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26/10/11

Le Green Car:

Organizzato per il settimo anno dal Green Car Journal, il premio è assegnato alla vettura ecologica in commercio dal 1 gennaio dell’anno che più di ogni altra si fa segnalare per la sua portata innovativa, per l’idea alla base del suo progetto e per l'efficienza energetica
Quale sarà l'auto verde dell'anno 2012? Nel 2011 sono state la Opel Ampera e la Chevrolet Volt ad aggiudicarsi il titolo di auto verde dell'anno. A breve sarà nominata la vincitrice per il 2012: la scelta si restringe tra soli cinque modelli, da poco annunciati.

Le auto in lizza per il premio, organizzato per il settimo anno consecutivo dal Green Car Journal, sono la nuova Ford Focus Electric, la Honda Civic Natural Gas, la Mitsubishi i-MiEV, la Toyota Prius V e la Volkswagen Passat TDI, che risulta l’unica tra le finaliste a funzionare grazie a un motore alimentato da un combustibile fossile.

Le cinque vetture, infatti, rappresentano  praticamente tutti i sistemi di propulsione, dall'elettrico all'ibrido, dal gas naturale al Diesel.

I risultati finali si avranno solo il 17 novembre, in occasione del Salone dell’auto di Los Angeles.


La Honda Civic Natural Gas impiega un carburante alternativo che brucia in modo pulito ed è presente relativamente in abbondanza, specie negli Stati Uniti.


La Volkswagen Passat TDI prosegue nell’ampliamento dei nuovi prodotti Diesel puliti della casa automobilistica di Wolfsburg, con una sensibile riduzione delle emissioni e bassissimi consumi effettivi.


La Toyota Prius V rappresenta una variante di dimensioni maggiori della popolare ibrida della Toyota e segna l’espansione della più popolare ibrida al mondo verso nuovi segmenti.


Invece che essere presentata a un salone dell'auto, la prima 100% elettrica Ford - la Focus Electric - sarà svelata al pubblico al Consumer Electronics Show di Las Vegas: un salone dell'elettronica.


La Mitsubishi i-Miev è già sulle strade da mesi, frutto di un progetto congiunto con Peugeot e Citroen.


Diventa recuperabile anche l'irrecuperabile:


Negli ultimi tempi si stanno sperimentando i modi più diversi per fare riciclaggio nonché i materiali più disparati. Nessuno però avrebbe mai pensato che a subire tale processo fossero addirittura i pannolini usati!
La società canadese Knowaste ha sperimentato un processo di riciclaggio che trasforma i pannolini usati, dopo un processo di sanificazione, in robuste palline di plastica che a loro volta vengono utilizzate come materiale di base per la fabbricazione di tegole e tubi. Il riciclo non interessa solo i pannetti dei bambini ma anche i prodotti assorbenti per adulti .
La società pensa di costruire prossimamente nel Regno Unito ben 5 impianti di riciclaggio di assorbenti igienici. Finalmente un’idea amica dell’ambiente in un paese che immette in discarica o invia agli inceneritoriogni anno circa 1,1 miliardi di Kg di pannolini usati.
Inviandoli invece alla Knowaste si potrebbe risparmiare uno spazio in discarica delle dimensioni di 96 piscine olimpioniche e si eviterebbe l’immissione diossido di carbonio in atmosfera pari a quello prodotto da 7.500 autovetture. Inoltre avremmo la produzione di materiale da costruzione duraturo e sicuro igienicamente.
I vari processi del riciclo per arrivare alla produzione del materiale da costruzione sono visualizzabili attraverso i video pubblicati dal sitodella Knowaste.
Inizialmente la società ha ottenuto la fornitura dei pannolini usati dagli asili nido, dalle case di cura e dagli ospedali ma spera che in un futuro prossimo tale progetto possa essere esteso anche alle abitazioni. Però il costo di tale raccolta appare ancora troppo alto. Si spera possa essere tutto risolto quanto prima per compiere un ulteriore passo in avanti verso l’ormai florida industria del riciclo.

I consigli di Legambiente per un ECO-COMUNE:


Possono esserci delle regole semplici ed attuabili che incentivino l’utilizzo delle fonti rinnovabili da parte dei comuni e di conseguenza anche dei cittadini?
Ci prova Legambiente, con le sue linee-guida che vogliono suggerire un vero e proprio piano d’azione sul solare. Perché non si può rimanere passivi davanti all’aumento delle fonti energetiche tradizionali, quando invece la tecnologia permette di avere impianti sono sempre più efficienti e meno costosi per le tasche degli utenti.
Per fare da traino alla diffusione delle fonti energetiche rinnovabili ed eco-compatibili, integrate nell’ambiente e ricche di opportunità imprenditoriali ed occupazionali, Legambiente pensa alla necessità di un’azione strategica e responsabile da parte dei Comuni, che possono fare molto nel convincere, educare ed informare i cittadini su questa tematica.  Ecco alcuni degli interventi chiave:
1) Rendere obbligatorio il solare nel Regolamento Edilizio. E’ possibile spingere l’integrazione del solare in edilizia con l’obiettivo di soddisfare una quota minima obbligatoria del fabbisogno elettrico e termico attraverso impianti fotovoltaici e termici installati sui tetti delle strutture nuove o da ristrutturare, siano esse pubbliche o private.
Secondo le direttive del Decreto Romani, che entrerà nella fase attuativa a giugno 2012, nel caso di edifici nuovi o sottoposti a ristrutturazioni rilevanti, sarà obbligatorio installare fonti di energia rinnovabile per soddisfare parte del fabbisogno di energia elettrica in base alla grandezza stessa degli edifici. Un obbligo incrementato del 10% per gli immobili pubblici.
2) Semplificare l’iter burocratico per gli impianti solari. Questo è in assoluto l’ostacolo principale alla diffusione degli impianti da fonti rinnovabili nel nostro Paese. Le installazioni dovrebbero diventare un atto libero e gratuito, su tutti i tetti al di fuori del centro storico e degli edifici vincolati. Ai Comuni invece il compito di fornire il buon esempio, solarizzando le coperture di scuole, biblioteche, uffici e ottenere un beneficio diretto in termini di risparmio in bolletta.
3) Condividere le informazioni e le esperienze utili nell’installazione di pannelli solari e ammortizzarne gli investimenti. Ovvero favorire i Gruppi di Acquisto Solidale anche per questa tecnologia, come già avviene per i beni di consumo primari. Gli impianti potrebbero essere acquistati collettivamente o in multiproprietà, specialmente per chi non ha modo di installarli sulla propria abitazione. In questo modo i cittadini, coadiuvati sempre dalle Amministrazioni, possono diventare partecipi di un progetto sostenibile e nel contempo vantaggioso per i propri conti.
4) Deve esserci integrazione del solare sul territorio. Nelle aree maggiormente idonee come parcheggi, aree industriali dismesse, siti di estrazione abbandonati si può installare una serie di impianti a spese dei Comuni.Progetti, aggiornamenti e sviluppi vanno inoltre comunicati puntualmente alla cittadinanza, attraverso delle vere e proprie mappe degli impianti installati, utili a far conoscere le caratteristiche degli impianti e illustrare i vantaggi concreti in termini di produzione energetica e risparmio.
Da queste semplici istruzioni emerge come lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili può rappresentare anche un’occasione di crescita e modernizzazione per le amministrazioni pubbliche, a livello di efficienza e nei rapporti con i cittadini. Un passo in avanti necessario per il futuro – energetico e non – del Belpaese.

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Il Nuovo spot della UE per una spesa responsabile:


Buste della spesa moderni grilli parlanti che ricordano a noi consumatori di acquistare pensando al Pianeta ed all’impatto delle nostre scelte sull’ambiente. Gli shopper ecoconsapevoli sono i protagonisti del nuovo spot dell’Unione Europea, realizzato all’interno di una campagna di sensibilizzazione denominata Generation Awake, presente in rete, oltre che sul portale dedicato e su You Tube, anche con una pagina Facebook.
La popolazione mondiale è in costante ed inarrestabile crescita: saremo 9 miliardi nel 2050. Le risorse alimentari sono e si faranno sempre più limitate. Ecco perché è importante riflettere su cosa e quanto acquistiamo e sull’intero ciclo di vita dei prodotti, scegliendo frutta e verdura a km zero, premiando con i nostri acquisti le aziende ecofriendly, riducendo glisprechi alimentari.
Come ha sottolineato il Commissario UE all’Ambiente Janez Potočnik :
 Viviamo in un mondo in cui l’80% di quello che produciamo viene usato e poi buttato via, un mondo in cui l’80% delle risorse viene impiegato solo dal 20% della sua popolazione. Non possiamo andare avanti ancora a lungo in questo modo, perciò è tempo di svegliarsi e di aprire gli occhi. 

Quaderni PIGNA in carta riciclata:

La cartiera Paolo Pigna, nota comunemente come Pigna si occupa di ambiente e rispetto proponendo due linee di quaderni in carta riciclata; la prima linea, denominata FLOWERS, e la seconda linea, denominata GREEN. Per maggiori informazioni cliccate sui nomi delle due linee.

Ricomincia dalla Colazione:

Incomincia a scoprire il gusto della colazione valorizzando il lavoro dei produttori e garantendo una colazione equa per tutti. Con il consorzio ctm altromercato puoi trovare una linea dedicata alla colazione con prodotti equi per tutti. Guarda la lista dei prodotti food: http://www.altromercato.it/it/prodotti/ALI