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18/11/11

Elettrosmog, in arrivo 20.000 nuove antenne:


Tra qualche mese sarà quindi possibile navigare più velocemente con i telefonini ma a quale prezzo? Forse non tutti sanno che nell’ottobre scorso il governo esecutivo di Berlusconi ha modificato la legge sull’elettromagnetismo arrivando ad innalzare fino al 70% gli attuali limiti per gli impianti di telefonia mobile.
Infatti nel nostro paese il valore limite di esposizione previsto dal DPCM 199/2003 per i campi ad alta frequenza delle onde elettromagnetiche non ionizzanti, emesse da antenne di stazioni radio base di operatori telefonici, è pari a 6 V/m. Secondo i tecnici sarebbe tra i limiti più bassi d’Europa e andrebbe modificato per permettere alle diverse compagnie telefoniche di installare le nuove antenne per la tecnologia 4G.
Fino ad oggi i valori limite internazionali, imposti daglistandard normativi, ci proteggevano dalle radiazioni elettromagnetiche e dai conseguenti effetti anomali riscontrati su piante ed animali, sottoposti ad un continuo bombardamento radioattivo grazie ad un valore fissato a 6 v/m per tutti gli ambienti esterni ed interni sulla base del picco massimo dei valori giornalieri.
Con la nuova normativa, questo valore di 6 v/m è  valido solo per l’interno degli edifici, e si calcola sulla media giornaliera. “Di conseguenza, come denuncia anche Giorgio Assennato -presidente dell‘AssoARPA (l’associazione che raduna tutte leAgenzie Regionali per l’Ambiente) – tutte le aeree di pertinenza esterne delle abitazioni come i balconi, terrazzi, giardini e cortili potranno essere sottoposti a valori di campo di gran lunga superiori“.
Il risultato secondo gli esperti potrebbe essere l’installazione di 15.000 o addirittura 20.000 antenne nel giro di due anni. Un’invasione elettromagnetica che avrà una ripercussione importante in termini di salute per i cittadini.
In effetti l’ISPRA (l’Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale) nel documento di protesta alla nuova normativa inviato al governo, fa riferimento anche al rischio reale di un aumento di casi di cancro.
E non basta. A sottolineare l’aspetto di notevole pericolosità delle onde elettromagnetiche sull’organismo umano, ci si è messo anche lo IARC (International Agency for Research on Cancer). L’ente ha infatti reso noto di aver classificato i campi elettromagnetici a radiofrequenza come possibilmente cancerogeni per l’uomo.
Per una volta che l’Italia aveva una legislazione più sicura rispetto al resto dell’Europa, non si è mancato di uniformarsi per guardare al vantaggio delle aziende di telecomunicazione, in un’era già iper-connessa.

Amburgo sempre più sostenibile:

L'autostrada A7, una delle piu' trafficate della Germania, che taglia a meta' i distretti di Schnelsen, Stellingen e Bahrenfeld, presto sara' ricoperta da alberi, prati e piccole costruzioni sostenibili. Il progetto, che arrivera' a costare 700 milioni di euro, e' stato approvato dal governo federale: prevede l?installazione di una copertura verde suddivisa in tre diverse sezioni, lunga 4 chilometri, larga 34 metri e spessa fino a 3 metri. I lavori partiranno nel 2012 dal distretto di Stellingen con la realizzazione di un bosco, orti cittadini e sentieri pedonali e ciclabili. Amburgo e' stata eletta Green Capital 2011 e quest'ultima iniziativa non fa che confermare la vocazione sostenibile della citta' tedesca.

Cosa si nasconde dietro una scatoletta di tonno?


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Quando apriamo una scatoletta di tonno, siamo davvero sicuri di ciò che stiamo per mangiare? È la domanda che si è posta l'associazione ambientalista Greenpeace che nel suo nuovo rapporto "I segreti del tonno. Cosa si nasconde in una scatoletta?" affronta il problema del tonno in scatola, o almeno di quello che crediamo sia tonno.
Secondo Greenpeace, infatti, una prima pecca delle scatolette è la scarsa trasparenza. Dopo aver condotto un monitoraggio in 173 punti vendita, la scorsa estate, sulle etichette di oltre 2mila lattine di tonno, l'associazione ha chiarito un punto: i consumatori sanno poco o nulla riguardo a quello che si apprestano a comprare (e a mangiare).
Fate la prova. Aprite la dispenza e provate a leggere cosa c'è scritto sulla scatoletta. Noi ci abbiamo provato. Nella scatoletta di tonno all'olio di oliva, a parte gli ingredienti (tonno, olio d'oliva e sale) non troviamo altro. Anche su quella del tonno al naturale troviamo gli ingredienti (tonno, acqua, sale, estratto di lievito) ma null'altro.
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Ed ecco i dati di Greenpeace. Nella metà dei casi esaminati, non sappiamo assolutamente che specie di tonno abbiamo acquistato e solo il 7 per cento delle scatolette indica la provenienza. Silenzio assoluto sulla tecnica di pesca utilizzata, nel 97 per cento delle scatolette esaminate.




