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27/01/12

Francia: non sara' piu' venduto mais transgenico

L'azienda americana biotech Monsanto ha dichiarato che non vendera' piu' mais geneticamente modificato in Francia, "ne' quest'anno ne' dopo", anche se una corte francese aveva annullato la messa al bando del mais Ogm. Il governo francese ha dichiarato che pur essendo stato invalidato il precedente divieto, l'avrebbe reintrodotto prima della stagione di semina, questa primavera. Si sono svolte anche diverse manifestazioni di protesta organizzate dalle associazioni ambientaliste. "Prendiamo atto che le condizioni favorevoli alla commercializzazione del masi Mon810 in Francia non esistono piu'" ha dichiarato la compagnia, comunicando nel contempo la decisione alle autorita' francesi.

Jessica Alba lancia la sua linea di pannolini biodegradabili:


Jessica Alba lancia la sua linea di pannolini biodegradabili
Jessica Alba è una celeb. dal cuore bio. Negli Usa sopratutto tra i vip si sta diffondendo a macchia d’olio l’impegno verso la sostenibilità ambientale. Ma Jessica Alba supera l’impegno di Brad PittLeo di Caprio Julia Roberts tanto che ha messo su una piccola azienda The Honest Company che vende prodotti per l’infanzia: dai pannolini biodegradabili, ai detergenti bio, ai detersivi per il bucato.
L’attenzione verso questa gamma di prodotti è nata da quando Jessica Alba è diventata mamma e ha iniziato a comprendere la necessità di usare prodotti per l’igiene sia della persona sia della casa quanto più neutri e ecologici. Nella presentazione dei pannolini biodegradabili Jessica Alba mette in guardia se si sceglie di acquistare pannolini convenzionali: dall’uso di materie prime derivate da idrocarburi fino alla fine dei pannolini nell’inceneritore con la diffusione delle diossine.
I prodotti si acquistano on line e sono consegnati a casa, ovviamente negli Stati Uniti. Comunque la portata etica del progetto va ben oltre: infatti per ogni prodotto acquistato da The Honest Company devolve una parte della somma a baby2baby associazione che aiuta famiglie in difficoltà.

Sacchetti di plastica: arriva finalmente il decreto che mette al bando le buste con addittivi,


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Chiarezza fatta sui sacchetti di plastica. Dopo la promessa fatta dal Ministro Clini alla fine del 2011 di regolamentare una volta per tutte la normativa in fatto di shopper indicandone i criteri di biodegradabilità e la delusione pochi giorni dopo di non trovare le nuove norme sul decreto Milleproroghe, è stato finalmente pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale il decreto legge con il quale si dice veramente addio alle inquinanti buste di plastica.
L’entrata in vigore del decreto legge n.2 del 25/01/2012 “misure straordinarie e urgenti in materia ambientale, infatti, andrà ad aggiornare il divieto di commercializzazione entrato in vigore dal primo gennaio 2011, stabilendo i criteri di vera biodegradabilità degli shopper che, da oggi in poi, secondo quanto previsto dall’articolo 2, per essere definiti veramente tali, dovranno garantire la loro compostabilità in base alla normativa europea EN13432.




In tal modo si mette fine alla spinosa disputa in corso da un anno tra associazioni ambientaliste e produttori di buste di plastica, ma soprattutto si rendono illegali gli shopper realizzati con gli additivi, che si sono ampiamente diffusi nel commercio al dettaglio in Italia per sopperire alla messa al bando.
Gli unici sacchetti di plastica tradizionali ancora permessi saranno quelli effettivamente riutilizzabili ovvero le buste che abbiano uno spessore minimo di 200 micron per i sacchetti ad uso alimentari e di 100 micron per i sacchetti destinati ad altri usi. Al di sotto di tali spessori, invece, gli shopper dovranno essere necessariamente realizzati con materiali compostabili che “non inquinino il processo di produzione del compost di qualità ottenuto dal trattamento dei rifiuti organici domestici”.
A chi non rispetterà questi nuovi parametri e commercializzerà buste non conformi alla legge sono previste sanzioni da 2.500 euro fono a 25000 euro
Soddisfatta Legambiente, da sempre in prima linea nella battaglia contro le buste di plastica:“Grazie all’impegno rispettato dal Ministro Clini, l’Italia completa nel migliore dei modi la rivoluzione iniziata con il bando dei sacchetti di plastica inserito nella finanziaria 2007, che ha già permesso una forte riduzione degli shopper usa e getta in tutto il Paese e la riscoperta della sana abitudine delle sporte riutilizzabili. Con la legge di ieri l’Italia si conferma paese leader al mondo nella lotta all’inquinamento da plastica e nella promozione di produzioni industriali innovative e rispettose dell’ambiente”.

Tutto bene si, anche se c'è il rischio della perdita di 25.000 posti di lavoro, del monopolio dei bio shopper da parte della Novamont, e dell'utilizzo eccessivo del mais, con aumenti dei prezzi e più scarsità di prodotto.

