I detersivi alla spinarappresentano ormai anche nel nostro Paese una realtà consolidata, che pur rimanendo ancora di nicchia vede aumentare di anno in anno la propria base di scelta e utilizzo.
Passare dai prodotti tradizionali in flacone alla “tanica”, sistemata nel garage di casa nostra o utilizzata in negozio, è un
comportamento virtuoso, in senso
ecologico? Senza ombra di dubbio sì. E può
diventare due volte tale se oltre al contenitore si considera anche in maniera appropriata il contenuto, cioè il detergente, al momento dell’acquisto e dell’impiego.
L’idea dei detersivi alla spina, o detersivi sfusi, muove infatti proprio dall’intenzione di ridurre l’
impattoambientale del contenitore. Perché, con il metodo della
ricarica gli stessi flaconi dovrebbero essere utilizzati più volte (almeno cinque), riducendo in questo modo la necessità di produrre continuamente flaconi nuovi.
E una minore produzione di contenitori plastici, oltre a diminuire la massa totale di residui da smaltire in circolazione, significa minori
emissioni di CO2 nell’atmosfera: nasce così, almeno in teoria, un circolo virtuoso dal punto di vista ambientale. Questo a prescindere dalle qualità del prodotto utilizzato con il metodo della ricarica.
Se il detersivo scelto è ecologico e biologico, il gioco è fatto: ciascuna delle considerazioni precedenti può ripetersi e il valore del nostro comportamento – in termini di sostenibilità – praticamente raddoppia.
L’azienda
Verdevero.it, che produce detersivi ecologici, biologici e prodotti in massima parte con ingredienti a km 0, propone due opzioni per servirsi di prodotti alla spina. La
tanica da 5 litri, con la quale ricaricare i flaconi a casa propria, oppure quella
da 20 litri, offerta ai negozi. Entrambe le soluzioni vengono incontro alle necessità dell’utente, privato o professionale: si tratta in ogni caso di un impianto alla spina fai-da-te, che non richiede grandi investimenti, come quello di acquistare un megadistributore del tipo che si può incontrare nei grandi centri commerciali.