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15/11/11

Veneta Cucine e la green-kitchen:


Si chiama “Green Kitchen” ed è l’innovativa filosofia di design che si sta sviluppando tra i progettisti delle cucine. Si tratta di un nuovo modo di pensare a come rendere eco-compatibile uno degli spazi centrali di ogni abitazione, dove i consumi e gli sprechi di energia, gas e alimenti sono all’ordine del giorno. 
Diversi designer si sono già messi alla prova, intuendo in modo creativo come coniugare modernità, ecologia e passione per il cibo.
Fra i tanti oggi vorremmo parlarvi della giovane indiana Nilay Shah, che in accordo con Veneta Cucine ha realizzato I Green, una cucina che non prevede la presenza del frigorifero poiché si parte dal presupposto che non avendo modo di refrigerare gli alimenti, si è portati ad acquistare solo l’essenziale, riducendo così gli sprechi ed anche i consumi energetici.
Il piano di lavorazione è costituito da una serie di vassoi in legno riciclato e plastica bio-degradabile, predisposti per la conservazione e l’essiccazione.
L’idea sembra essere davvero allettante, siamo talmente abituati all’uso degli elettrodomestici che oramai vivere senza sembrerà quasi impossibile. A qualcuno di voi sarà certamente capitato di aver avuto il frigorifero rotto per qualche giorno e aver sperimentato il senso di panicoper la paura di perdere le varie provviste. In realtà la nostra dipendenza dal refrigeratore non è altro che la diretta conseguenza della vendita di prodotti a lunga conservazione.
I green, la cucina progettata da nilay shah
I green, la cucina progettata da nilay shah
Se imparassimo ad acquistare cibo fresco, magari anche a km zero, razionando le giuste porzioni per i nostri reali consumi, forse potremmo evitare di accumulare scorte ed avanzi, che spesso finiscono nella pattumiera dopo qualche giorno.
Siamo certi che anche il nostro portafoglio ci ringrazierà! Intanto non resta che attendere fiduciosi dove porterà questo nuovo concept di design eco-sostenibile!

Mercurio, quali i rischi e come proteggersi:


Sta suscitando molto clamore la campagna pubblicitaria sui rischi connessi all’ assorbimento di mercurio durante la gravidanza lanciata recentemente da Sierra Club, la più grande organizzazione ambientale degli Stati Uniti.
Le immagini shock della chiacchierata campagna (almeno negli USA dov’è stata lanciata) hanno fatto in pochi giorni il giro del mondo sollevando non poche polemiche: le foto disseminate nelle stazioni metropolitane di Washington e altre città mostrano, infatti, pance di donne incinte con sopra slogan inquietanti impressi con un freccia che indica il nascituro: «Questo piccolo fascio di gioia adesso è un serbatoio di mercurio» oppure «Ecco dove va a finire tutto il mercurio delle nostre centrali elettriche»e anche «Sarà così piena di gioia, amore, sorrisi e mercurio».
Al di là dei toni volutamente provocatori, questa campagna ha rimesso in primo piano l’importante questione dei danni legati all’assorbimento di mercurio sulla salute dell’uomo, in particolare dei bambini e delle donne in gravidanza.
Studi condotto negli Stati Uniti rivelano, infatti, che in molte metropoli americane i livelli di mercurio presenti nell’organismo di1 donna su 12 è talmente alto da mettere a serio rischio la vita del feto stesso, esponendolo a problemi di sviluppo, difficoltà motorie e di apprendimento. E non si tratta solo di semplici ipotesi visto che già 300.000 bambini nascono ogni anno portando con sé un rischio elevato di danni al cervello o al sistema nervoso.
Come sottolinea Sierra Club, in America sono 48 le tonnellate di mercurio prodotte dalle centrali a carboneche vanno ad inquinare il sottosuolo, le falde acquifere e di conseguenza l’intero eco-sistema.
Per risvegliare le coscienze e pretendere una maggiore garanzia sui livelli di controllo igienico-sanitaria dell’aria e dell’acqua, Sierra Club ha deciso di scendere in campo in maniera decisamente aggressiva, e la strategia pare stia dando i suoi frutti visto che la campagna sta facendo parlare di sé anche tra le mura della Casa Bianca.
Ma cerchiamo di capire meglio cos’è il mercurio e quali sono gli effetti nocivi che questa sostanza ha sulla salute dell’essere umano.
Il mercurio è un metallo di transizione pesante ottenuto per riduzione dal cinabrio. Le applicazioni di questa sostanza chimica sono davvero svariate. In generale, esso viene utilizzato nella preparazione di una grande varietà di prodotti chimici industriali e in campo elettrico, elettronico e medico. Questo metallo è presente nei termometri(anche se tra breve sarnno fuori legge in Europa), negli interruttori, nelle pile e perfino nelle otturazioni dentali.
Una delle caratteristiche che fa del mercurio uno degli elementi chimici più utilizzati è la sua versatilità che lo rendelavorabile in forma solida, liquida e perfino gassosa. Ultimamente, infatti, il mercurio ha trovato impiego nellapurificazione dei minerali di oro e argento: il risultato è tangibile negli altissimi livelli di inquinamento riscontrati in Brasile e nell’organismo dei tanti minatori costretti ad assorbirlo durante il lavoro nelle cave. Ancora più vasti sono i campi di applicazione dei composti derivati dal mercurio, come coloranti, insetticidi e diserbanti.
L’elevata tossicità del mercurio ha indotto, in parte, a limitarne l’utilizzo ma i piccoli sforzi condotti dalle industrie e dai governi sono paragonabili a una goccia di buonsenso in un oceano di pericoli sempre più minacciosi per l’uomo. Nonostante i rischi connessi all’esposizione dell’uomo a livelli di mercurio troppo alti siano noti da molto tempo. Basti pensare che a metà del XIX secolo, in Inghilterra, un numero molto alto di produttori di cappelli manifestarono gravi disordini mentali a causa dell’assorbimento della sostanza utilizzata nel trattamento del feltro.
Se vi state chiedendo come possa l’organismo umano assumere il mercurio, la risposta non vi tranquillizzerà affatto. Il mercurio, infatti, si assume per ingestione, inalazione, o anche per contatto visto che è in grado di penetrare i tessuti cutanei. Stessa cosa per i sali di mercurio, che generalmente si accumulano attraverso la catena alimentare.
Oggi il fatto più allarmante è che la principale fonte di contaminazione da mercurio è rappresentata dal cibo, senza considerare le vernici, le cere per pavimenti, gli antisettici, i lucidanti per mobili, i filtri dei condizionatori d’aria e così via.
La tossicità del mercurio colpisce principalmente il sistema nervoso centrale e periferico ma, come la maggior parte delle sostanze neurotossiche, agisce anche su cuore, reni e sistema immunitario. Una volta ingerito, inalato o toccato, il mercurio si distribuisce in tutti gli organi del corpo umano in uno spazio temporale che può arrivare a 60 giorni. È per questo motivo che gli effetti di alcuni tipi di contaminazioni da mercurio possonomanifestarsi anche dopo diversi mesi in maniera virulenta e con danni permanenti al sistema nervoso, polmonare gastrointestinale che possono provocare la morte.
I sintomi della contaminazione, per inalazione o ingerimento, sono sempre molto evidenti. Includono atassia, parestesie alle mani e ai piedi, debolezza dei muscoli, indebolimento del campo visivo, danni all’udito e difficoltà nell’articolare parole. In casi estremi, disordine mentale, paralisi, coma e morte nel giro di alcune settimane.
Inoltre il mercurio attraversa facilmente la placenta penetrando nel feto compromettendo lo sviluppo normale del cervelletto del nascituro. Ma non è tutto: tra gli effetti direttamene connessi all’accumulo di mercurio negli organi o nei tessuti, figurano anche patologie diffuse come depressione, epilessie, distrofie, paralisi, asme, riniti e congiuntiviti.
