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10/01/12

Biologico: contro le frodi arriva Authenticfood, l'impronta digitale che autentica i prodotti


prodotti-biologici
Quando un prodotto è davvero biologico? Per riconoscerlo ci siamo sempre affidati al logo europeo presente sulle confezioni. Quella fogliolina a stelle verdi ci dava sicurezza, fin dal primo giorno in cui a luglio del 2010 è stata introdotta obbligatoriamente. Ma la maxitruffa dei prodotti biologici contraffatti dello scorso mese, denominata "Gatto con gli stivali" ha fatto vacillare la fiducia dei consumatori nonostante le rassicurazioni degli operatori del settore onesti.
Per questo  un gruppo di ricercatori europei sta mettendo a punto una sorta di "impronta digitale analitica" dei prodotti bio in grado di identificare "il vero biologico rispetto ai tentativi di frode". Coordinato dall'Università di Copenhagen, il progetto transnazionale denominato "AuthenticFood" vede in campo la collaborazione italiana della Fondazione Edmund Mach,dell'AIAB e di Bios impegnati già da novembre a contribuire alla creazione di un sistema di controllo capace di amalgamare le diverse competenze analitiche, agronomiche e di controllo per rendere più sicuro il biologico. 
Come spiega AIAB in un comunicato stampa, nel progetto AuthenitcFood - cofinanziato dal programma CORE Organic II, parte dell FP7 ERA-NET project: “Coordination of European Transnational Research in Organic Food and Farming Systems” a cui collaboreranno anche 16 partners internazionali di 11 Paesi europei verranno presi in considerazione "alcuni prodotti biologici vegetali (in particolare pomodoro, cereali e derivati) e completato lo sviluppo di una serie di metodi analitici tra i più promettenti ed innovativi per l'autenticazione dei prodotti alimentari di origine vegetale. Lo scopo principale del progetto è mettere a punto degli strumenti che permettano di rafforzare l'affidabilità dei prodotti bio e che garantiscano ulteriormente i consumatori ma anche gli utilizzatori di materie prime, quali i mulini, i mangimifici, i produttori di passate ecc."
Ma quali saranno gli strumenti utilizzati? Si tratterà essenzialmente di strumenti analitici combinati attraverso tecniche statistiche multivariate che includono "metodiche di analisi dei residui di fitofarmaci, dei rapporti tra isotopi stabili di diversi elementi e del profilo minerale e metabolomico". Il tutto declinato e armonizzato a seconda delle varianti intervenienti come clima, varietà, specie o tipo di trasformazione. 
"Il mercato del bio è in costante e solida crescita e questo ha attratto anche l'attenzione di società ed individui disonesti che hanno trovato la via tra le maglie del sistema di controllo per commercializzare fraudolentemente grandi quantità di derrate convenzionali con falsi certificati di biologico - afferma AIAB - La recente azione della Guardia di Finanzia, denominata “gatto con gli stivali” rende ancora più attuale il progetto e fruibili i risultati, proprio sulle filiere su cui si lavorerà in Italia: grano duro-semola-pasta e pomodoro-salsa. E' ovvio che i metodi analitici non potranno sostituire le serie procedure di ispezione e certificazione, ma di certo potranno risultarne utile complemento sia per gli enti di certificazione che per le autorità deputate al controllo ed anche per le aziende che acquistano materie prime su mercati internazionali".

Auto ibride in commercio e in arrivo: quali sono e quanto costano




La prima automobile ibrida fu commercializzata dalla Toyota ormai nel lontano 1997: si chiamava Prius ed è giunta oggi alla sua terza generazione. L’idea alla base del motore ibrido era tanto semplice quanto innovativa: affiancare al tradizionale motore termico un motore elettrico che si ricaricasse sfruttando il movimento stesso della vettura, in particolare accumulando energia in fase di frenata.



Oggi, alla vigilia del suo quindicesimo compleanno, la tecnologia ibrida si è evoluta e differenziata, dando origine a varie tipologie di auto, diverse per consumi e prestazioni ma anche per fascia di prezzo. In linea generale i prezzi delle auto ibride risultano al momento più contenuti rispetto a quelli delle auto elettriche, e questo costituisce il loro principale vantaggio. Se è vero che le auto elettriche sono più ecologiche dal punto di vista delle emissioni (pari a zero), occorre ricordare che oggi il motore termico di un’auto ibrida può essere alimentato da diversi tipi di carburante, tra cui il gas, cosa che riduce di molto il suo impatto in termini di emissioni.

Tecnologie ibride:

L’espressione “auto ibrida” indica ogni tipo di auto in cui la propulsione tramite motore termico sia affiancata da un motore elettrico (a volte vengono indicate come “ibride” le stesse auto elettriche). Questa espressione si riferisce però a un insieme abbastanza differenziato di tecnologie, che possono essere sintetizzate nelle seguenti categorie:

• auto “microibride” – dove la normale batteria si ricarica parzialmente in fase di decelerazione, permettendo al motorino di avviamento di attivare la funzione Start&Stop: il motore si spegne automaticamente quando non serve (ad esempio quando si è in coda o al semaforo) e si riaccende premendo acceleratore o frizione.