E volete sapere quali sono i marchi meno trasparenti secondo Greenpeace? MareAperto STAR, Maruzzella, Consorcio e Nostromo. Riomare, inoltre, non specifica mai area e metodo di pesca. Il sospetto degli ambientalisti, in quest'ultimo caso è che l'azienda voglia nascondere il fatto che usa metodi di pesca sostenibili solo nel 45 per cento dei suoi prodotti. Ma non si salva neanche Mareblu, che secondo Greenpeace è impegnata nella pesca sistemi FAD (Fish Aggregating Device - sistemi di aggregazione per pesci) sul mercato inglese.
Ma è così difficile garantire la trasparenza? Assolutamente no, se alcune aziende comeAsdoMar, hanno iniziato a riportare il nome della specie, l'area di pesca e il metodo utilizzato.
Sappiamo tutti che la pesca del tonno, attualmente, è allo stremo, indiscriminata e molto spesso illegale, al punto da mettere a rischio l'ecosistema marino. Basti pensare che cinque delle otto specie di tonno di interesse commerciale sono a rischio, compreso il tonno pinna gialla, il più consumato in Italia.
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Siete curiosi di conoscere le tecniche con cui viene più spesso pescato il tonno in Italia? Conmetodi distruttivi come i palamiti, le reti a circuizione con FAD, che causano ogni anno la morte di migliaia di esemplari giovani di tonno, tartarughesquali, mante. Significativo il video di Greenpeace che documenta le conseguenze distruttive della pesca con i FAD. Il filmato è stato girato da un informatore dell'industria del tonno su un peschereccio coreano nell'Oceano Pacifico.
"Sono trascorsi due anni dal lancio della campagna "Tonno in trappola" e la situazione non è migliorata – ha ribadito Giorgia Monti, responsabile della campagna Mare di Greenpeace Italia -Se alcune aziende hanno aggiunto delle informazioni in più sulle etichette, la maggior parte dei prodotti non offre garanzie né sul tipo di tonno che portiamo in tavola, né sulla sostenibilità dei metodi con cui è stato pescato. Tutto fa pensare che le aziende produttrici stiano cercando di nascondere qualcosa".
Continua: "Oggi i consumatori italiani sono complici senza saperlo della distruzione dei mari. In Inghilterra tutti i più importanti marchi hanno deciso di utilizzare solo tonno pescato in modo sostenibile, mentre in Italia non esiste ancora una scatoletta di tonno 100 per cento sostenibile. Cosa stiamo aspettando?".
Già, cosa aspettiamo a salvare il tonno, sempre meno presente nei nostri mari? Per voi i 6 motivi per cui smettere di mangialo.
SONDAGGIO E CLASSIFICA DEI TONNI SU: TONNOINTRAPPOLA

Uganda: PC a energia solare ricavati dai barili di petrolio



Si colora di verde, simbolo di speranza per il futuro dell’ ambiente e delle popolazioni del Terzo Mondo, il progetto promosso da Unicef che mira a portare la tecnologia informatica alle comunità ugandesi attraverso l’utilizzo di fonti energetiche alternative e dei tanti barili di petrolio disseminati sul territorio africano.
L’obiettivo dell’iniziativa è offrire alla popolazione dell’Uganda una nuova opportunità di accesso ai moderni sistemi di informazione digitale e alle tecnologie informatiche attraverso la diffusione sul territorio di veri e propri chioschi digitali alimentati ad energia solare e realizzati con le batterie dei fusti di petrolio abbandonati, ormai una costante che deturpa il paesaggio e danneggia l’ecosistema africano.
pc da barili di petrolio I chioschi, corredati di pannelli fotovoltaici, rappresentano una fonte importantissima di informazione, formazione e aggregazione per le comunità locali, soprattutto per i giovani, nonché una nuova opportunità di lavoro per le comunità rurali del paese. Ogni installazione – che comprende l’hardware e la connettività  internet – costa circa 6.000 dollari (e 2000 dollari all’anno per il mantenimento).
pc da barili di petrolio
L’obiettivo di Unicef è portare a 100 il numero di chioschi distribuiti nel paese equatoriale, in particolare nei villaggi più remoti dove le scuole hanno pochi insegnanti a tempo pieno. In definitiva, la speranza è che questi computer ad energia solare siano in grado di contribuire all’istruzione dei bambini e studenti, visto che solo il 10% degli ugandesi, attualmente, ha accesso ad internet.

