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25/01/12

Inquinamento, pesci pazzi a causa della CO2


pesci barriera corallina
I livelli crescenti di inquinamento delle acque stanno causando un impatto a dir poco devastante sull’organismo dei pesci. L’ennesima conferma, in riferimento nello specifico ai danni sul sistema nervoso centrale e sul cervello dei pesci, ci arriva da un recente studio pubblicato sulla rivista di divulgazione scientifica Nature Climate Change.
I ricercatori dell’ARC Centre of Excellence for Coral Reef Studies hanno calcolato le conseguenze dell’aumento della concentrazione di CO2 disciolta nelle acque marine previsto per fine secolo. I risultati non lasciano presagire nulla di buono per il futuro dei pesci. La loro funzionalità olfattiva e uditiva così come la capacità di avvertire ed eludere la presenza dei predatori potrebbero essere infatti fortemente compromesse dall’eccesso di anidride carbonica.
Con il sistema nervoso centrale in tilt i pesci impazzirebbero e la loro stessa sopravvivenza sarebbe in grave pericolo. Spiega il professor Philip Munday, una delle firme dello studio:
Il nostro team di ricerca ha studiato per diversi anni le prestazioni dei piccoli dei pesci corallo in acque marine con alti livelli di CO2 ed è ormai abbastanza chiaro che subiscono pesanti ripercussioni sul sistema nervoso centrale, tali da compromettere le loro possibilità di sopravvivenza.
pesce pagliaccio
Non è solo l’acidificazione degli oceani a causare problemi ai pesci. L’elevata concentrazione di CO2 nelle acque marine va ad influire su un recettore chiave del cervello dei pesci, denominato GABA-A, causando notevoli cambiamenti nei loro comportamenti e compromettendone gravemente la capacità sensoriale. Se prima i pesci evitavano di raggiungere la barriera corallina in pieno giorno, con il sistema nervoso centrale compromesso tendono invece ad uscire allo scoperto. Sono confusi e disorientati, non riescono a girarsi verso destra o verso sinistra per scansare i pericoli e finiscono per smarrirsi, isolarsi dal resto del gruppo e divenire facili prede.
È evidente, spiegano i ricercatori, che con i neurotrasmettitori in tilt, la vita dei pesci non potrà più proseguire allo stesso modo e questo avrà profonde ripercussioni sull’intero ecosistema marino e sulle comunità costiere che vivono di pesca. Ad essere maggiormente colpite saranno le specie che necessitano di maggiori livelli di ossigeno per vivere. Ogni anno 2,3 miliardi di tonnellate di CO2 si disciolgono negli oceani, alterando i delicatissimi equilibri chimici delle acque da cui dipende la vita della flora e della fauna marina.

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