• auto “Mild-Hybrid” – in cui oltre alla funzione Start&Stop, il motore elettrico ha una potenza sufficiente per aiutare il motore termico in fase di accelerazione, migliorandone le prestazioni senza aumentare il consumo di carburante.

• auto “Full-Hybrid” – con motore elettrico e batteria più potenti, che consentono di viaggiare in modalità solo elettrica, sebbene mediamente a basse velocità (circa 60 km/h) e per distanze limitate a pochi chilometri. L’utilità di un’auto Full-Hybrid si riscontra soprattutto in città, dove le distanze sono brevi e la possibilità di viaggiare in modalità elettrica consente spesso di circolare anche in presenza di limitazioni del traffico. Per i percorsi più lunghi è stata recentemente messa a punto una nuova generazione Full-Hybrib, la “Extended Range”, capace di percorrere molti chilometri in modalità elettrica, attivando il motore termico per ricaricare la batteria in caso di potenza insufficiente.

• auto ibride “Plug-in” – l’ultima frontiera della tecnologia ibrida, rappresentata da auto Full-Hybrid le cui batterie possono essere ricaricate attraverso la presa elettrica domestica o le apposite colonnine di carica: ovvero, non è più indispensabile utilizzare il motore termico per ricaricare le batterie. Il primo modello Plug-in disponibile in Italia, la Toyota Prius Plug-in, di cui abbiamo già scritto in un precedente articolo (VEDI APPROFONDIMENTO) sarà commercializzato nel corso del 2012.

Modelli e prezzi:

Ecco una breve panoramica dei principali modelli di auto ibride in commercio o in arrivo sul mercato. Per maggiore chiarezza, elenchiamo esclusivamente i modelli capaci di muoversi in modalità solo elettrica, escludendo i modelli provvisti della funzione Start&Stop, ma con un’autonomia di 0 km in modalità elettrica (microibride e Mild-Hybrid).

Auto ibride in commercio:

Toyota Prius Hybrid – consumo medio 25 km/l, prezzo indicativo 27/34.000 €
Toyota Auris Hybrid – consumo 24,4 km/l, prezzo indicativo 22/25.000 €
BMW X6 Active Hybrid – consumo 10,1 km/l, prezzo indicativo 107.000 €
Peugeot 3008 Hybrid4 – consumo 25 km/l, prezzo indicativo 41.000 €
Lexus CT 200h Hybrid – consumo 27 km/l, prezzo indicativo 29/35.000 €
Audi Q5 Hybrid – consumo 14,5 km/l, prezzo indicativo 57.000 €
Volkswagen Touareg Hybrid – consumo 11,1 km/l, prezzo base 50.500 €
Porsche Cayenne Hybrid – consumo 20 km/l, prezzo base 77.000 €
Auto ibride in arrivo nel 2012:

Chevrolet Volt – consumo 62,5 km/l, prezzo indicativo 41.000 € (autonomia illimitata in modalità elettrica)
Opel Ampera – consumo 62,5 km/l, prezzo indicativo 43.000 € (autonomia illimitata in modalità elettrica – VEDI APPROFONDIMENTO)
Infiniti M35h Hybrid – consumo 14,3 km/l, prezzo indicativo 59/63.000 €
Peugeot RCZ Hybrid 4 – consumo e prezzo non ancora disponibili
Toyota Prius Plug-In – consumo 38,5 km/l, prezzo non ancora disponibile
Volvo V60 Plug-In – consumo 52,6 km/l, prezzo indicativo 55.000 €
Audi A8 Hybrid – consumo 16,1 km/l, prezzo indicativo 87.000 €
Toyota Yaris HSD – consumo non disponibile, prezzo indicativo 18.000 €
Peugeot 508 Rxh – consumo 23,8 km/l, prezzo indicativo 45.000 €
Citroen DS5 Hybrid4 – consumo non disponibile, prezzo indicativo 28.000 €
Le caratteristiche di questa ultima generazione di auto ibride sono le emissioni molto ridotte (la Prius Plug-In, ad esempio, produce emissioni di CO2 inferiori a 60 g/km) e, mediamente, una maggiore autonomia in modalità solo elettrica. Per il resto, si tratta di modelli con funzionalità e tecnologie estremamente diversificate, accomunate unicamente dalla compresenza di propulsione termica ed elettrica.

