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22/08/12

Green oncology: quando la cura dei tumori diventa sostenibile. Ecco come:


stetoscopio green
In campo medico si sta facendo strada un approccio diverso per la cura dei tumori: un nuovo modo di affrontare la malattia che mette al centro la sostenibilità economica e ambientale.

Secondo il documento Survey Green Oncology, presentato dal Collegio Italiano Primari Oncologi Medici Ospedalieri(CIPOMO), sono molti i primari di Oncologia italiani a mettere al centro questo doppio parametro. 
Il documento è frutto della riflessione dei Primari oncologi riuniti in Convegno nazionale lo scorso maggio. All'incontro ha partecipato anche Salvatore Palazzo, autore del libro "Per un'oncologia sostenibile".
Fra gli elementi di riferimento, una corretta raccolta differenziata all'interno del reparto, la scelta di prodotti a km zero per le mense, un uso più oculato (sempre mantenendo al centro le necessità del paziente) delle tecnologie radiologiche, la creazione di cartelle informatizzate e l'abolizione dei dossier cartacei.
La presa di posizione dei primari di oncologia muove da una semplice constatazione: se esiste senza dubbio una componente ereditaria all'origine delle neoplasie, è indubbio che la maggior parte dei tumori è legata all'inquinamento ambientale. Oggi coloro che trattano queste patologie cercano, attraverso protocolli più scrupolosi dal punto di vista ambientale e più sostenibili sul piano economico, di aggiungere alla funzione di cura anche quella di prevenzione.
Molte le azioni che possono essere intraprese in questo senso. Un incentivo a tenere al centro la sostenibillità potrebbe essere, per esempio, l'obbligatorietà di questo parametro per poter accedere al Progetto di Accreditamento all'Eccellenza. O ancora, iniziative di risparmio energetico e riduzioni di alcuni sprechi. Per esempio, diminuendo il numero di TAC: in Italia se ne fanno 40 milioni all'anno, un numero enorme. E' come se due italiani su tra facessero una TAC all'anno, ma questo genere di analisi, oltre a essere economicamente insostenibile, provoca danni anche al paziente - che viene sottoposto a radiazioni inutili - e all'ambiente, perché anche questo genere di tecnologia inquina.
Ora la strada verso la Green Oncology è aperta. Si tratta, in poche parole, di un cambiamento di paradigma che associa alla cura del paziente una mentalità più sostenibile. Maggiore attenzione, dunque, all'impatto ambientale delle cure oncologiche, per decidere - insieme al paziente - quale sia l'alternativa migliore. Per esempio, scegliendo fra la diverse terapie a disposizione. Oggi esistono per esempio forme di chemio prevenzione con farmaci non tossici, che possono essere presi in considerazione in casi specifici.
Il Manifesto per la Green Oncology traccia la rotta. I passi successivi verranno compiuti da un vero e proprio network di esperti di salute e ambiente: oltre a CIPOMO, parteciperanno ISDE (International Society of Doctors for Environment), il circuito "Città Sane", Agenda 21, il Working Group Prevenzione dell'Associazione Italiana di Oncologia Medica. Sperando che questo nuovo interesse per la sostenibilità in campo medico possa portare a una maggiore consapevolezza sulla necessità di fare tutti uno sforzo per ridurre, in ogni ambito, il nostro impatto ambientale.