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11/11/11

A confronto, Ford Transit vs Kangoo Z.E. della Renault:


transitLa mobilità sostenibile è un imperativo per le aziende del futuro. La declinazione ecologica di una vettura trapiantata in un motore elettricosi traduce in costi ridotti e massima efficienza. Lo sa bene la Ford Motor Company, che nella decima edizione dell'H2Roma 2011, aperto ieri nella capitale presso il Salone delle Fontane all'Eur, ha presentato il suo Transit Connetc Electric, il veicolo commercialedella casa statunitense prodotto sulla scia del tradizionale Connect con motorizzazione termica.
Mi accomodo al Test Drive: capiente, spazioso, "può ospitare fino a 5 passeggeri con un carico utile di 520 Kg", mi spiega il copilota. Nell'abitacolo nessun vanto tecnologico, al contrario, il Connect si presenta come i transit più convenzionali oggi in circolazione. Posiziono lo schienale del sedile regolando la tradizionale rondellina in plastica. Giro la chiave, si accende il quadro: nessuna vibrazione, nessun rombo, solo un rumore ovattato sospeso in modo irreale.
Negli Usa circola già dal dicembre 2010, viene costruito in Turchia e corredato di motore dalla Azure Dynamics, azienda britannica specializzata in propulsioni elettriche, mentre l’assemblaggio viene curato dall'AM General. Non si tratta di un peso piuma e me ne accorgo dalla durezza dello sterzo. Parliamo di 1791 kg di metallo, anche sel'accelerazione si attesta intorno ai 100 km/h in 12 secondi, 15 se a pieno carico. Ottime le sospensioni, che assorbono bene le irregolarità dell'asfalto. Il sistema di recupero dell'energia persa ad ogni decelerazione non penalizza affatto gli spazi di arresto.
Dal canto mio, resto sorpreso della facilità con cui mantiene un'andatura urbana e disinvolta. Capace di raggiungere una velocità massima pari a 120 km/h, il Ford Transit conquista 130 km di autonomia con una singola ricarica della durata di 8 ore. Tuttavia, il dato dichiarato dall'azienda non si riferisce ad una configurazione a pieno carico.
Rientro ai box, imposto il cambio automatico su P, Parking, e mi dirigo dalla concorrenza. In casa Renault vantano già un buon approccio commerciale: il Kangoo Z.E., l'electric version del suo equivalente termico, ha già programmato la vendita di un lotto di 15mila vetture a 19 imprese francesi, nei prossimi quattro anni. Un bando di gara promosso dalle istituzioni locali e gestito dall'Unione dei Gruppi d'Acquisto Pubblici (Ugap) ha piazzato in tutto 15.637 Kangoo Z.E.: tra queste, diecimila a La Poste, 1.500 all'Erdf, 1.200 alla Ugap, 510 alla Veolia Environnement, 450 alla Gdf-Suez e 33 alla Spie. Il furgoncino transalpino, in vendita già dal 30 settembre scorso, in Francia costa 15mila euro e gode di un incentivo di 5mila euro. In Italia, invece, ne costa 20mila, senza forme d'incentivazione.
kanhoo
Mani al volante, lo trovo più capiente del Transit Connetc Electric targato Ford. E non mi sbaglio: "Ha una portata di 650 kg ed un volume utile tra 2,4 e 4,6 metri cubi. Inoltre - mi spiega il copilota - è disponibile nelle versione furgone con passo corto e furgone o combinato a 5 posti con passo lungo". Prodotto nella fabbrica di Maubeuge (Francia), specializzata nella produzione di veicoli commerciali da venti anni, il Kangoo è dotato di un motore di 44 kW (70 cv) a 10.500 giri/minuto che sviluppa fin dall’avviamento una coppia massima di 226 Nm. Raggiune una velocità massima di 130 km/h e le batterie agli ioni di litio, posizionate sotto il pianale per non ridurre il vano di carico, hanno una capacità energetica di 22 kW e garantiscono un’autonomia di 170 km. Sono ricaricabili in 6-8 ore attraverso una presa domestica da 220 V oppure collegandosi ad una colonnina di ricarica rapida in appena 30 minuti.
Ovviamente, trattandosi di un mezzo commerciale, l'allestimento è più essenziale, il comfort più limitato e anche le prestazioni globali risultano lineari. Tuttavia, il risparmio di almeno il 20% sui costi di manutenzione può sicramente essere appetito per flotte di artigiani e imprese nazionali.

