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23/11/11

Sistema LOTUS, l'arredo urbano in chiave ecologica:


Il primo sistema modulare di arredo urbano “sostenibile”, funzionante con tecnologia fotovoltaica. In una sola parola Lotus, è questo il nome del progetto tutto italiano presentato nei giorni scorsi presso il Campus Tecnologico Energy Park a Vimercate, Monza Brianza.
La firma è dell’architetto Giancarlo Zema, che prendendo spunto dalla forma delle foglie ancorate al terreno, ha dato forma a una struttura dotata di sedute e pensiline fotovoltaiche destinato al posizionamento in parchi e aree di sosta. Il concetto di modularità si realizza intorno a un unico elemento tubolare, montato a raggiera. Pian piano che nelle sue forme “cresce”, Lotus mette in mostra le sue molteplici configurazioni, in grado di riparare dalla pioggia, illuminare l‘ambiente circostante (con tecnologia LED) e generare energia: dalla variante di partenza con un’unica foglia piccola da 4 mq di superficie fotovoltaica per una produzione di 500W fino a quella con foglia grande da 19 mq  per 2.8KW.
L’arredo offre anche un punto di ricarica per auto elettriche, gestito da un sistema centralizzato di info point, dal quale è possibile ricaricare pagando l’approvvigionamento con bancomat o carta di credito.
Lotus si integra perfettamente nell’ambiente circostante, per le sue forme e anche per le combinazioni cromatiche messe a disposizione da una vasta gamma di verniciature rigorosamente ecologiche, La firma di questa geniale invenzione andrà a vantaggio dell’azienda che ha commissionato il concept, la bergamasca LumineXence. Nelle vesti di sponsor hanno inoltre collaborato diverse aziende leader nel settore della produzione di soluzioni tecnologiche al servizio del sostenibile.

Uganda, crollo della produzione di caffè, a rischio l'economia del Paese:

La produzione di caffe' in Uganda e' crollata da 15 mila tonnellate a 5 mila. Questo fenomeno, secondo gli esperti, sarebbe legato al cambiamento climatico, che ha causato varianti stagionali laddove fino a poco tempo fa temperatura e umidita' erano costanti per tutto l'anno. L'economia agricola dello stato africano, fondamentalmente monoculturale, dipende dal caffe': secondo i coltivatori locali la produzione e' calata per via della siccita' che ha colpito diverse zone del territorio e la mancanza di acqua ha anche rallentato il corso dei fiumi, facendo diminuire la capacita' produttiva delle tre centrali idroelettriche che servono il territorio.

Nel futuro, solo guardaroba sostenibili:

Lana, sughero e rafia, rielaborati con estro sartoriale: materie prime naturali usate per abiti e accessori

Da Sette Green
Nel guardaroba del futuro
solo vestiti sostenibili
Lana, sughero e rafia, rielaborati con estro sartoriale: materie prime naturali usate per abiti e accessori

