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10/12/11

Le risposte alla maxi-frode a danni del biologico:


Ente certificatore Suolo e Salute: fattiva e ampia collaborazione
"I due arrestati non hanno alcun rapporto di collaborazione con l'organismo di controllo fin dal settembre 2010 allorché ne furono allontanati non appena le verifiche interne avviate in autocontrollo avevano evidenziato comportamenti assolutamente non in linea con le regole aziendali. La Suolo e Salute s.r.l. nel corso dell’attività investigativa culminata con l’operazione 'Gatto con gli stivali' ha tenuto nei confronti dell’Autorità inquirente un atteggiamento di fattiva ed ampia collaborazione supportando la Guardia di Finanza di Verona con la produzione di dati e di documenti".
 
Codacons: chi spende di più deve avere certezze
"L'operazione delle Fiamme Gialle conferma la nostra tesi: serve aumentare i controlli nel settore dei cibi biologici, per tutelare sia i cittadini, sia gli operatori onesti. Chi spende di piu' per un prodotto biologico deve avere l'assoluta certezza che esso sia realmente tale, e percio' e' indispensabile incrementare le ispezioni e punire duramente i truffatori". (Francesco Tanasi, Segretario Nazionale Codacons)
 
Legambiente: indagine fondamentale
"L’attività d’indagine svolta dalle forze dell’ordine nel comparto agroalimentare è fondamentale per garantire ai cittadini la sicurezza e la tutela dalle frodi che si stanno presentando con sempre più frequenza, soprattutto riguardo ai prodotti di qualità, come il biologico e il made in Italy e alla Guardia di finanza va il nostro plauso per il costante lavoro di controllo che svolge."
 
Montebello: come distinguere il vero dal falso
"Quella degli organi di vigilanza è un'opera meritoria che ripulisce il settore da delinquenti che danneggiano il lavoro di decenni dei produttori seri e danno uno schiaffo violento proprio ai consumatori più consapevoli. Noi abbiamo sempre denunciato il pericolo di materie prime importate i cui costi più bassi dei nostri lasciavano intendere molti dubbi sulla biologicità delle stesse. Come fare per capire il falso dal vero? Opero nel settore da quarantanni e di questi gentiluomini arrestati non avevo mai sentito parlare. Il consumatore dovrebbe ricercare i marchi dei produttori noti, quelli che possono documentare la proveniernza delle materie prime e i luoghi e i metodi di trasformazione". (Gino Girolomoni)
 
Aiab: meno import, più filiera corta e controlli
"Per tranquillizzare i consumatori consigliamo di comprare prodotti biologici a filiera corta, italiani e provenienti da circuiti di trasformazione locali. Ad onore del biologico onesto va ribadito che il bio è il settore più controllato e verificato dell'agroalimentare italiano. Vengono fatte oltre 60.000 visite ispettive ed oltre 6.000 campionamenti sull'insieme dei 47.000 operatori presenti in Italia. Inoltre va anche chiarito che oltre al controllo specifico del bio, tutte le aziende sono comunque soggette ai controlli delle diverse autorità ovvero NAS, ASL, Agecontrol, Corpo Forestale". (Alessandro Triantafyllidis, presidente AIAB)
 
Ccpb: il biologico è un'eccellenza italiana
"Siamo noi le prime vittime del falso bio. Abbiamo sempre collaborato con gli organi di vigilanza per smascherare queste truffe che, per sete di facile denaro, rischiano di compromettere il lavoro e l’impegno di aziende serie che hanno fatto del biologico un’eccellenza italiana invidiata in tutto il mondo". (Fabrizio Piva, amministratore delegato dell’ente di certificazione del biologico CCPB)
 
Confagricoltura: faremo la nostra parte
"È più facile pagare le certificazione false piuttosto che seguire l’iter normativo per questi tipi di prodotti. Ma in questo modo si danneggia chi opera lealmente e seguendo le regole. Per questo anche noi organizzazioni agricole dobbiamo fare la nostra parte. Mi consulterò con le altre organizzazioni agricole perché ho intenzione di costituirmi parte civile contro questi personaggi che danneggiato tutta la nostra categoria". (Onofrio Giuliano, presidente di Confagricoltura Foggia)
 
Confederazione italiana agricoltori (Cia): tanti produttori seri
"Una grande truffa che danneggia i consumatori alla ricerca dei prodotti di qualità, rischia di creare ulteriore sfiducia nei cittadini sulla trasparenza dei mercati e penalizza pesantemente i tanti produttori biologici seri che con impegno operano per fornire prodotti di pregio e migliorare l’ambiente. Le derrate sequestrate - principalmente frumento, soia, favino, farine e frutta secca - sono prodotti d'importazione destinati in gran parte per l'alimentazione del bestiame nelle aziende biologiche"

1 commento:

  1. Dall’esame di tutti i documenti che interessavano le ditte coinvolte si è accertato che il volume di prodotti con falsa certificazione biologica è meno del 2,5% di quello prospettato dalla GdF, che si riferisce all’intera quantità registrata dalle ditte indagate, che risulta frutto di fatturazione fittizia: non a caso agli arrestati vengono addebitati i reati di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture e altri documenti inesistenti, la dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici e l’emissione di fatture per operazioni inesistenti.

    Anche il valore dei prodotti accompagnati da certificati falsificati è nettamente inferiore a quello stimato la settimana scorsa: applicando le quotazioni di mercato odierne, arriviamo a fatica a 5 milioni di Euro (contro i 220 milioni di cui s’era parlato: anch’essi sono riferiti al volume d’affari complessivo delle società coinvolte, sempre gonfiato da operazioni inesistenti).

    L'organismo di controllo non è stato nè complice nè connivente: ha licenziato in tronco e denunciato alla magistratura il suo collaboratore dell’ufficio marchigiano (ora arrestato) nell’estate 2010, non appena è stato scoperto il suo comportamento infedele.

    È stato anche accertato che la frode si è protratta da ottobre 2007 ad agosto 2008 e ha riguardato esclusivamente orzo, mais e soia per mangimi, girasole, farro, 2 partite di frumento e delle mele da purea (in sostanza, nella quasi totalità ingredienti per mangimi)

    Il perimetro della frode (che innegabilmente c'è stata, ma si palesa più come “frode fiscale” che come “frode biologica”), va assai ridimensionato.

    Ciò non basta a rasserenare le 47.658 aziende perbene e le oltre 300.000 persone che lavorano nel settore biologico italiano (che sono parte lesa e attraverso le loro organizzazioni stanno costituendosi parte civile nel processo), ma dà almeno la dimensione corretta.

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