Pomada, mobili di cartone derivati dal riciclo:


Pomada_Team
Pomada è uno studio di design con sede a Buenos Aires (Argentina) che sperimenta nuove forme di arredamento con l'uso del cartone. La filosofia del riciclaggio e soprattutto del “riutilizzo” è alla base del lavoro di Antonela Dada e Bruno Sala Conill, i quali pensano, compongono e creano attraverso gli scarti di produzione che altrimenti rimarrebbero inutilizzati, dando un senso a  quel rapporto per tanti ancora ostico che lega una certa imprenditoria alla sostenibilità.
Parafrasando il discorso che il duo argentino propone sul sito ufficiale, lo spirito di Pomada nasce dall'incontro/scontro di quattro principali caratteristiche: essenza, intelligenza, coscienza e ricerca. Con l'impiego di materiali biodegradabili e riciclabili (coscienza) e la riutilizzazione degli scarti (intelligenza) si può creare qualcosa il cui impatto visivo (ricerca) non debba necessariamente comportare la compromissione dell'equilibrio ambientale a scapito della collettività (essenza).
Il loro brand - se cosi si può chiamare - ha come target diverse tipologie di clienti, dai più piccoli, per i quali propone tavoli e sedie per i momenti ricreativi, fatti di tubi di cartone assemblati con altri rimasugli di carta o legno, ad un arredamento per “adulti” sempre giocoso ma con un occhio di riguardo alla creatività green, con mobili che affascinano visivamente il consumatore per il loro aspetto approssimativo, pur mantenendo una sempre gradita comodità.
Reposera
I tipi di mobili, quindi, variano in base alle esigenze del target di riferimento mantenendo però immutata la caratteristica madre, quell'unione di forme essenziali dove i tubi di cartone disegnano sagome fermate da truciolati, tavole in fibra di legno sapientemente curate. Questi oggetti dal design piacevolmente sintetico vengono a volte ricoperti con avanzi recuperati dal settore cartario, come accade con i “Chupitos”, sgabelli impilabili realizzati con bobine di cartone.
Bancos
Chupitos
Un esempio concreto del modus operandi di Pomada e del risultato di tanto ingegno, il duo argentino lo ha dato durante l'ultima edizione dell'evento di design Casa FOA, tenutosi presso ilCMD (Centro Metropolitano di Design, n.d.r.) di Buenos Aires, dove il team ha ricreato un ambiente che fungesse da studio e nel quale, attraverso un separé di tubi di cartone a mo' di muro, è stato ricavato uno spazio utilizzato come “angolo del verde”.
Casa_FOA_photo_by_Paula_Alvarado
Anche le pareti sono state ricoperte con questo materiale di scarto, assemblando i cartonati con la tecnica degli “encastrables” (“incastrabili”). Una volta ottenuta una superficie piana, è stato intagliato su di essa il testo promozionale, poi chiuso con pannelli di luce (Led), evitando così - come spesso accade in fiere ed eventi di promozione aziendale - l'utilizzo di materiali sintetici e striscioni in PVC, che oltre a risultare freddi sono difficili da smaltire.
La mission di Pomada dimostra come la produzione a senso unico, ad esempio quella dell'industria di stampa che non riutilizza o non rivende i suoi scarti, faccia parte del passato, almeno negli obiettivi dei più attenti ai problemi dell'ambiente. Da una bobina di carta si può creare uno sgabello che è un pezzo unico, da tubi di cartone un tavolo da gioco per bambini; la parola d'ordine è “riutilizzare”, perché ogni cosa si trasforma senza necessariamente esaurire la propria utilità col ruolo attribuito in produzione.
E possibile trovare questi mobili anche online su questo sito e quiTrattandosi di pezzi di design, non sperate di trovare nulla a meno di 300 dollari. Anche gli scarti a volte costano caro ;P

Natale, i giochi eco-sostenibili:


 
Natale si avvicina a grandi passi e anche quest’anno fioccano le idee-regalo eco-friendly da mettere sotto l’albero soprattutto per la gioia dei più piccoli. Ed è proprio per loro che la fantasia può sbizzarrirsi nelle forme e colori più particolari, così come la voglia di “green”. Ma vediamo nel dettaglio alcune novità interessanti per questoNatale 2011.
Innanzitutto il puzzle in legno certificato FSC, è composto da pezzi con forme particolari che ricordano animali, persone e oggetti. Proposto da Wild Republic è adatto ai bambini dai 2 anni in su. E’ divertente e facile perché i soggetti sono gli animali.
Anche una pista in legno per le biglie, componibile per creare delle mega-stutture con torri e ponti e far correre velocissime le palline, è un bel regalo per piccoli ma anche per grandi che si divertiranno a sfidare i figli! Adatta per giocare all’aperto o in cameretta, la propone la tedesca Haba che produce tutti i suoi giochi con colori atossici e legno certificato.
Su internet ci imbattiamo anche nelle Coco Star, simpatiche formine a stella o fiore in fibra di cocco che ospitano semi di cosmos, zinnia o calendula, fatte apposta per essere appese all’albero ma che dopo le feste possono essere interrate per far nascere piantine fiorite. Sono prodotte da Eugea, fondata da un gruppo di ricercatori dell’Università di Bologna commercializza piccoli oggetti poetici a base di semi che diventeranno poi pianticelle da accudire.
Sempre di Eugea, l’erbavoglio, un piccolo prato da tavolo, contenuto in una scatola che aperta diventa un vero e proprio palcoscenico da popolare di personaggi. Il kit è composto da sementi varie e terriccio nutriente che una volta innaffiato e cosparso di semi, farà nascere il proprio prato. Utile per la componente didattico-scientifica.
Ci sono anche diverse costruzioni in cartone riciclabile da assemblare e colorare, per il cui montaggio non sono necessari nécolla né forbici ma solo tanta fantasia: castelli, fortezze, chiese, case e tante altre forme dove nascondersi o far vivere i propri eroi. Si trovano in molti negozi di giochi ecologici o educativi e online suecogiochiamo.
Se invece di giochi in movimento o di abilità i nostri bimbi preferiscono quelli più modellabili, sarà un piacere regalare loro PlayMais, la pasta colorata a base di amido di mais non geneticamente modificato, acqua e colori alimentari. Riciclabile e compostabile al 100%, la si trova in molti eco-shop e sul sito I Piccolissimi.
Stesso principio ma nome diverso per HappyMais. Anche qui basta inumidire i blocchetti colorati per realizzare tutto quello che si vuole, perché aderisce senza bisogno di colla. Si applica anche su carta e vetro, per decorare le finestre. Lo commercializza il sito Ecotoys.
Infine, per chi si sente pronto per il lavoro, le valigette con accessori in legno: il dottore, gli attrezzi, il meccanico. Piccoli oggetti molto curati che riproducono i “ferri del mestiere” ma in legno proveniente da foreste finlandesi certificate. Si possono trovare alla Città del Sole (anche online) e nel sito: okobimbo.
E per imparare giocando anche qualcosa sulle energie rinnovabili, non c’è niente di meglio della giostra solare o il mulino solare. Disponibile sul sito il tempo dei balocchi.
Insomma, i regali  dovrebbero andare d’accordo con l’ambiente, perché il rispetto della natura s’impara da bambini, anche giocando!

Big Belly Solar, riduciamo i rifiuti senza consumare energia:


greeny-torretta-alghero
Ridurre la mole di rifiuti senza danneggiare l'ambiente con inutili trasporti o procedimenti inquinanti? Da oggi è possibile, grazie ad un particolare contenitore che non solo compatta i rifiuti immessi, ma viene anche alimentato da un pannello fotovoltaico, in modo da non sprecare energia per il suo funzionamento.
E' Big Belly Solar, la nuova creazione di Eurven, l'azienda che progetta sistemi di raccolta differenziata, compattazione e riciclo dei rifiuti, e che abbiamo già conosciuto in occasione del lancio di RePaperMe, il compattatore di carta e cartone che permette ai clienti Despar di raccogliere punti fedeltà riciclando i propri scarti.
Ai compattatori studiati per qualsiasi luogo ed esigenza da Eurven  il nuovo contenitore solareaggiunge l'utilizzo di una fonte pulita come quella del sole: l'eco-cassonetto potrà così essere collocato presso giardini pubblici, piazze o campeggi, riducendo il volume dei rifiuti solidi (fino all'80%) senza inquinare in alcun modo l'ambiente. L'intera filiera del riciclo sarà resa più sostenibile anche grazie ad un dispositivo di controllo da remoto che avviserà il gestore nel momento in cui il contenitore sarà completamente pieno, evitandogli di fare "viaggi a vuoto" per controllarne lo stato.
Da qui i rifiuti compattati verranno trasportati direttamente ai centri di trasformazione o raccolti dall'ente locale che gestisce il sistema e rivenduti come materiali recuperati, diventando così anche un importante introito per le casse delle amministrazioni e accorciando di molto la filiera del riciclo. In questo modo verrà ridotto il ricorso alle discariche, saranno contenute le emissioni di CO2 dovute al trasporto e al trattamento dei rifiuti e sarà fatta un'importante opera di sensibilizzazione tra i cittadini e i turisti.
"Big Belly Solar rispecchia perfettamente la nostra filisofia, quella di innovare attraverso sistemi vantaggiosi sia per le persone che per l'Ambiente", spiega Carlo Alberto Baesso, General Manager di Eurven. In occasione di Ecomondo l'azienda presenterà inoltre anche gli altri suoi compattatori, da quelli che calcolano la quantità di CO2 risparmiata conferendo i rifiuti nei macchinari, a quelli destinati alla raccolta punti nei supermercati.