La sfilata 
in Calle Serrano a Madrid (da Campaign for wool)La sfilata in Calle Serrano a Madrid (da Campaign for wool)
Evanescente la creatività, concreti e soprattutto naturali i “mezzi” per darle corpo. Così, se lana, sughero e rafia non sono certo nuovi a essere materie prime per la fashion creativity, oggi sono in prima linea perché protagonisti su passerelle dalla sviluppata sensibilità eco. Tanto da arrivare a vere e proprie crociate green. Come nel caso della lana, con tanto di regale paladino: Carlo d’Inghilterra. Nel 2008 prince Charles ha lanciato The Campaign for Wool, progetto nato perché l’utilizzo di lana e derivati, soppianti quello dei sintetici, la cui produzione inquina l’ambiente. CAMPAGNA - Risultato? Dallo scorso anno la Campagna si è trasformata in un fenomeno “oltre Manica” con tanto di International Wool Week. Dopo Londra ha coinvolto altre metropoli: da Tokyo a Düsseldorf, da Amsterdam a Oslo, da New York a Madrid. Quest’ultima a ottobre ha visto la centralissima Calle Serrano trasformarsi nell’Avenida de la Lana con tanto di sfilata e installazioni. La Campagna continua la sua marcia di sensibilizzazione fashion: nell’autunno 2012 toccherà Francia, Italia e Cina. Un progetto che va oltre il sostegno del mercato laniero. Il Regno Unito ha nel suo dna una sensibilità green: dal London College of fashion, dove è già operativo un eco-hub, è stato lanciato in giugno il primo abito catalitico dal tessuto anti inquinamento.
SPERIMENTAZIONI - Moda, come il design, uguale banco di prova per le sperimentazioni green. Specie tra i nuovi designer. Il caso di Silvio Betterelli: sardo di origine, studi a Milano e Plymouth (Fine Art and Textiles Design), dalla terra natale ha voluto portare in passerella il sughero. «Il rivestimento dei tronchi delle querce, dalla texture spugnosa», spiega il designer. Ne ha ricavato fogli poi trattati con resine naturali per dare flessibilità e resistenza al materiale. «Il sughero di suo è un abito: riveste i tronchi. È stato uno splendido lavoro concettuale. Avvolgendoci le modelle ho ridato a questo materiale l’originaria funzione protettiva». Sempre di creativi di nuova generazione si parla anche nel caso dell’israeliana Mirit Weinstock. Tra i “Sei talenti” presentati a settembre da White Milano, salone internazionale di moda contemporanea. Formatasi tra Londra e Parigi, al fianco di McQueen ed Elbaz (Lanvin), la designer di Haifa ha scelto la rafia e i rami come materie prime per i suoi gioielli scultura giocando sul mix con i metalli preziosi. È aperto un nuovo capitolo per i materiali eco fashion. Sapendoli «trattare» per il verso giusto sono il guardaroba del futuro.

Philips, cinque gadget eco e futuristici:



La nota azienda olandese Philips possiede un settore di avanzata ricerca tecnologica, volta allo sviluppo di nuovi dispositivi e soluzioni innovative che in un futuro potranno essere adottate nella vita di tutti giorni. Uno dei futuristici progetti in corso è la Microbial House, (letteralmente una casa gestita dai microbi), un esempio di abitazione eco-sostenibile, presentata in occasione della Settimana olandese del design, che ruota intorno al bio-gas, una fonte energetica che arriva dagli esseri viventi microbici.
Si compone di 5 incredibili oggetti di uso quotidiano  che nel progetto della Microbial House funzionano appunto a bio-metano.
GUARDA LE FOTO: dai subito un’occhiata alla Microbial House!
1. Il principale è la cucina a isola con bio-digestore: da qui viene prodotto gas metano in grado di alimentare il resto della casa a partire dai rifiuti solidi umani e vegetali. L’isola è sia dotata di un serbatoio di vetro che consente di controllare i livelli di energia che di ruote rendendola così facile da spostare.
2. Anche la bio-lampada è alimentata dal bio-metano ma in questo caso prodotto grazie all’azione dei batteri che vivono nei rifiuti. Piccoli tubi in silicone conducono il metano ad una serie di bolle di vetro fatte a mano e tenute assieme da una struttura in acciaio. La fonte energetica può venire sostituita da proteine fluorescenti che emettono differenti colori.
3. La dispensa per frutta e verdura è una struttura in legno riciclato, costituita al centro da alcuni contenitori in terracotta e un ripiano che funge da tavolo. Le vaschette, di spessore e dimensioni diverse, servono a mantenere fresca la carne e le verdure. La superficie esterna del tavolo è riscaldata dal passaggio di tubi di acqua calda, a sua volta riscaldata dal bio-metano proveniente dal bio-digestore. Nella parte superiore della struttura trovano spazio dei vasi di ceramica, per incoraggiare la coltivazione personale di piante e erbe aromatiche da utilizzare in cucina in una sorta di erbario domestico.
4. Riciclatore di plastica a saliscendi: è un’altra incredibile invenzione che fa parte della Microbial House. All’interno di questo specie di ascensore a paternoster i rifiuti e gli imballaggi di plastica vengono distrutti dall’azione di alcuni funghi. In teoria, se la plastica o l’inchiostro su di essa non dovessero contenere metalli pesanti tossici, questi funghi sarebbero in grado di generare addirittura altri funghi commestibili.
5. Infine, la fonte di metano che alimenta tutta la casa: il gabinetto! Concepito come un bagno alla turca, separa i rifiuti liquidi dai solidi, canalizzando questi ultimi al sistema che li converte in metano, mentre l’acqua viene filtrata da piante per poter essere utilizzata nell’innaffiatura. Non consuma energia nel suo funzionamento e lo scarico ha una capacità di un solo litro d’acqua.
Completano la Microbial House anche una bio-farmacia, dove le condizioni dei rifiuti del corpo umano diventano dati per studiare le proprie condizioni di salute, e un’arnia domestica, dove far crescere le proprie api per farsi il miele da soli.
GUARDA LE FOTO: ecco i dettagli dell’incredibile Microbial House!
Evidentemente questo progetto è estremamente avveneristico, quasi come utopico. L’obiettivo della Philips non è di creare qualcosa da poter immettere immediatamente sul mercato ma dare impulso ad un nuovo modo di pensare i rifiuti, l’energia ed il riciclo: quello che abitualmente si butta non è più qualcosa di inutile da gettare e allontanare dalla nostra vista ma può diventare il carburante essenziale per la nostra casa, fornendo l’energia di cui abbiamo bisogno per svolgere attività quotidiane.
E’ un concetto quasi rivoluzionario e nel momento in cui sapremo farlo nostro, saremo sulla strada giusta per un modo di vivere eco-sostenibile e saremo allora in grado di vivere nella Microbial House!

