Non solo limitare gli sprechi - in particolare di acqua - ma ottimizzazione delle risorse. Con cospicui investimenti
Impianto di lavaggio dei pomodori (da Mutti)
L'impianto Bonduelle
RIDUZIONE CONSUMI - Una determinante quella dello spreco delle risorse, soprattutto quando si parla di quelle idriche, con cui si trova a fare i conti buona parte del settore industriale alimentare. «Il problema dell’acqua», spiega Mutti, «è che gli interventi che si fanno per cercare di non sprecarla non hanno un riscontro economico diretto. La riduzione dei consumi energetici, infatti, ha un ritorno nel medio termine, in fatto di risparmio sui costi, e quindi è più facile che ci sia una maggiore sensibilità da parte delle aziende verso questa tipologia di comportamento virtuoso. Noi, come gruppo, in questi anni abbiamo fatto investimenti molto importanti, circa 1 milione di euro, in questa direzione. Calcolando, insieme al Wwf e al dipartimento di ecologia forestale della facoltà di agraria dell’Università della Tuscia (Vt), l’impronta idrica dell’intera filiera produttiva abbiamo ridotto gli sprechi del 60%».
ACQUA E POMODORI - Un tema, quello dell’acqua che coinvolge, soprattutto nel settore dei pomodori, un buon numero di aziende. «Per limitarne lo spreco», afferma Giovanna Poletti, responsabile della qualità ambientale di Pomì - marchio di proprietà del Consorzio Casalasco del pomodoro di cui fanno parte formula cooperativa 300 aziende agricole tra Parma, Piacenza, Cremona e Mantova –, «stiamo lavorando da 4 anni sull’irrigazione, promuovendo quella a goccia rispetto a quella ad aspersione. Anche nello stabilimento stiamo facendo grandi passi avanti nel riciclo dell’acqua interna, soprattutto negli impianti legati alla trasformazione del pomodoro. E, tra gli ultimi investimenti che abbiamo fatto, c’è ne uno da 600 mila euro per un tunnel di pastorizzazione a ciclo chiuso che attraverso un sistema di raffreddamento permette il completo riutilizzo dell’acqua».
INVESTIMENTI A LUNGO TEMINE – Oltre allo spreco delle risorse, per le aziende alimentari, un tasto dolente per l’impatto ambientale resta quello dell’inquinamento. «Per ridurre i livelli di anidride carbonica emessa», conclude Poletti, «abbiamo un piano triennale che prevede un investimento da 2 milioni di euro per dismettere le caldaie a olio combustibile, sostituendole con quelle a metano per inquinare meno». Investimenti sostanziosi che aprono la strada anche all’utilizzo di nuovi sistemi. «Per il 2013», conclude Mutti, «abbiamo un progetto sulle biomasse che prevede la costruzione di un impianto che utilizzi gli scarti industriali, non solo di quella parte di pomodoro, circa il 2%, che attualmente distruggiamo, ma anche dei liquami di allevamento di bestiame».

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