Progetto Tritone Genova: produrre energia galleggiando un’idea innovativa di impianto a biomasse,


Chi l’ha detto che i centri per la produzione energetica debbano per forza situarsi sulla terraferma? Sul territorio del Belpaese il mare potrebbe offrire un’ubicazione dal minore impatto visivo e ambientale. Una linea in cui credeEuropam, azienda leader da decenni nel settore energetico, primo operatore privato italiano nella commercializzazione al consumo e all’ingrosso di prodotti petroliferi raffinati.
E ora una nuova sfida, la realizzazione di centrali termo-elettriche galleggianti nell’area del porto di Genova, dove è in fase di sviluppo un piano generale (denominato Green Port)  per l’elettrificazione delle banchine. Arrivando energia pulita dall’esterno, le navi potranno così spegnere i generatori elettrici di bordo, alimentati a loro volta dai motori utilizzati per la propulsione in mare, che inevitabilmente inquinano.

L’ambizioso progetto si chiama Tritone, ed è interamente eco-compatibile. I motori della piattaforma rimorchiabile utilizzeranno infatti olii non alimentari ottenuti dalla spremitura di semi di Jatropha,  estratti da una pianta perenne che cresce nelle zone tropicali del Brasile.
L’impianto di generazione non è costruito sopra la base di appoggio di un pontone, ma all’interno di una struttura concepita ad hoc, fattore che riduce anche il rischio di eventuali attacchi terroristici, la struttura è infatti anche in grado di immergersi parzialmente.
Lo staff di ricerca e sviluppo ha curato tutto nei dettagli, persino l’impatto estetico della struttura, che puòmimetizzarsi fino quasi a scomparire, o al contrario evidenziarsi con particolari colorazioni. Proprio come un tritone in natura.
Per realizzare il tutto servono 70 milioni di euro, una tempistica di circa 2 anni, ed è prevista la creazione di numerosi posti di lavoro. Tra i soggetti beneficiari è inserito anche l’Acquario di genova, che dalle centrali sostenibili ricaverà acqua calda e quantitativi di energia elettrica a media tensione.
Positive le impressioni anche di molti operatori portuali, soprattutto per la riduzione della superficie di specchio acqueo che i nuovi impianti  garantirebbero. Una soluzione cui guardano con estremo interesse anche fuori dai nostri confini. Vi terremo aggiornati se e quando sarà realizzata.

L'Occitane per l'ambiente, non è un trucco:


L'Occitane e LifeGate, la casa cosmetica francese che utilizza elementi naturali per i suoi prodotti e il primo network italiano per lo sviluppo sostenibile, si alleano per difendere le foreste lanciando l'iniziativa "La bellezza salverà il mondo".
 
La campagna, che riprende la frase del celebre romanzo "L'idiota" diFëdor Dostoevskij, è partita il primo novembre e si concluderà il 31 dicembre. Consegnando in tutti i punti vendita L'Occitane i contenitori vuoti di creme, profumi e bagnoschiuma di qualsiasi marca si contribuisce alla tutela dell'ambiente.
 
Per ogni flacone riconsegnato, infatti, L'Occitane, grazie alla partnership con LifeGate, donerà un euro per la tutela di una foresta primaria in Argentina, uno dei polmoni verdi più grandi del pianeta ed ecosistema unico che ospita una grande varietà animale e vegetale. Oltre all'ambiente l'azienda strizza l'occhio anche ai clienti: chi aderirà all'iniziativa sarà ricompensato con un buono sconto di un euro cumulabile e utilizzabile nelle boutique L'Occitane e con un kit di campioni in omaggio.
 
Tutti i contenitori, dopo la raccolta, saranno recuperati dai consorziCorepla e Coreve e avviati al riciclo. La campagna mira a sensibilizzare i consumatori sui temi sempre più attuali della responsabilità ambientale e del risparmio. Riciclare non è mai stato così bello.


Le sostanze da evitare nei cosmetici:

Diverse sostanze utilizzate in cosmesi possono provocare fenomeni allergici, di irritazione, sensibilizzazione. Possono, inoltre, avere influenze negative sul mantenimento dell'equilibrio idrolipidico dell'epidermide e, di conseguenza, sull'idratazione cutanea. 
L'effetto negativo nei cosmetici è direttamente proporzionale alla loro concentrazione e alla durata del contatto. Poiché queste sostanze si depositano sulla superficie e nei follicoli, la frequenza nell'uso del prodotto può produrre un "effetto-accumulo", anche nel caso di semplici prodotti da risciacquo, come detergenti e shampoo.

Non sempre il danno subìto si manifesta immediatamente dopo l'applicazione e in modo evidente, ma al contrario, le conseguenze si riscontrano nel corso del tempo.

Qui di seguito, vi proponiamo i composti più comuni, così come li troverete indicati nelle etichette, e suddivisi in base alla loro specificità d'azione.