Anche gli animali (entrando nella catena alimentare) sono esposti agli effetti del mercurio: l’avvelenamento è considerato, non a caso, una delle principali cause del rischio d’estinzione di alcune specie di uccelli, in particolare di quelle viventi in ambienti acquatici dove i livelli di accumulo del mercurio sono critici. Un pericolo che riguarda l’intero ecosistema se consideriamo che concentrazioni 2-10 volte superiori alla norma possono alterare significativamente l’attività biologica del terreno.
Negli ultimi anni le concentrazioni di mercurio nell’acqua e nelle carni (soprattutto pesce) è aumentata considerevolmente tanto da mettere in allarme gli scienziati di tutto il mondo. Centrali termoelettriche che bruciano carbone, acciaierie, impianti industriali, miniere inceneritori di rifiuti. Queste le principali sorgenti.
Poi ci sono gli eco-sistemi che, fra incendi boschivi e vulcani, producono un terzo dell’inquinamento mondiale da mercurio. Mentre l’ultimo terzo è il vecchio mercurio prodotto dall’uomo in passato e tornato in circolo.
Come fare, allora, per proteggersi da questo micidiale nemico? Per quanto riguarda il cibo, bisogna ricordare che oltre al pesce il mercurio può accumularsi nei reni e nel fegato della selvaggina e nei cerali o funghi cresciuti in terreni inquinati. Per ciò che concerne il consumo di prodotti ittici (che di fatto rappresentano la principale fonte di contaminazione) il livello di tossicità è dato dall’ambiente in cui il pesce ha vissuto. E se è vero che non è possibile intervenire sull’habitat, è altrettanto vero che possiamo controllare provenienza, taglia e quantità del prodotto ingerita. I pesci a più alta concentrazione di mercurio sono infatti i grandi predatori (tonno, pescespada, squalo, verdesca) che, essendo ai vertici della catena alimentare, tendono ad accumulare maggiori quantità di sostanze tossiche. I più sicuri, di conseguenza, sono i pesci di piccola taglia e i molluschi.
Per quanto riguarda la provenienza è ovvio che il pescato dei paesi in via di sviluppo è più a rischio, anche se la concentrazione di mercurio rilevata nei nostri mari è risultata spesso più elevata di quella riscontrata nell’Oceano Atlantico. Ecco perché è preferibile consumare tonno in scatola, in quanto non proveniente dal mediterraneo ma da acque oceaniche.
È importante sapere che gli effetti nocivi del mercurio sono mitigati, in parte, dalla contemporanea assunzione diselenio, presente nel lievito di birra, cerealimolluschi integratori alimentari specifici. Per tutelare la nostra salute dai rischi indotti dal mercurio è opportuno limitare il consumo di pesce a 2-4 porzioni settimanalivariando nella scelta e preferendo quelli di taglia piccola e/o di allevamento.
Dal momento che evitare l’esposizione ai metalli pesanti è quasi impossibile al giorno d’oggi, non rimane che documentarci approfonditamente sull’argomento per “scansare” tutti i potenziali veicoli di questo killer misterioso. I termometri tradizionali a base di mercurio – con buona pace dei più nostalgici – sono già stati messi al bando e sostituiti da quelli elettronici (per altro più precisi).
Ma il mercurio può nascondersi anche in altri oggetti di uso comune, come i cosmetici, in particolare il mascara. Occorre, dunque, leggere attentamente le etichette dei prodotti che utilizziamo e prediligere i cosmetici naturali, ma soprattutto saper distinguere le sostanze pericolose che possono nascondersi dietro nomi più o meno indecifrabili. Per semplificarci il compito l’Unione Europea ha stilato e pubblicato una lista di tutte le sostanze vietate in cosmesi.
Passiamo all’argomento “pile“. Abbiamo già appurato che il mercurio è utilizzato nella produzione delle pile, soprattutto in quelle a ‘bottone’ che troviamo negli orologi e nei calcolatori elettronici. Sarà banale dirlo, ma diventa assolutamente vietato disperdere questi oggetti nell’ambiente o nei cassonetti insieme ad altri rifiuti, poiché finirebbero inevitabilmente per contaminare il terreno e le falde acquifere.
Concludiamo con una precisazione rispetto all’assunzione di vapori da mercurio per via inalatoria, ad esempio in seguito alla rottura di un oggetto (come i vecchi termometri) contenente un’alta percentuale di mercurio. Qualora ciò accadesse è bene allontanare immediatamente donne incinte e bambini, evitando di utilizzare l’aspirapolvere o la scopa per non contaminare l’aria. Il mercurio andrà invece separato dai vetri con l’ausilio di una siringa, scotch o facendolo rotolare su un foglio di carta. Andrà quindi riposto in un contenitore non metallico ben chiuso ed adeguatamente smistato (generalmente le farmacie sono disponibili a riguardo). Illuminando con una torcia elettrica la zona in cui è avvenuto l’incidente si possono individuare eventuali residui di mercurio e rimuoverli con in sicurezza.
Sul fronte delle politiche comunitarie qualcosa si muove. Da una parte, Europa e Stati Uniti stanno mettendo a punto un documento per bandire l’export di mercurio. Il programma punta anche a eliminare questo metallo nocivo dai prodotti di uso quotidiano. Entro il 2011 tutto il mercurio europeo verrà tolto dal mercato. Dall’altra, l’Europa ha varato un progetto che prende il nome di Global Mercury Observation System: 34 atenei e istituti di ricerca internazionali che avranno a disposizione una rete di 40 installazioni fisse, postazioni off-shore, campagne oceanografiche e piattaforme aeree distribuite su tutto il pianeta. L’osservatorio, finanziato con 10 milioni di euro, sarà in grado di monitorare in tempo reale l’andamento e le dinamiche dell’inquinamento atmosferico da mercurio al variare delle condizioni meteorologiche e delle emissioni.
Insomma, ci sono tutti gli ingredienti per dichiarare guerra al mercurio!

