Aiutaci anche tu a diffondere questo blog, clicca sul quadratino in alto a sinistra CONDIVIDI



27/03/12

Mobilità sostenibile: arriva Twizy, l’innovativo urban crosser della Renault


Non è una moto, non è un auto. È Renault Twizy, un veicolo totalmente nuovo battezzato come urban crosser, che vuole essere la proposta alternativa di mobilità cittadina sostenibile della casa francese. Sarà disponibile in Italia a partire dalla fine di questo mese, con prezzi compresi tra i 6.990 e gli 8.700 euro.
Il veicolo, ideale per muoversi in città con ingombri appena maggiori di un Piaggio MP3 e minori di una Smart (36 cm di meno per una lunghezza totale di 2.34 metri), sarà disponibile in tre allestimenti: l'entry level "Urban", con quattro colorazioni alla base della gamma, l'intermedia "Color" con i copricerchi bianchi e Stickers colorati e la top di gamma "Technic", con esterni nero e bianco metallizzati di serie e cerchi in lega diamantati. 
Capace di accelerare da 0 a 45 km/h nello stesso tempo di uno scooter 125 cmc sui 50 metri (6 secondi) e dotata del telaio con quattro freni a disco sviluppato da Renault Sport Technologies, Twizy ha un'autonomia di 100 km in ciclo urbano normalizzato, grazie alla batteria agli ioni di litio da 6,1 kWh e al sistema di recupero dell'energia al rilascio del pedale dell'acceleratore. La guidabilità è simile a quella di un kart, con il baricentro basso e la batteria posizionata sotto il sedile del conducente. Una posizione guida plein air che piacerà soprattutto ai giovani, ma a cui è possibile aggiungere con 600 euro porte ad ali di gabbiano.
E, in linea con l’innovatività di questa nuova soluzione elettrica per gli spostamenti in città, Renault ha  organizzato per la sua presentazione nel Bel Paese un tour originale e dinamico, dal titolo Share the positive energy. Partito da Milano il 21 marzo con un evento animato da un gruppo di parkour, gli acrobati metropolitani che saltano da muri, balconi e tetti sfruttando le architetture urbane, proseguirà a Roma nel weekend del 24 e 25 marzo, a Bologna sabato 31 marzo e domenica 1 aprile, a Napoli il 14 e 15 aprile, per ritornare a Milano nel weekend del 21 e 22 aprile, durante il Salone del Mobile.

Ricicla la carta e abbatte le emissioni. Ecco la destampante:


Le chiavette usb da anni hanno sostituito idischetti. E ora kindle, smartphonetablet, notebook tradizionali e galaxy note promettono di rendere obsoleto e antieconomico l’uso della cartaper la consultazione ‘mobile’ di giornali, libri, ricerche, testi di qualunque tipo. Nonostante tutti questi clamorosi passi avanti tecnologici, ilconsumo di carta cresce, stampe su stampe si accumulano nelle case e negli uffici e non basta cercare di riciclare quando possibile girando la pagina dal verso opposto.
Una buona soluzione al problema dello spreco di questa risorsa sempre più preziosa e sensibile arriva dall’invenzione che consente, se non altro, di utilizzare lo stesso foglio un numero notevole di volte. Alcuni ricercatori dell'Università di Cambridge guidati dal professor Julian Allwoodavrebbero trovato la quadra inventando la prima stampante laser in grado di cancellare oltre che scrivere.
In pratica mentre una normale stampante laserfornisce una carica positiva a ogni singolo pixel su carta a cui poi aderiranno singole particelle del toner, la “de stampante” funziona secondo ilprincipio opposto. Brevissime pulsazioni laser dell'ordine dei “picosecondi” vengono usate per vaporizzare il toner presente sul foglio senzadanneggiare la carta.
Il gruppo di ricerca era partito avendo in mente altrestrade possibili: sistemi meccanici e chimici in primis. ma è stato il laser a dimostrarsi decisivo. L'ingegnosa e tecnologica procedura permetterebbe di usare lo stesso foglio per venti volte circa (alla lunga la carta si indebolisce e ingiallisce).
Se la “destampante” funzionerà e verrà davvero commercializzata, i benefici per l’ambiente saranno rilevanti: il procedimento, secondo i ricercatori della prestigiosa università britannica, taglierebbe le emissioni di anidride carbonicarispetto al riciclo della carta del 50%.
Ma ci vorrà molto tempo: i laser che emettono pulsazioni nell'ordine dei picosecondi non sono ancora utilizzati nelle comuni stampanti e non sarà facile ne semplice che questo avvenga presto.