Nissan vuole essere la numero 1 nelle auto elettriche:


In un comunicato stampa, Carlos Ghosn, amministratore delegato del Gruppo Nissan ha dichiarato di volersi imporre sul mercato come principale produttore di autoelettriche. Le cifre parlano chiaro, si punta alla vendita di 1,5 milioni di veicoli insieme al partner francese Renault, grazie ad un investimento di circa 4 miliardi di dollari.
Entro il 2017 saranno immessi sul mercato 8 modelli fra cui la city car  Nissan Leaf che ha già raggiunto quota 15.000 vendite, soprattutto in Giappone e negli Stati Uniti. L’ Europa purtroppo continua a rimanere molto indietro. Ghosn ha dichiarato che stanno lavorando anche alla realizzazione di un nuovo tipo di veicolo per migliorare la qualità delle tecnologie a impatto zero.
Attualmente gli ingegneri sono impegnati nella realizzazione di unibrido capace di sfruttare benzina ed elettricità, la cui introduzione sul mercato è stimata intorno al 2013. Si prevede anche un ampliamento del mercato delle batterie, interessando gli stabilimenti di Inghilterra, Francia e Portogallo.
La grande novità sarà sicuramente la costruzione di un veicolo alimentato a celle di combustibile FCEV, grazie alla collaborazione con la Daimler.  Un altro importante punto di traguardo sarà la riduzione del 20% dei gas di scarico e un risparmio del carburante pari al 35%.
Nonostante la battuta d’arresto subita dopo la terribile catastrofe del marzo di quest’anno in seguito al terremoto in Giappone, la Nissan sta cercando di reagire puntando sui mercati emergenti.
Sul fronte dei veicoli elettrici c’è ancora molta strada da fare e la concorrenza potrebbe rappresentare un ottimo stimolo per abbattere i prezzi dei veicoli consentendo l’accesso all’acquisto a fasce maggiori di popolazione.

Physalia, la "balena" che ci ridarà acqua pulita:


Physalia è il nome di una medusa ma è anche l’epiteto scelto per la nuova creazione dello stravagante architetto belga Vincent Callebaut, noto per diversi progetti premiati a livello internazionale per il loro innovativo carattere green.
Questa volta il prototipo realizzato si distingue per la sua caratteristica forma di balena, una sorta di ecosistema galleggiante mandato in missione alla salvezza delle acque. Physalia è ricoperta di pannelli fotovoltaici capaci di fornire all’intera struttura tutta l’energia di cui ha bisogno, insieme all’azione di apposite idro-turbine poste nella parte inferiore. L’imbarcazione è rivestita di TiO2, la quale reagendo ai raggi ultravioletti è in grado di assorbire e riciclare le sostanze inquinanti rilasciate dalle altre navi. Il doppio scafo consente di raccogliere l’acqua, purificarla in modo biologico e poi rimetterla in circolazione.
L’intera struttura è lunga 80 metri e ospita al suo interno quattro giardini tematici, uno per ogni elemento del pianeta: ilGiardino dell’acqua è situato all’ingresso principale e sarà destinato alle mostre espositive; il Giardino della terra è posto nella zona centrale e ospiterà i laboratori scientifici; il Giardino del Fuoco è posto nella zona inferiore, immerso nell’acqua, e sarà destinato alle mostre sugli ecosistemi acquatici; infine il Giardino dell’Aria sarà inserito all’aperto come punto di ritrovo e di dibattito.
Insomma, Physalia ha tutte le caratteristiche di una stazione mobile di depurazione e noi non vediamo l’ora che ilprototipo si trasformi in realtà per vederlo navigare sulle acque dei nostri mari e dei nostri fiumi.