Nuove etichette europee, scarica gratis l'e-book:

Grandi cambiamenti per il comparto alimentare che a partire dal 22 novembre 2011 dovrà adeguarsi alle nuove normative europee riguardanti le etichette dei prodotti alimentari. Si tratta dell’ultimo regolamento che la Comunità ha deciso di varare per semplificare l’identificazione delle caratteristiche dei cibi che finiscono sulla tavole dei consumatori dei Paesi Membri.
Tra le principali novità c’è l’introduzione (finalmente obbligatoria) della tipologia degli olii vegetali, la tabella nutrizionale e l’obbligo di rendere le diciture comprensibili, a partire dai caratteri tipografici che non potranno più essere “miniaturizzati”. E non finisce qui. La lista degli ingredienti di alimenti contenenti allergeni dovrà essere adeguatamente compilata e si potrà utilizzare una nuova simbologia (quella del semaforo) per contrassegnare gli alimenti troppo grassi, dolci, ecc.
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Purtroppo, però, non tutte le direttive saranno obbligatorie fin da subito: il regolamento potrà essere applicato entro 3 anni, mentre l’adeguamento delle informazioni nutrizionali entro 5: questo significa che sui banchi del supermercato e dei negozi potremo trovare alimenti con vecchie etichette nutrizionali fino al 2016. Anche l’obbligatorietà dell’indicazione del paese d’origine dovrà attendere per essere recepita: per le carni suine, ovine caprine e il pollame l’obbligo scatta entro 2 anni dalla pubblicazione del regolamento sulla gazzetta ufficiale.
Per comprendere tutti i passaggi di questa rivoluzione che cambierà, in parte, il “volto” dei prodotti esposti sugli scaffali dei supermercati, si potrà consultare il sito ilfattoalimentare o scaricare gratuitamente qui “L’Etichetta”, un pratico e-book scritto da Dario Dongo che analizza, spiega ed esemplifica la comprensione della nuova normativa in tutti i suoi aspetti a tutto vantaggio del consumatore. Occhi aperti allora!