Additivi, emulsionanti
Alcuni ingredienti, contaminati da determinate sostanze, quali ad esempio il cancerogeno 1,4 dioxane, possono concorrere alla formazione di complessi nocivi. In discussione sono soprattutto gli ingredienti che appartengono alle categorie con suffisso PEGEthOxynol.
  • Polyethyleneglycole (PEG)
    Categoria di sostanze emulsionanti di sintesi. In detergenti e shampoo sono utilizzate per ottenere emulsioni viscose, mentre nelle creme consentono di ottenere emulsioni con effetto emolliente e umettante. L'effetto è solo apparente, poiché non apporta effettiva idratazione, nascondendo il reale stato della pelle. In particolare le pelli sensibili o danneggiate devono evitare PEG6, PEG20, PEG 75. 
  • Propylen glycol, Butylen glycol, Polypropylene glycol
    Sono utilizzati come solventi e diluenti nelle emulsioni. Facilitano la fluidità e la tenuta delle emulsioni, evitando la separazione dei componenti. Hanno un alto grado di penetrazione nella pelle, per cui vengono anche usati come veicolo di trasporto dei principi attivi. L'uso continuo causa sensibilizzazione ed aumenta la permeabilità della pelle. Il Propylen Glycol è anche utilizzato in fitocosmetica per estrarre i principi attivi dalle piante.
  • Ethylene glycol
    Solvente sintetico. Irritante, tossico. Nell'ambiente favorisce inquinamento da ozono.

Conservanti
  • Kathon 
    È un conservante e battericida di sintesi ad ampio spettro, attivo anche a bassi dosaggi, è considerato un forte sensibilizzante. Non è ammesso in campo farmaceutico.
  • Quaternium 15
    È costituito da un sale di ammonio quaternario. Conservante e antisettico viene usato anche come disinfettante e deodorante in detergenti e deodoranti. Rilascia formaldeide, è tossico e produce sensibilizzazione. 
  • Imidazolidinyl urea
    È un conservante di sintesi che rilascia formaldeide. È ammesso in cosmetica, ma non in farmaceutica. Causa sensibilizzazioni e allergie.
  • Diazolidinyl urea
    Come il precedente, ma più forte.
  • Methyl paraben, Propyl paraben, Butyl paraben, Ethyl paraben.
    La famiglia dei Parabeni costituisce il gruppo di conservanti più utilizzati dall'industria cosmetica.
    Possono dare luogo ad intolleranze, soprattutto alle pelli particolarmente sensibili.

Tensioattivi
  • MEA/TEA/DEA (amine e amino derivati)
    Sono sostanze che contengono Monoethanolamine (MEA), Triethanolamine (TEA), Diethanolamine (DEA)
    . Penetrando nella pelle possono dar luogo alla formazione di nitrosamine (sostanze cancerogene) e a loro depositi residuali. Si tratta di acidi grassi di sintesi o ricavati dall'olio di cocco utilizzati come emulsionanti e/o schiumogeni. Presenti in cosmetici, detergenti, shampoo e condizionatori, queste sostanze si trovano combinate sia fra loro, sia con altri tensioattivi o emulsionanti e sono facilmente assorbite dalla pelle. Sono inoltre sensibilizzanti, tossiche e disidratanti. Favoriscono la formazione di acne e forfora.
    Appartengono a questa categoria:
    Cocamide DEA, Oleamide DEA, Lauramide DEA .
    Cocamide TEA, Oleamide TEA, Lauramide TEA .
    Cocamide MEA, Oleamide MEA, Lauramide MEA .
    Linoleamide DEA
    Myristamide DEA
    Stearamide DEA
    DEA-Cethyl Phosphate
    DEA-Oleth-3 Phosphate
    TEA-Lauryl Sulfate
    Thiethanoamine
  • Sodium Lauryl Sulfate (SLS), Amonium Lauryl Sulfate, TEA-lauryl sulfate, Magnesium Laureth sulfate, MEA Laureth Sulfate
    Sono tensioattivi di sintesi derivati dall'ossido di etilene, utilizzati in detergenti, saponi, shampoo e bagnoschiuma. Sono irritanti, disidratanti, comedogenici, favoriscono cioè la formazione di acne e comedoni o punti neri; il danno dipende dalla loro concentrazione nel prodotto e dalla durata del contatto. Provocano alterazioni nell'epidermide e l'irritazione può non essere evidente dopo l'uso, ma manifestarsi nel tempo. Si depositano sulla superficie della pelle e nei follicoli. 
  • Sodium laureth sulfate e Amonium laureth sulfate
    Sono tensioattivi di sintesi derivati dall'ossido di etilene con azione emulsionante e schiumogena. Aumentano la consistenza del prodotto. Meglio tollerata dalla pelle rispetto alla precedente, questa categoria di tensioattivi può causare irritazione, in particolare agli occhi, in proporzione alla concentrazione.