
Consultato un esperto micologo, hanno scelto la varietà di spore più adatte per inoculare il terreno. Dopo qualche tentativo più o meno riuscito, gli esperimenti svolti nella cantina della loro casa ha avuto il successo sperato: non solo i funghi erano belli a vedersi, ma – cucinati e giudicati anche da uno chef di prestigio – erano risultati ottimi al palato. I due ragazzi hanno fondato l’azienda Back To The Roots(letteralmente “torniamo alle radici”) e hanno iniziato a ritirare grandi quantità di caffè utilizzato e scartato da bar della zona. Ora coltivano grandi quantità di funghi fino a esaurire le potenzialità del “terriccio”, che puoi poi essere ancora rivenduto come fertilizzante biologico, assolutamente privo di sostanze chimiche.
Oltre alla vendita all’ingrosso dei miceti, ultimamente hanno escogitato anche dei kit “fai-da-te” come quelli che vedete nella foto, che consentono agli appassionati di coltivare i loro propri funghi in casa.
Non ci risulta che qualcuno abbia già importato l’idea in Italia. Ma siamo sicuri che, nella patria della tazzina, se potessimo trasformare questa enorme massa di rifiuti in qualcosa di valore, l’impatto sarebbe enorme.
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