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17/02/12

Quali caratteristiche deve avere una saponetta per considerarsi amica dell’ambiente?


Se la coscienza ecologica delle persone nella nostra società crescerà, allora la vecchia cara saponetta è destinata a tornare di moda. E forse a soppiantare il deprecabile utilizzo di flaconi di plastica come contenitori usa-e-getta per il sapone liquido (a meno che questi non siano ricaricabili alla spina, nel qual caso sono più che accettabili).
Ma quali sono le caratteristiche di una saponetta eco-compatibile? Esse vanno in due direzioni: ingredienti naturali e non dannosi per la salute e/o per l’ambiente e imballaggio a basso impatto ambientale. Saranno anche le nostre scelte di consumatori a dettare le tendenze future del mercato.
Per quanto riguarda gli ingredienti di base, i migliori rimangono: olio di oliva (il più usato per il sapone di Marsiglia e l’unico usato per il sapone di Aleppo), ma anche olio di palma, olio di cocco e olio di mandorle dolci. Altri preziosi ingredienti naturali sono il miele, l’argilla, le proteine del grano o dell’avena. Crusca e fiori di lavanda sono benvenuti: svolgeranno un’azione di peeling naturale. La provenienza degli ingredienti ‘oleosi’ da coltivazioni o foreste sostenibili e biologiche dovrebbero essere certificata sull’imballaggio. I saponi biologi non devono contenere coloranti e parabene. Le fragranze e le profumazioni devono derivare da oli essenziali di alta qualità. Infine, anche se non tutti sono d’accordo, secondo noi è meglio che il prodotto non sia stato testato su animali – del resto, se veramente nella saponetta tutto è naturale, il bisogno non sussiste.
A livello di packaging, sarebbe meglio optare per involucri o scatole in cartone o carta riciclata al 100%, stampati con inchiostro vegetale e assemblati senza colla – per esempio con un sistema di linguette o a scatola. Esistono anche barre di sapone al taglio che, oltre a essere più convenienti dal punto di vista economico, possono servire come profumatori di ambiente o di armadi fino a che non arriva il momento di tagliarne via un altro pezzo e di portarlo in bagno. E poi usarlo e usarlo fino al punto in cui – a forza di sciogliersi e schiumare – scompare tra le nostre mani nell’ultimo lavaggio, senza aver arrecato alcun danno, né alla pelle, né all’ambiente.

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