Filtro antiparticolato, dubbi sui rischi per la salute:

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e voi, che cosa ne pensate?

Rewashlamp: le lampade ricavate dal riciclo della lavatrice,

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Purtroppo finora il destino di ogni lavatrice non più funzionante sembrava tristemente segnato, al pari di quello di ogni analogo grande elettrodomestico fuori uso e non riparabile. Qualcuno però ha trovato il modo di riutilizzare gli ingranaggi interni delle lavatrici per realizzare delle vere e proprie creazioni artistiche, che vale davvero la pena di ammirare. Si tratta di fantasioselampade di design, nate da un’idea del portoghese To Martins.
Il designer è riuscito a reimpiegare diversi materiali provenienti dalle vecchie lavatrici per la costruzione di lampade da terra, che poggiano si piedistalli regolabili simili a quelli utilizzati dai fotografi. I paralumi sono realizzati con tessuti o con altri materiali di scarto caratterizzati da colori variopinti e da consistenze differenti, in modo che le innovative fonti luminose si possano rivelare adatte ad ambienti diversi, dalle comuni abitazioni, agli esercizi commerciali, agli uffici.
L’altezza delle lampade è regolabile, in modo che essa possa essere variata in base allo spazio a disposizione nel locale in cui si desidera inserirle. I tessuti utilizzati per i paralumi sono sintetici ed ogni lampada è dotata di una lampadina a risparmio energetico. Il processo di produzione delle lampade avviene in maniera completamente manuale ed artigianale, in modo da ridurre il consumo di energia necessaria per lo stesso.
Le lampade sono personalizzabili ed adattabili ai gusti degli acquirenti. La produzione al momento è limitata ed esse sono realizzate prevalentemente su richiesta, sempre esclusivamente a partire da materiali recuperati. Al progetto, chiamato REWASHLAMP, è dedicato un sito web, in cui poter ammirare le creazioni del designer portoghese.
Le lampade seguono la moda del momento, con le loro linee decise e i loro colori vivaci, contribuendo allo stesso tempo a ridare vita a materiali che avrebbero probabilmente finito per accumularsi nelle già sovraccariche discariche del mondo. Esse rappresentano una prova ulteriore di come, anche a partire dalle materie prime più umili, sia possibile dare vita a dei veri e propri esempi di design contemporaneo.

Benevento sceglie la bici fotovoltaica per il suo progetto di bike sharing:


Bike-Sharing ecologico? Anche a Benevento, in Campania, rispondono con un “sì, grazie!”. Nei giorni scorsi la Giunta provinciale del capoluogo sannita ha varato un programma di mobilità urbana alternativa, incentrato sullebiciclette elettriche alimentate con il sole. Il progetto di noleggio ciclabile prevede per il momento l’utilizzo di 30 biciclette a pedalata assistita e sei ciclo stazioni in cui poterle affittare. Piazzole dotate di pensiline con pannelli fotovoltaici, capaci di produrre in autonomia la corrente elettrica necessaria per garantire le operazioni di ricarica delle batterie installate sui mezzi a due ruote. Senza necessità dunque di prelievi dalla rete elettrica generale, e senza di conseguenza relative emissioni di CO2.
L’iniziativa segue l’esempio di quanto già visto a Padova e aVimercate. In questa prima fase sperimentale, le stazioni sono state ubicate in punti strategici della città: la Stazione ferroviaria centrale di piazza Colonna; la Stazione ferroviaria “Appia” di Via Munanzio Planco; in Piazza Orsini; alla Rocca dei Rettori in piazza Castello; al Largo Carducci nella Zona Mellusi e in via Gramazio al Rione Libertà.
Per prenotare la propria bici è stato predisposto dagli enti locali un sistema di booking telematico: una volta acquisita laprenotazione on-line, all’utente verrà rilasciata una “chiave” elettronica che consentirà di “sganciare” l’attrezzatura di sicurezza della bicicletta e di usufruirne per il tempo a lui necessario e con l’importo che verrà scalato dalla sua tessera identificativa.
«Si tratta di un intervento sul territorio molto rilevante – ha commentato l’Assessore alle politiche energeticheGianvito Bello – vogliamo contribuire a far virare Benevento in direzione delle più moderne ed avanzate città europee, dove l’auto è ormai accantonata rispetto a forme collettive di trasporto e/o alle stesse biciclette. E’ evidente come, questa del “bike-sharing” rappresenta  una forte azione di stimolo della pubblica opinione proprio mentre le cronache registrano continui aumenti del prezzo dei carburanti e quantitativi di polveri sottili nell’aria sempre meno gestibili».
Non resta che augurarci una risposta positiva e responsabile da parte dei benventani nei confronti della nuova proposta di mobilità sostenibile. Un primo passo, forse, verso un cambio anche di mentalità verso l’ambiente, la sua salvaguardia, e anche il risparmio per il portafoglio che ne potrebbe conseguire.