Spazzolino e dentifricio ecologici:


Siamo completamente immersi da oggetti e utensili che spesso diamo per scontato il loro utilizzo senza preoccuparci di quanto la loro produzione abbia avuto un impatto sull’ambiente.
Un esempio potrà farvi comprendere meglio quanto detto: lo spazzolino da denti manuale che usiamo quotidianamente è realizzato con una varietà di materie plastiche, una fra tante il polipropilene (PP). Una ricerca condotta dal Franklin Associates for the Plastics Division of the American Chemistry Council ha stimato che per ogni spazzolino dal peso di circa 25 grammi vengono prodotti 34 grammi di gas serra. Calcolando che i dentisti consigliano di cambiare lo spazzolino ogni 2/3 mesi ecco che vengono gettati quotidianamente quantità enormi di plastica non riciclata e non riciclabile.
Anche tempo fa vi avevamo parlato di un prototipo completamente ecologico che racchiudeva in sé la funzione di spazzolino e dentifricio, il This ToothBrush http://www.tuttogreen.it/this-toothbrush-arriva-lo-spazzolino-dentrificio-ecologico/.
Alcune aziende hanno pensato bene di lavorare sullo studio di uno spazzolino ecologico e sul mercato esistono già alcuni modelli, molti dei quali propongono solo la testina intercambiabile, consentendo dunque di allungare la vita al manico in plastica il cui smaltimento produce non pochi danni all’ambiente.
Molto originale è invece il prodotto dell’azienda australiana Clean Idea che ha creato  uno spazzolino fatto di setole biodegradabili e manico in mais, grano, tapioca e patate. Le bioresine si smaltiscono in circa 180 giorni senza produrre gas tossici.
Anche dagli Stati Uniti arriva un altro simpatico progetto: GIMME 5 suggerisce ai consumatori di rispedire lo spazzolino usato direttamente al’azienda produttrice, la quale si impegnerà nella corretta gestione del suo smaltimento.
Se poi oltre allo spazzolino abbinerete anche un dentifricio ecologico fatto in casa, allora il vostro sorriso acquisterà una marcia in più!
SUGGERIMENTO:  Come fare il dentifricio in polvere in modo naturale

Facebook propone una green-app:


Tutti conosciamo la storia di Facebook, il social network più famoso del mondo: nato come strumento per ritrovare vecchi compagni di scuola o colleghi dell’università, è finito col diventare una sorta di enorme caffè in cui ritrovarsi h24 per chiacchierare, condividere foto e video, giocare con le varie applicazioni.
Facebook conta un bacino d’utenza di oltre 500 milioni di persone in tutto il mondo. Questo comporta che qualsiasi novità introdotta attraverso questo portale ha un potenziale di ricezione davvero enorme al punto da poter influire concretamente sui comportamenti e le abitudini di vita. Perché allora non sfruttare questo strumento per dare una mano alletematiche ambientali?
E’ proprio di questi giorni la notizia che Facebook, il Natural Resources Defense Council (NRDC) e Opower hanno creato una partnership per sviluppare un’applicazione che consentirà agli utenti di monitorare il loro consumoenergetico domestico. Il lancio del servizio è previsto nei primi mesi del 2012.
Opower è un software già utilizzato per le utenze elettriche e del gas e consente ai suoi consumatori di poter tenere sotto controllo i propri consumi, impostando degli obiettivi di riduzione degli stessi e sfruttando l’aiuto di alert che avvisano quando viene superato il valore soglia.
La nuova applicazione consentirà, a chi rilascerà l’accesso ai propri dati, di comparare i propri consumi con quelli degli altri amici, partecipare a concorsi e condividere consigli su come evitare gli sprechi inutili.
Si stima che solo negli Stati Uniti vi potrebbe essere un risparmio di 700 milioni di dollari in minori consumi eneregetici in 1 anno se venisse adottata da tutti gli utenti di Facebook ! Immaginate cosa potrebbe accadere se tutto il mondo aderisse a questa iniziativa…
Siamo però abbastanza cauti, scottati dall’esperienza di Google Powermeter che avrebbe dovuto rivoluzionare la consapevolezza dsui consumi elettrici ma è stato un fallimento e recentemente è stato anche chiuso. Speriamo che l’applicazione di Facebook possa avere maggior successo!