La flotta di taxi interamente elettrica più grande del mondo:


Lasciamo per un attimo le miserie di casa nostra, coi tassisti italici sul piede di guerra contro il Premier Mario Monti, “reo” di voler liberalizzare il settore, per spostarci un attimo fuori dai nostri confini e vedere l’esperienza di quella che è fino ad oggi la più grande flotta di taxi elettrici operativa al mondo.
La flotta di taxi elettrici in questione si trova in Cina, nella città di Shenzhen, metropoli di 9 milioni di abitanti a pochi chilometri da Hong Kong: un avamposto delle riforme economiche promosse da Deng Xiaoping alla fine degli anni settanta, quelle zone economiche speciali dove i Cinesi hanno sperimentato con successo riforme di mercato, Shenzen appena una trentina di anni fa era solamente un villaggio di pescatori.
Ora che conta quasi dieci milioni di abitanti tra residenti ufficiali e non, Shenzhen è assediata come poche altre città nel mondo dallo smog e dal traffico.
In particolare, secondo una ricerca di IBM, Shenzhen avrebbe ilsecondo peggior traffico del mondo, dietro a Città del Messico e davanti a Pechino (VEDI ARTICOLO).
Anche per questo, il 29 Aprile 2010 è stata lanciata una flotta di taxi elettrici, 50 vetture che nel corso del primo anno hanno percorso complessivamente 2,77 milioni di chilometri (con più di 1milione di kg di emissioni risparmiate).
A Dicembre di quest’anno, sono stati ordinati nuovi taxi elettrici, che dovrebbero portare a 300 le unità operanti sul campo.
Ma che vetture elettriche vengono usate in questa flotta di taxi elettrici cinese?
Si tratta della E6, la vettura elettrica prodotta dalla BYD Automobile Co, la società cinese (di cui il finanziere americano Warren Buffett detiene circa il 10%), leader nel segmento delle auto a zero emissioni in Cina, nonché sesto produttore in questo paese per auto vendute.
La E6 è un crossover da 5 posti, con un motore da 75kW con batterie al litio-ferro-fosfato che assicurano un’autonomia di più di 250 km per ricarica e che si ricaricano totalmente in nemmeno mezz’ora.
La velocità massima è di 140 km all’ora.
Ma cosa dicono i tassisti?
Non solo secondo loro la E6 ha dimostrato di essere affidabile nelle condizioni climatiche più estreme (estate molto calda ed inverno rigido), ma facendosi i conti in tasca hanno scoperto di avere risparmiato più di 800 Euro al mese di benzina.
Non è un caso che adesso Shenzhen prevede di dotare di vettura elettica le principali flotte della Pubblica Amministrazione e gestire l’upgrade di tutte le pompe di benzina, rendendole anche punti di ricarica elettrica.
La E6 è il crossover elettrico in dotazione ai tassisti di Shenzhen
In attesa che le varie New York, Parigi, Pechino o Londra si attrezzino concretamente con flotte di taxi ecosostenibili, l’esempio di Shenzhen sarà da studiare con attenzione per capire i benefici di una mobilità elettrica, una volta raggiunta la massa critica.

Radiator Booster Mk3: un ausilio per migliorare l’efficienza del riscaldamento,


Radiator Booster Mk3 è il nome del congegno che vedete nella foto, uno strumento leggero e innovativo in polipropilene riciclabile che sfrutta un piccolo ventilatore interno per diffondere il calore derivante da un normale calorifero ad acqua, distribuendolo in maniera ottimale nella stanza. Serve per riscaldare più rapidamente un vano della casa, risparmiando grosse quantità di energia e riducendo fino al 1o% le bollette del riscaldamento!
Il Radiator Booster deve essere piazzato sulla superficie superiore di un radiatore caldo, con la parte forata rivolta verso il basso e la spina innestata nella presa di corrente.
Le dimensioni dell’oggetto sono di 61 x 6 x 6 cm, il peso di 240 grammi: l’oggetto può anche essere posizionato dietro il radiatore, poggiando sulle staffe con una speciale imbottitura in strisce di silicone che ridurrà le vibrazioni del ventilatore: anche così risucchierà il calore disperso dietro il termosifone, facendolo circolare in giro per la stanza: in questo modo si stima di poter abbassare il termostato fino a un massimo di 3° C.
Un termostato automatico integrato fa in modo che il ventilatore interno si accenda solo quando la superficie del radiatore ad acqua raggiunge un minimo di 30° C (che a regime possono arrivare a 90° C): in questo modo non sarà necessario accendere e spegnere manualmente il Booster; anzi, non sarà possibile attivarlo a mano – in questo modo non si corre mai il rischio che sia l’aria fredda a essere fatta circolare per la stanza. Una spia a LED indica quando l’apparecchio è acceso, quando il termosifone non è sufficientemente caldo per attivarlo e quando il medesimo si sta raffreddando.
Non si sono problemi tecnici nel lasciare il Booster continuamente accesso, eccetto il piccolo consumo di energia elettrica per lo standby. Per questo, è consigliabile munirsi anche di un timer da frapporre tra l’apparecchio e la presa di corrente per ottimizzare i consumi.
Un’ultima raccomandazione: l’apparecchio non può essere utilizzato su radiatori a olio o elettrici, né in ambienti umidi come bagni e saune: la temperatura e il vapore lo rovinerebbero rendendolo inutilizzabile.
L’apparecchio costa 24.95 sterline. Essendo commercializzato nel Regno Unito, a questa cifra potrebbe essere necessario aggiungere la spesa per un riduttore.