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17/01/12

Pneumatici riciclati: strade meno rumorose con il polverino di gomma


In Italia smaltiti 25 milioni di pezzi, pari a 400 mila tonnellate all'anno. Il manto stradale è più resistente

MILANO - Ogni anno in Italia vengono smaltiti 25 milioni di pneumatici: sono 400 mila le tonnellate di copertoni da riciclare. Il 45% è avviato al recupero energetico mentre il 20-25% viene trasformato in granuli, o polverino, e destinato alla manifattura della gomma. I pneumatici vengono trattati in appositi impianti che separano la gomma dalla tela e dal metallo, recuperano poi la gomma e la frantumano in particelle sempre più piccole, ricavandone una sabbia molto fine: il polverino, appunto. Ed è con il polverino, o meglio, con bitumi modificati con polverino di gomma che la Provincia di Torino sta ripavimentando lunghi tratti di strade come la circonvallazione Bòrgaro-Venarìa.
PROGETTO - «La nostra Provincia gestisce 3.200 chilometri di strade. Il progettoTyRec4life, che prevede l’utilizzo di bitumi modificati, è finanziato nell’ambito delprogramma triennale europeo Life+», spiega l’assessore alla Viabilità Alberto Avetta. «Il costo totale per la Provincia è di circa 1 milione di euro di cui circa 700 mila cofinanziati della Comunità europea e il resto a nostro carico. La voce più importante nel budget è quella relativa alla realizzazione di circa 3 km di strade, e vale 600 mila euro, 75 mila dei quali arriveranno dall'Ue», prosegue l’assessore. «Su una tangenziale lunga 8 chilometri, per ora la pavimentazione con polverino è circa di tre: se le Provincie continueranno a esistere e non saranno abolite, andremo avanti nel progetto con altri 5 chilometri, e sperimenteremo queste miscele, che garantiscono maggior sicurezza e durata». La Provincia di Torino intende provarle anche ad altimetrie differenti, per valutarne l’impatto con ghiaccio e neve.
POLVERINO - ll polverino di gomma usato come componente per creare bitumi modificati rende infatti il manto stradale più resistente alle deformazioni e all’azione dell’acqua o della neve. In alcuni Paesi lo usano da anni. «Negli Stati Uniti almeno da 15 anni viene ampiamente utilizzato, ma anche in Europa: soprattutto in Portogallo, Spagna, e anche in Germania. Un decreto di qualche anno fa stabiliva che una quota fissa di polverino dovesse essere utilizzata sulle pavimentazioni, poi non se ne è fatto più nulla», spiega Ezio Santagata, ingegnere del Politecnico di Torino, ordinario di costruzione di strade per aeroporti e di sovrastrutture stradali ferroviarie e aeroportuali. «Una volta frantumato e ridotto a sabbia, in granellini di un millimetro al massimo di diametro, il polverino è pronto per essere miscelato con il bitume: nella versione wet, bagnata, si gonfia assorbendolo e diventa gommoso, poi viene miscelato con gli aggregati, le pietre che servono per il manto stradale. La versione dry, asciutta, viene miscelata a secco, ed è interessante perché prevede un maggior quantitativo di polverino, dunque più materiale riciclato, ma dobbiamo risolvere problemi con le miscele».
CARATTERISTICHE - Gli ingegneri del Politecnico di Torino stanno studiando questi fondi stradali da tutti i punti di vista, dalle miscele alle emissioni inalate sulla salute dei lavoratori. Se quando si guida una strada può sembrare uguale a un’altra, in realtà non è così. Ad esempio, i tratti di autostrada dove l’acqua non rimbalza sul parabrezza e che consentono anche con la pioggia una buona visibilità sono pavimentati con asfalto drenante (in realtà conglomerato bituminoso) che grazie alla tessitura aperta lascia defluire l’acqua, riducendo gli incidenti anche del 20%. Le caratteristiche dei conglomerati a base di polverino sono, oltre a una migliore drenabilità, la maggior aderenza, l’assorbimento acustico (la gomma è fonoassorbente), il risparmio energetico e di risorse naturali (si impiegano elastomeri recuperati come materiale base).
VANTAGGI - Ma la gomma cosa porta in più al manto stradale? Cosa aggiunge? «L’energia trasferita dai veicoli in transito non viene dissipata ma assorbita, la gomma fornisce un contributo elastico e questo fattore va nell’ottica della durabilità del prodotto: in sintesi il manto è più durevole perché più elastico», conclude Santagata. «La maggior governabilità dei veicoli dipende dalla tessitura della pavimentazione, dalla sua rugosità. La maggior aderenza dei veicoli è legata alla scelta degli aggregati lapidei, alle pietre miscelate con il polverino, che danno maggior tenuta. La formulazione delle miscele è differente per i bitumi con o senza polverino di gomma».

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