Dalle lettere levare la finestrella plastificata, no a tovagliolini e fazzoletti. Non buttare i giornali in buste di plastica
LE REGOLE - Il virtuoso della differenziata sa che dalle buste va levata la finestrella plastificata che consente di vedere l’indirizzo, non ha dubbi quando leva la stagnola e il velo plastificato dal pacchetto di sigarette, evita accuratamente di inserire fazzoletti e tovaglioli di carta, che sono anti-spappolo. Butta gli scontrini nell’indifferenziata: sono di carta termica. Ma gli errori sono comuni. «La carta deve arrivare agli impianti con un massimo dell’1% di impurità. Quando passa sui nastri trasportatori, gli addetti la smistano ed eliminano, ad esempio, i sacchetti di plastica che spesso contengono i pacchi di giornali: è un errore comune. Più arriva pulita, meno lavorazione c’è nell’impianto di separazione, prima cioè che passi alla fase di spappolamento del macero, dove le parti metalliche, come le graffette delle riviste, finiscono sul fondo», spiega Carlo Montalbetti, direttore generale di Comieco. «Scontrini, carte contaminate con vernici, carta oleata, carte con residui di cibo non vanno inserite tra la carta da riciclare perché non sono riciclabili e rallentano il ciclo produttivo.
TETRAPAK - Il tetrapak invece, tranne nei Comuni che fanno la raccolta multimateriale, è fatto con carta di ottima qualità, che quasi tutte le cartiere sono in grado di riciclare. «Certo, va sciacquato e privato dei beccucci di plastica», prosegue Montalbetti.
OCCUPAZIONE - «Seguendo una normativa europea ci definiamo consorzio per il recupero degli imballaggi a base cellulosica, ma questo non significa che i cittadini non debbano gettare giornali nel cassonetto, sia chiaro. Tutto ciò che è di carta, purché pulita e priva di parti di plastica o metalliche, va bene», ammonisce il direttore del Comieco. «Differenziare e riciclare significa avere senso civico, e anche creare occupazione: solo nel settore raccolta e lavorazione, il riciclo della carta ha creato alcune migliaia di posti di lavoro. La carta italiana, e quella riciclata in particolare, è una florida azienda: il 50% del made in Italyè confezionato e trasportato con imballaggi riciclati».
SETTE VOLTE - A chi si domanda quanti alberi utilizza una cartiera o perché leggere su carta, o come mai dover dare il proprio contributo selezionando con accuratezza ciò che è da gettare nei cassonetti per il riciclo di ciò che è cartaceo, scartando ciò che danneggerebbe futuri quaderni, contenitori, scatole, mobili, può interessare sapere che la carta è il prodotto più riciclato in Europa: più della metà proviene dal riciclo. In Italia ogni 100 tonnellate di carta prodotta, 56 sono riciclate. La fibra riciclata si può riutilizzare in media sette volte.
MEGLIO ONLINE O SU CARTA? - Leggere un quotidiano su carta al giorno produce il 20% in meno di CO2 rispetto a mezz'ora di lettura online (secondo uno studio dello Swedish Royal Institute for Technology). «Chi obietta che bisognerebbe ridurre il consumo di carta per salvaguardare gli alberi, non sa che la deforestazione è principalmente dovuta alla conversione delle foreste in terreni agricoli e alla raccolta di legname destinato ad altri usi.
ABBATTERE ALBERI - L’utilizzo di legname in Europa e nel mondo è soltanto per il 12% conseguenza della produzione di carta: la cellulosa è prodotta da residui generati da altri settori industriali, come le segherie e da legname ricavato dallo sfoltimento degli alberi. Le norme che regolano il settore della produzione di cellulosa sono molto precise: per ogni albero abbattuto ne vengono piantati tre», aggiunge il direttore generale di Comieco, che conclude: «L’industria cartaria italiana negli ultimi dodici anni ha ridotto l’impiego di acqua per unità di prodotto del 40% e il fabbisogno energetico del 20%. L’Italia è terza in Europa per volumi di macero impiegati: i motivi per separare e differenziare i diversi materiali presenti nei rifiuti e avviarli correttamente al riciclo non mancano».
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