carota viola: alto contenuto di antociani, ottimi per contrastare l’invecchiamento e per proteggere la retina;
* cavolfiore verde: più ricco di clorofilla di quello bianco;
* cavolfiore viola: ricco di antiossidanti;
* ceci neri: ricchi di proteine e di ferro;
* mais bianco perla: originario del bergamasco, se ne ricava una farina molto chiara;
* mais nero: in pannocchie piccolissime contiene importanti antiossidanti come la zeaxantina;
* melanzana rossa (originaria della Basilicata): assomiglia molto a un pomodoro, contiene licopene e antocianine, che prevengono le malattie cardiovascolari;
* melanzana bianca: se ne può mangiare anche la buccia, è molto digeribile;
* patate blu (originarie del Trentino): contengono un’alta quantità di antociani;
* peperoncino giallo: proprietà depurative;
* peperoncino nero: depurativo;
* peperone bianco;
* peperone nero: ricco di capsicina, vitamine e antiossidanti;
* pomodorino giallo (della zona di Pavia): molto ricco di vitamina C;
* riso nero (o riso venere): è molto digeribile e ha un basso indice glicemico;
* riso rosso: contiene ferro, magnesio e fosforo;
* sedano rosso: tipico della zona di Orbassano, nel torinese.

Una bella idea contro gli sprechi di cibo:


eco vaschetta contro gli sprechi di cibo gratis in trentinoUna vaschetta gratis contro gli sprechi di cibo più il ricettario Riecolo non chiamateli avanzi dello chef Adriano Irranca per imparare a riusarli. Questi i nuovi tassello incastonato dalla Provincia autonoma di Trento nel progetto Ecoristorazione Trentino avviato la scorsa primavera.
Dal prossimo anno, infatti, gli esercizi ristorativi potranno richiedere l’etichetta ambientale che li impegnerà però a usare materie prime locali, biologiche e solidali, prodotti ecologici, risparmio energetico e idrico.
Ecco che a Fa la cosa giusta a Trento da oggi e fino al 30 ottobre viene distribuita gratuitamente la vaschetta con il claim: Ri-gustami a casa: con il tuo cibo riempi il frigo e non il cestino. La vaschetta è disponibile per tutti i ristoratori a costo zero è in carta certificata FSC e compostabile ed è in distribuzione all’Ecosportello Fa la cosa Giusta a Trento e all’Ufficio Comunità di Valle.

Despar e Eurven per la differenziata al supermercato:

Sempre più spesso la strada verso un futuro veramente green passa attraverso i progetti, le partnership e le idee messe in campo da operatori e professionisti di settori diversi capaci di unire il proprio know-how per raggiungere un obiettivo comune. È il caso di Eurven – azienda leader nella progettazione di sistemi per la raccolta differenziata, compattazione e riciclo di rifiuti – e della nota catena di supermercati Despar che in occasione diEcomondo (9-12 novembre, Fiera di Rimini) presenteranno l’innovativo sistema di raccolta con incentivo della carta.

Un progetto che non ha precedenti in Italia, nato con l’intento di facilitare e accrescere la raccolta e il riciclo della carta. Per chi si trova a passare da un supermercato Despar, sarà una piacevole sorpresa ecotrovare all’interno dei macchinari destinati alla raccolta di carta e cartone che in cambio della carta danno dei punti, utili per ottenere sconti extra sulla spesa…
Una bella spinta a fare la raccolta differenziata, non c’è che dire! Ma i vantaggi non finiscono qui. Anche Despar potrà trarre beneficio dall’iniziativa rivendendo ai consorzi di riferimento tutto il materiale raccolto e compattato. Non ultimi i vantaggi per l’ambiente: saltando tutti i passaggi tradizionali della filiera della raccolta dei rifiuti, verrà prodotta meno CO2.
Ed in seguito, grazie alla movimentazione, i costi di smaltimento si abbasseranno e il materiale potrà essereimmediatamente riutilizzato con un bel vantaggio anche in termini di tempo.
Il progetto vuole essere un ulteriore prova dell’impegno profuso dalla catene di supermercati verso politiche ambientali più all’avanguardia, nonché un valido strumento di fidelizzazione di una clientela sempre più sensibile e attenta alle tematiche ambientali.
Speriamo, quindi, che l’iniziativa venga presto “imitata” da un numero sempre maggiore di aziende e società.

Anche la coca-cola diventa amica dell'ambiente:




Vi segnaliamo la campagna di sensibilizzazione per salvare gli Orsi Polari lanciata da Coca Cola e dal WWF che farà si che dal 1 Novembre 2011 sino a Febbraio 2012 la Coca Cola si farà bianca, nel senso che più di 1 miliardo e quattrocento milioni di lattine di Coca Cola diventeranno di colore bianco.
Coca Cola investirà direttamente oltre due milioni di euro a favore di associazioni non profit ed Università che lavorano per tutelare e preservare l’ambiente artico dove vivono gli orsi polari e che sono a corto di finanziamenti dai governi per continuare la loro attività.
Sarà anche possibile donare anche online direttamente sul sito Artic Home: http://arctichome.com/.
Va ricordato che l’orso polare è uno dei simboli della comunicazione della Coca Cola sin dal lontano 1922.
Che ne pensate dell’iniziativa? come per il muro verticale di cui vi parlammo in questo post
Filippine: Coca Cola e WWF lanciano cartellone pubblicitario veramente TuttoGreen
di certo è un’ottima operazione di Marketing ma siamo comunque convinti che iniziative simili servano per aumentare la sensibilità ed il livello di consapevolezza della popolazione media: chi è già sensibile a questi temi non avrà grande stimolo ma il mondo è complesso e variegato e non dobbiamo fare l’errore di pensare che tutti abbiano la nostra stessa sensibilità, molti ignorano del tutto i problemi ambientali….
Nell’ambito della Campagna a favore degli orsi polari CocaCola finanzierà anche  un docufilm sulla vita degli orsiTo The Arctic 3D” che verrà presentato nel 2012 e da cui è derivato anche, il nuovo spot pubblicitario della Coca Cola, dobbiamo dire davvero con immagini davvero splendide dell’orso polare, eccolo