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13/03/12

Coop e Katharine Hamnett per l'abbigliamento solidale:

Un'intera linea disegnata dalla famosa stilista, da sempre impegnata nella promozione di una moda etica e rispettosa dell'ambiente. Da poco in vendita nella grande distribuzione.


“TOGETHER IS POSSIBLE”, “LOVE”, KNOWLEDGE IS POWER”, ma anche “GENIUS” e “SAVE THE FUTURE” per i più piccoli, sono i messaggi lanciati nella nuova collezione primavera estate 2012 e disegnati dalle mani di Katharine Hamnett, in esclusiva per Solidal Coop.

Una linea di abbigliamento tutta in cotone biologico e certificata Fairtrade, proveniente dall'India, in grado di garantire alle popolazioni e ai coltivatori locali una giusta remunerazione e all'ambiente l'adeguata protezione.

Definita da Vogue la “Regina del Green”, la Hamnett è una delle pioniere della moda etica e già alla fine degli anni '80 inzia a fare ricerche sugli impatti delle coltivazioni industriali di cotone che servivano l'industria dell'abbigliamento, scoprendo abusi, avvelenamenti e condizioni di lavoro di quasi schiavitù.

Perché un messaggio funzioni, non si può fare a meno dell'estetica: la scelta cade allora sulle t-shirt che hanno reso famosa la stilista in tutto il mondo, fin dalla fine degli anni '70. “Ci siamo trovati subito in accordo, perché condividiamo gli stessi valori – ha spiegato la Hamnett – in questo modo con COOP, siamo riusciti a rendere equa e solidale tutta la filiera produttiva”.  

La collezione comprende mini abiti, polo, shorts per donna; pantaloni, polo, camice per uomo e t-shirt per bambini: “La scommessa – aggiunge Domenico Brisigotti, Direttore Prodotto a marchio COOP – è quella di generare un cambiamento duraturo nel tempo. Cambiamento che parte dal consumatore, un po' più povero, ma molto più consapevole”.


Katharine Hamnett con una delle t-shirt da lei disegnate.

Cosa significa cotone “biologico”

Significa rivoluzionarne la coltivazione e la lavorazione. Niente pesticidi e fertilizzanti chimici, rotazione colturale, lotta integrata; tutti aspetti che comportano un crescita conoscitiva e professionale anche del coltivatore, aiutato da ricerca e sperimentazione. Secondo i dati Textile Exchange (organizzazione americana impegnata nella diffusione dell’uso delle fibre biologiche), nel solo 2009-10 sono state prodotte 241.000 tonnellate di cotone biologico, con un incremento del 15% rispetto al periodo precedente.

Fanno riflettere le parole della Hamnett: “Siamo noi consumatori che controlliamo il mercato. Con le nostre scelte possiamo portare grossi aiuti agli agricoltori e coltivatori più svantaggiati”. Insomma “STOP AND THINK” e “SAVE THE FUTURE”.

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