Lanzarote e Fuerteventura a rischio petrolio: la Spagna ha detto sì


La decisione è stata presa il 16 marzo, ma la stampa internazionale ha annunciato la notizia con un po’ di ritardo, forse stimolata dalle successive proteste di cittadini e ambientalisti: la compagnia energetica Repsol è stata autorizzata dal Governo spagnolo a intraprendere attività di ricerca idrocarburi al largo delle Isole Canarie.
Sì, proprio quelle isole bagnate dall’Atlantico e ricche di natura e paesaggi mozzafiato (vedi gallery): dalla ventosa Fuerteventura alla vulcanica Lanzarote, per passare alla più famosa Gran Canarie e alle selvagge La Palma, La Gomera e Hierro. Proprio le coste ad est di Lanzarote Fuerteventura sembrano essere le aree più interessate dalle attività di ricerca, sebbene l’amministrazione regionale di ciascuna isola, fa sapere il quotidiano online Canaries News, stia tentando di opporsi alle autorizzazioni.
Ma la decisione, purtroppo, sembra essere già stata presa ai piani alti della politica. La ragione alla base di questi permessi, sostiene il ministro dell’Industria, Energia e Turismo spagnolo, Jose Manuel Soria - nato, tra l’altro, proprio a La Palma - sarebbe il tentativo di rendere le Isole Canarie piùautonome energeticamente, e, non ultimo, creare nuove risorse finanziare. La positività dell’iniziativa, secondo il politico, sarebbe sostenuta dalle affermazioni della società incaricata dei lavori, la Repsol, che crede nell’alta probabilità di trovare idrocarburi in grosse quantità nelle acque canarie.
Insomma, gas e petrolio in abbondanza e royalties al governo iberico. Ma a quale prezzo? Gli isolani sembrano aver chiaro il pericoloso impatto che l’attività di estrazione potrebbe avere su un sistema economico ormai da decenni fondato su turismo e ricchezza naturalistica. Proprio per questo non hanno intenzione di abbandonare le loro isole allo sfruttamento petrolifero, e annunciano battaglia.

La cucina puo' essere sostenibile?


cucina green2
La cucina da sempre "centro delle attività domestiche" oggi è riconosciuta essere la principale fonte di inquinamento della casa per il consumo di acqua ed energia, la produzione di rifiuti e l'uso di detersivi. Ma cucinare in modo sostenibile è possibile?
Intervenendo sui piccoli gesti quotidiani e seguendo alcune linee guida si riduce il nostro impatto sull'ambiente ed è più salutare perché ci offre la possibilità di mangiare in modo più sano e gustoso.
Ecco alcuni semplici e preziosi consigli.

1) Ridurre i rifiuti e gli sprechi alimentari:

compostiera-balcone
Prima di tutto occorre fare la spesa in modo intelligente e mirato:
- usare sacchetti biodegradabili (mais o carta) o apposite borse shopping bag riutilizzabili (ormai finalmente davvero obbligatorio qui in Italia)
- acquistare alimenti biologici (per produrli sono sati usati metodi naturali che rispettano la natura), a Km zero, a filiera corta, non lavorati, senza imballaggi e possibilmente di stagione (per fare tutto questo in un colpo solo: iscriversi ai GAS)
- comprare ricariche per i dispenser o detersivi alla spina
- ricordarsi che comprare cibi pronti è più costoso e l'impatto ambientale dei loro processi produttivi non è trascurabile; sono prodotti confezionati e quindi imballati, i loro processi produttivi non sono noti e nemmeno gli ingredienti utilizzati per realizzarli.
- usare la fantasia e cercare di utilizzare anche gli avanzi del giorno prima
- non acquistare acqua minerale in bottiglia, produrla da soli con le caraffe filtranti
inoltre è importantissimo fare correttamente la raccolta differenziata: è divertente provare a produrre compost con la frazione umida dei rifiuti, per chi ama il giardinaggio sarà molto utile utilizzare il terreno fertile che ne nascerà.

2) Ridurre le emissioni

elettrodomestici cucina green

Ai fornelli:

per ridurre i tempi di cottura si può:
- utilizzare la pentola a pressione,
- utilizzare i coperchi sulle pentole
- utilizzare acqua fredda da portare ad ebollizione sui fornelli anziché farla uscire già calda dai rubinetti permette di risparmiare acqua ed energia

Elettrodomestici e lampadine:

- cercare di ridurre l'uso del forno a microonde ed evitare le piastre a induzione (consumano moltissimo)
- utilizzare elettrodomenstici in classe A
- dotarsi di fornetti di piccole dimensioni che consumano la metà...
- usare lavatrice e lavastoviglie a pieno carico
- posizionare il frigorifero lontano da finestre e fonti di calore e mai alla luce diretta del sole
- sperimentare la cucina con lavastoviglie
- illuminare la stanza ed il piano di lavoro utilizzando lampade a basso consumo o neon
- provare a sostituire i prodotti animali con ingredienti vegetali (l'allevamento industriale crea deforestazione, emissioni di CO2, metano e inquinamento ambientale)

Autoprodurre

fare-pane-autoprodurre
Permette di ridurre i costi alimentari e al tempo stesso avere maggiori sicurezze per la nostra salute. Oggi come un tempo, sempre più persone sperimentano l'autoproduzione di pane,yogurt, pasta biscotti, marmellate e conserve di pomodori o verdure sott'olio.

Ma anche di prodotti cosmetici e detersivi.

Nel caso del pane si osserva che producendo in casa un chilo di pane utilizzando farina biologica non si spende più di 1,50€/kg (compresa l'energia utilizzata per la cottura) paragonando tale dato al costo dei panettieri (circa 3,50-4€/kg) il risparmio annuale è notevole.
Alcune ricette molto valide:

Detersivi per vetri e superfici:

1/3 di acqua distillata, 1/3 di alcool, 1/3 di ammoniaca
Detersivi per acciaio e ceramica:
aceto bianco diluito con 2 parti d'acqua

Anticalcare:

Miscela di 3 cucchiai di acido citrico e 3 cucchiai di bicarbonato sciolti in un litro d'acqua
(per approfondire leggete la guida sui detersivi fai-da-te)

Ortaggi aromi e insalate:

possiamo anche coltivare un piccolo orto sul balcone se esposto a sud si possono coltivare pomodori e basilico, inslata, erbe aromatiche, fragole.