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24/02/12

Organic Pack, il take away 100% riciclabile:


organic pack
Un usa e getta un po’ più sostenibile, quello ideato dai designers dello IED di Milano Matteo Vilardo, Luke Hornung e Caterina Gobbi. Per chi proprio non può fare a meno di mangiare qualcosa al volo fuori per motivi personali o di lavoro, i tre hanno elaborato un nuovopackaging, 100% riciclabile.
Nell’ambito del progetto Organic Pack, i tre designers hanno ideato tre soluzioni, in base alle esigenze specifiche dei consumatori. Il primo contenitore è il monoporzione Heat & Eat, che tramite una reazione termica consente di riscaldare il cibo in poche mosse. Sotto & Sopra è un monoporzione che si può utilizzare come padella e come piatto. Infine c’è Pop up pan, che comprende 25 scatole in alluminio che all’occorrenza si trasformano in padelle. Tutti i contenitori, come anticipavamo, sono riciclabili al 100%.
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 Organic pack 5 organic pack
Via | IED
Foto | Adi design

Gli oli essenziali: come si estraggono e come vanno utilizzati,


All’interno di ogni profumo, ma anche in gran parte delle creme di bellezza, nei bagnoschiuma e nei saponi sono contenuti glioli essenziali, anche conosciuti come oli eterici. Gocce preziose che possono anche fare da profumatori per l’aria di casa, per rilassanti massaggi.
Si estraggono da fiori, piante, foglie e radici. Già gli antichi egizi ne conoscevano le proprietà, mentre a Cipro è stato ritrovato un antichissimo laboratorio di estrazione risalente a ben 4000 anni fa. Sostanzialmente, il processo di estrazione non è cambiato nei secoli: avviene ancora oggi mediante inondazione di vapore o corrente di vapore. Il vapore acqueo infatti distende le cellule che contengono le essenze e rompe le membrane cellulari liberando gli oli essenziali che, trascinati, vengono condensati dando come risultato una sospensione di acqua e olio. Che poi deve riposare per circa un mese affinché l’olio si separi completamente dall’acqua – anch’essa utilizzata per preparare profumi, anche se meno concentrata. Un profumo vero e proprio è invece solitamente costituito da un terzo di oli essenziali e due terzi di alcol.
Gli oli essenziali sono necessariamente molto costosi perché da 100 chilogrammi di fiori si ottiene circa mezzo litro di olio. L’estrazione più complessa e quindi meno economica è quella dai fiori di iris.
Molti oli essenziali hanno anche proprietà antibatteriche – non a caso alle piante gli oli servono anche per tenere lontane piante concorrenti e, viceversa, attrarre gli insetti impollinatori.
Lasciando fiori secchi e oli essenziali in macerazione per almeno due mesi, si ottengono i famosi pot-pourri. Ma gli oli essenziali rientrano anche nella preparazione di pastiglie o caramelle, mescolati con cera per creare profumatissime candele oppure per potenti profumatori per biancheria.
Se gli oli essenziali vengono usati puri, bisogna che le quantità siano piccolissime: si tratta infatti di miscele chimiche complesse e ad altissima concentrazione. Applicarli puri sulla pelle può ingenerare infiammazioni e lesioni. In alcuni casi la loro ingestione può produrre fenomeni tossici anche gravi, specie in bambini, donne incinte, puerpere e persone affette da patologie epatiche o renali.
Per un bagno, bastano dieci-quindici gocce sciolte in amido di riso e poi versate nell’acqua della vasca. Per la doccia, ne bastano due gocce direttamente sulla spugna. Per profumare un ambiente, sono sufficienti tre o quattro gocce in un diffusore. Per i suffumigi, due o tre gocce in una pentola di acqua bollente. Per i gargarismi, non più di una goccia, sciolta in un bicchiere di acqua calda con miele.
Gli oli essenziali sono comunque validi alleati per la salute, dunque, ma anche per la sfera emotiva. I profumi ci coinvolgono così tanto perché arrivano dritti al sistema limbico e fanno breccia nel nostro inconscio.
Numerose sono le principali proprietà di alcuni oli essenziali secondo l’aromaterapia, ovvero la branca della fitoterapia che utilizza gli oli essenziali, ma ne riparleremo a suo tempo. Continuate a seguirci!

In arrivo il primo hamburger fabbricato in provetta. Ma 3 italiani su 4 non lo mangeranno:


hamburgerL’ultima novità del settore agroalimentare è un hamburger fabbricato interamente in laboratorio, creato con cellule staminali di bovini.
Lo ha realizzato un gruppo di ricercatori olandesi, guidati da Mark Post, direttore del dipartimento di fisiologia presso l’Università di Maastricht e sarà servito il prossimo ottobre,  dopo che sarà perfezionato l’esperimento in laboratorio.
Si tratterebbe, secondo quanto sostengono i suoi promotori, di unanovità potenzialmente in grado di rivoluzionare l'allevamento, l'alimentazione mondiale e arrecare benefici all'ambiente. La domanda globale di carne prevede un aumento del 60% entro il 2050, per questo si rende necessario un intervento per ridurre il danno ambientale da cui tutto questo deriva. E le staminali sarebbero la più valida soluzione, secondo i ricercatori.
Per questo "prototipo", gli scienziati hanno utilizzato delle cellule dei muscoli dello scheletro di bovini coltivate in un siero di feto di vitello. “I tessuti prodotti hanno esattamente la stessa struttura degli originali”, ha spiegato lo scienziato. Ma la tecnica può permettere di produrre della carne da qualsiasi animale, dal pollo al maiale. Proibitivo il costo di produzione del progetto, finanziato da un ricco donatore anonimo, desideroso di vedere diminuire il numero di animali da fattoria abbattuti e di ridurre così le emissioni di gas serra, che ammonta a 250 000 euro per la realizzazione del primo hamburger, ha precisato Post.
Ma c’è ancora molto da fare: carne “in provetta” ad oggi risulterebbe di colore grigiastro, niente a che vedere con il rosso vivo della carne bovina. Quanto al sapore, la carne in provetta risulta ad oggi essere insipida.
Sarà forse anche per questo che tre italiani su quattro (73 per cento) hanno dichiarato, secondo un indagine Eurobarometro, che non lo mangerebbero, spiega la Coldiretti in una nota. Resta, infatti, fortemente  diffusa tra gli italiani la preoccupazione nei confronti dell'applicazione di nuove tecnologie ai prodotti alimentari che hanno portato per ultimo alla produzione di carne artificiale in laboratorio.
La realtà – secondo la Coldiretti - è che, nonostante il rincorrersi di notizie miracolistiche sugli effetti benefici delle nuove modificazioni genetiche effettuate su animali e vegetali in laboratorio (dal supersalmone ad accrescimento rapido al riso ipervitaminico fino al latte materno da mucche transgeniche) rimane elevato il livello di scetticismo dei cittadini”.
Per questo, come hanno dimostrato le esperienze del passato a partire dalla mucca pazza (Bse), le innovazioni in un settore come quello alimentare, particolarmente esposto ai rischi per la salute, devono percorrere - conclude la Coldiretti - la strada della naturalità e della sicurezza.