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22/01/12

Napoli, 20km di pista ciclabile da Bagnoli a Piazza Garibaldi,


Piste ciclabili a Napoli entro l'estate 2012
Napoli fa sul serio con la mobilità sostenibile: dopo il percorsi che usano le scale, la chiusura al traffico del centro storico ecco la pista ciclabile più lunga del Mezzogiorno. Collega Bagnoli a Piazza Garibaldi (in pratica i due punti estremi della Città di Napoli) sarà pronta tra circa sette mesi, sul finire dell’estate insomma e darà ai napoletani (e a chi vorrà pedalare) 20 km da usare anche come interscambio con le metropolitane. In proposito, infatti la bici sarà benvenuta a bordo dei treni metrò della Linea 6 e il suo trasporto sarà gratuito.
Il costo dell’intera operazione è di un milione e 200mila euro e messo in conto dalla precedente amministrazione. Il che però non deve meravigliare: non sempre le spese previste si realizzano per quello per cui sono state messe in bilancio. Esempio: a Caserta la precedente amministrazione aveva previsto 350mila euro per sistemare le piste ciclabili, ebbene quei soldi sono stati usati dall’attuale amministrazione per acquistare 10 autovetture e 3 motocicli da destinare alla polizia urbana.

UE: i piani salva-crisi mettono a rischio l'ambiente


Il WWF internazionale ha scritto al direttore del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde, e al presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso, per sostenere l’urgenza di soluzioni sostenibili alla crisi finanziaria globale, per preservare il capitale naturale che è alla base di ogni attività economica di successo.
Nelle lettere, il WWF sottolinea che “la crisi, oltre a essere causata dalla cattiva gestione delle finanze nazionali, è il riflesso di un modello di sviluppo economico carente, costruito su consumi eccessivi e su un sovrasfruttamento delle risorse naturali, con conseguente deficit ecologico, costantemente in crescita.
La lettera del WWF si focalizza in particolare sul caso della Grecia ed evidenzia una serie di gravi ripercussioni ambientali derivanti dal programma di riassesto economico, approvato a marzo 2010 e co-finanziato dal Fondo Monetario Internazionale, dalla Commissione Europea e dalla Banca Centrale Europea. In particolare: la riduzione del “fondo verde” per la Grecia che viene assorbito nel budget generale del Paese; la riduzione della regolamentazione dei permessi in campo ambientale; l’enfasi data a ingenti investimenti a fronte di discutibili verifiche ambientali; la legalizzazione di fatto di azioni illegali di sviluppo in aree protette; la vendita frettolosa e incontrollata di terreni pubblici; il sottodimensionamento di staff ambientale tra le autorità pubbliche; lo smantellamento di istituzioni di governance ambientale; il discutibile supporto dato a fonti di energie inquinanti, compreso il carbone.
“Negli ultimi 15 anni, il WWF si è ripetutamente appellato alle istituzioni finanziarie internazionali, compreso il Fondo Monetario Internazionale, perché rivedessero le loro politiche di prestito e favorissero la transizione dei paesi in crisi finanziaria verso un percorso di sviluppo sostenibile  dal punto di vista ambientale e sociale. Questo appello è diventato più urgente perché l’attività economica sta rapidamente superando il budget che la natura mette a disposizione – ha scritto nella nota Jim Leape, direttore generale del WWF internazionale.
La Commissione Europea deve onorare il proprio ruolo di garante dei trattati europei e delle politiche ambientali – ha aggiunto Stefano Leoni, Presidente del WWF Italia – Chiediamo alla UE  di ampliare la sua considerevole azione sulla sostenibilità, non come agenda separata ma piuttosto come un pilastro per costruire economie durevoli e in salute, anche in tempi di crisi finanziaria. E questo vale non solo per il Piano di Rilancio greco, ma per quello di tutti i Paesi, compresa ovviamente l’Italia”.
Le lettere del WWF sono state inviate in copia anche a Mario Draghi, presidente della Banca Centrale Europea, Herman Van Rompuy, presidente del Consiglio Europeo, Jean Claude Juncker, presidente dell’Eurogruppo; Lucas Papademos, primo ministro della Grecia; Jerzy Buzek, presidente del Parlamento Europeo; e Helle Thorning-Schmidt, primo ministro della Danimarca, il Paese che tiene la presidenza del Consiglio dell’Unione Europea per la prima metà del 2012.