Martifer Solar, il fotovoltaico dappertutto:


L’energia solare da pannelli fotovoltaici è una delle fonti rinnovabili più pulite e ad oggi più utilizzate nel mondo grazie ad una tecnologia accessibile a molti che permette di sfruttare i raggi solari anche in condizioni climatiche non ideali.
Uno dei leader nella produzione e installazione dei pannelli e di soluzioni solari fotovoltaiche complesse è Martifer Solar
Tra le sue realizzazioni più interessanti la torre con l’impianto solare più alto del mondo: si trova a ben 250 mt di altezza sulla Torre de Cristal a Madrid ed è destinato all’autoconsumo dell’edificio di 283 kW. L’effetto è incredibile, una distesa di pannelli fotovoltaici su di una scheggia tutta in vetro. A dimostrazione che anche nei luoghi più urbanizzati e nelle città più famose la possibilità di avere impianti da fonti rinnovabili è concreta e non deturpa il paesaggio urbano. Torre de Cristal ha un impianto solare a 250 m dal suolo.
Anche sull’Oceano Pacifico, nella ultra hip Santa Monica, l’Amministrazione cittadina ha voluto dotarsi di un impianto fotovoltaico sul tetto dell’edificio destinato alla manutenzione e al ricovero degli autobus. Big Blue Bus, l’azienda municipale di trasporto dell’area ha voluto un parco solare di ben 8,4 ettari in grado di produrre 95 kW. Questo permetterà di evitare l’emissione di 170 tonnellate di CO2 e diminuire i costi energetici del 15%.
Anche lo Stadio del Benfica ha un impianto solare, in questo caso montato sulla sua copertura sospesa, che è stato progettato da Martifer Solar. In occasione degli Europei di Calcio di Portogallo 2004 lo stadio si è rinnovato con una struttura enorme che copre una superficie pari a 42.000 m2 lasciando scoperto solo il prato di gioco.
Inoltre Martifer produce anche lucernai solari con la doppia funzione di dare luce agli ambienti e produrre energia. Un’interessante applicazione per tutti gli edifici in vetro che si trovano nelle grandi città, specialmente nordamericane, per diventare autosufficienti in termini di produzione energetica. E le sue pensiline solaripermettono di parcheggiare le auto e produrre energia contemporaneamente erogata alle auto elettriche grazie alle colonnine integrate: questo è il un brillante sistema SmartPark.
Sistema di pensiline solari e colonnine integrate SmartPark
Martifer Solar è un’azienda pronta a sfide sempre nuove pur di trovare nuove e più interessanti applicazioni dell’energia solare pulita all’edilizia civile e industriale.

Cestini della spazzatura parlanti, a Londra e Liverpool:


Cestini parlanti a LondraCome convincere i sudditi di Sua Maestà a tenere pulita Londra? Divertendoli e incentivantoli con un sorriso a gettare i rifiuti nei cestini parlanti.
Ne sono stati installati, per ora,venticinque a Londra e altrettanti a Liverpool come iniziativa dell’associazione Keep Britain Tidy che con la campagna Love where you live vuole sensibilizzare i cittadini alla pulizia delle strade che costa ogni anno ai contribuenti oltre 1 milione di euro.
Altri cestini parlanti saranno installati nelle prossime settimane e le loro collocazioni saranno rivelate via mail. A animare i cestini le voci (qui l’elenco) di presentatori Tv, campioni dello sport e vincitori delle edizioni inglesi di Xfactor. Dalla candid camera, nel video dopo il salto, sembra emergere che il divertimento è effettivamente un incentivo a gettare rifiuti.